30/05/08

Sumo sexy car wash

Una variazione - abbastanza profonda, direi - sul tema "sexy car wash".

Ma non erano fascisti?

Arrivo tardi alla fiera, visto che questa cosa e' gia' stata segnalata da Camillo e Pizzeria Italia e altri. Comunque: e' venuto fuori che i pestaggi anti-immigrati a Roma, che subito si e' detto essere opera di fascisti, sono stati compiuti da un comunistone aspirante Che Guevara (con tatuaggio annesso). Leggere questo articolo di Repubblica (Repubblica, non il Giornale o Il foglio) per credere.

Quest'intervista merita, perche' la rabbia di questo Ernesto (che nel frattempo si e' costituito), le cose che dice, non hanno colore, e fanno capire molto di quello che accade non solo nelle periferie italiane (nel mio quartiere a Bruxelles risse tra immigrati e locali sono ormai all'ordine del giorno...)

Aggiornamento: leggo che pare che tra i famosi fascisti della spedizione punitiva ci sia anche uno "de colore", che, come gli altri, ne ha le palle piene di vedere il quartiere dove vivono devastato dalla delinquenza.

Allora, cara sinistra, che famo?

28/05/08

Freddi tradimenti


Via: non mi ricordo...su qualche forum motociclistico, molto tempo fa...Non so essere più preciso.

Cambio

Ho deciso di cambiare il template che avevo da febbraio. Mi dava continuamente problemi, perdendo varie cose...portate pazienza mentre pasticcio coi template. Volevo qualcosa di semplice con una bella foto d'intestazione, ma anche se metto la foto al posto del titolo, questa non appare. Non capisco per quale motivo...per l'altro blog Mototourism non ho avuto problemi, e invece qui...

Boh. Portate pazienza, vi ripeto.

27/05/08

Mi presento: sono un libro di De Carlo

Salve, mi presento: sono un libro di Andrea de Carlo, lo scrittore italiano pubblicato attualmente da Bompiani, ma in passato dal perfido Berlusconi. Il Demonio Pellegrino mi ha prestato un po' il blog affinché vi parli un po' di me.

Potrei essere un libro molto bello, come Due di Due, o Uccelli di gabbia e da voliera; oppure un libro molto brutto, come Giro di Vento o Pura Vita. O un libro senza arte né parte, come Macno, Treno di Panna, I veri nomi, ed altri.

Ma soprattutto, non importa quale libro io sia, perché alla fine sono sempre - assolutamente sempre - lo stesso libro!!! Ho sempre la stessa trama, con poche variazioni, e soprattutto ho sempre gli stessi personaggi, ai quali vorrei dare la parola, in modo che possano presentarsi da soli. Dai, personaggi, presentatevi!
  • L'artista fricchettone suonatore di bonghi: "Ciao, sono l'artista (a volte un pittore, a volte un regista, non importa) bello e dannato, chiuso in me stesso, con tendenze autodistruttrici. Non so cosa voglio di preciso, e scasso le palle a tutti quando me lo fanno notare. Normalmente non sono il personaggio principale, ma l'amico del personaggio principale, che di solito mi è succube emotivamente e intelletualmente. Molto spesso mi trombo la protagonista principale, di cui il mio amico sfigato è innamorato. Spesso muoio".
  • Lo sfigato principale: "Ciao, sono il personaggio principale. Sono SEMPRE un tipo che non sa bene cosa vuole dalla vita, e si lascia scivolare da situazione in situazione senza veramente mai prendere una decisione. Prendere decisioni, soprattutto se definitive, è una cosa che mi manda fuori di testa. Sono amico dell'artista fricchettone suonatore di bonghi, di cui sono succube. A volte pero' gli salvo la vita, a volte no. Sono spesso innamorato della bella di turno, che pero' si tromba il fricchettone".
  • La bella dannata: "Ciao, sono la bella e dannata. Sono spesso amica dello sfigato, ma mi faccio ripassare di diritto e di rovescio dal suonatore di bonghi, mettendo a rischio l'amicizia tra tutti noi. La nostra storia è sempre dannata, dura svariati anni, e spesso finisce male. Tra l'altro negli anni delle trame del libro subisco vari cambiamenti, e divento cattiva, stronza, sfigata anch'io, ma alla fine o muoio o torno come all'inizio, solo piu' vecchia. Anche a me le decisioni definitive non piacciono".
  • Il duro tutto d'un pezzo: "Ciao, sono il duro insensibile che rappresenta l'esatto contrario dello sfigato e del suonatore di bonghi. A volte, ma raramente, sono donna. Spessissimo sono uomo, e mi trombo, per un periodo di tempo limitato, la bella dannata, causando drammi con lo sfigato e il suonatore di bonghi. Sono ricco e voto ovviamente a destra".
  • Quelli che vivono nella comune: "Ciao, siamo quelli che vivono nella comune. Ci siamo sempre anche noi, in ogni libro, a volte con un ruolo principale - come in Giro di vento - a volte con una semplice apparizione. Rappresentiamo il bene, quello che la società dovrebbe e potrebbe essere, ma che per colpa del capitalismo infame - e sempre più spesso anche di Berlusconi - non è".

Bravi bambini, basta ora pero'.

Che simpatici i miei personaggi, eh? Per non parlare delle mia trama!!! Che si', un po' varia, ma mica tanto...lui è in una situazione di stallo, incontra lei, s'innamora, ma lei non sa o non puo' e ama lui o l'altro, sparisce per molti anni, e alla fine bum.

Il Demonio Pellegrino mi ha detto che alla luce di tutto questo purtroppo non comprerà la mia ultima versione appena apparsa nelle librerie...Dice che pare una cagata pazzesca. Dice che leggendo la quarta di copertina gli è parso di avermi già letto anche se sono appena arrivato in libreria!!! Pero' non puo' saperlo con certezza...ma dice che vivrà agevolmente nel dubbio. Peccato.

Firmato: Il Libro di Andrea De Carlo

26/05/08

Ha fatto benissimo

Ha fatto benissimo. Che doveva fare, aspettare che ammazzassero lui?

Aggiornamento: l'imprenditore che si è difeso è accusato di omicidio volontario. Per cui in Italia funziona cosi': se sei ubriaco in macchina, senza patente, e ammazzi due ragazzi, è omicidio non volontario. Se stai tranquillo a casa tua, e ammazzi il ladro (già espulso due volte, è venuto fuori) che è venuto a rubarti in casa, è omicidio volontario. Tutto molto chiaro no? La morale è che è meglio essere delinquenti in Italia. Si fa meno galera.

25/05/08

Ma chi se le mette?

Vetrina Sergio Rossi a Bruxelles.



Ho sentito il bisogno impellente di fotografare questa bella...ehm...scarpa? Ma chi si mette ai piedi a un abominio del genere? E chi se le compra, visto che costeranno anche un pacco, considerando il negozio.

Avrei voluto dar fuoco al negozio. Per principio.

23/05/08

Mototourism - o dell'espansione del Demonio Pellegrino

Come alcuni di voi forse avranno notato cliccando sul mio profilo, ho da poco creato un altro blog. Si chiama Mototourism, ed è in inglese. Come il titolo credo chiarisca bene, si parlerà solo ed esclusivamente di motociclismo. Più in particolare, l'idea è di condividere le mie esperienze di guida con l'Aprilia Mana e postare informazioni sulle gite, itinerari motociclistici sia in Italia sia nel Nord Europa. Se poi qualcuno fosse interessato si potrebbe anche trasformare in un blog collettivo. Nel qual caso, fatevi avanti.

Alcuni post - soprattutto quelli tecnici dei test sui prodotti, saranno delle traduzioni di quelli che ho già postato qui, nella rubrica Motoconsumatore. Pero' l'idea è che questo Mototourism sia davvero qualcosa di diverso.

E il Demonio Pellegrino? Il Demonio resta. Continuero' a postare anche articoli motociclistici, assolutamente. Credo che l'equilibrio di questo blog tra politica, cazzeggio e motociclismo sia buono, almeno per me. Poi, chi vivrà, vedrà.

21/05/08

Benzina sul fuoco

Ritorno sull'argomento del caro benzina. Mi fa ridere il ministro Scajola che convoca i petrolieri per discutere del caro-benzina. Non c'è da convocare i petrolieri, caro il mio Ministro del menga. Basta abbassare le tasse e togliere le accise ridicole che gravano sulla benzina.

Più del 60% del costo della benzina va allo Stato sotto forma di tassa. Ma vediamole le tasse che stanno pagando gli italiani che comprano la benzina oggi, nel 2008:
  • l'accise istituita nel 1935 per finanziare la guerra mussoliniana in Abissinia
  • l'accise per far fronte alla crisi di Suez nel 1956,
  • quella per finanziare la ricostruzione dopo il disastro del Vajont nel 1963,
  • quella per far fronte all'alluvione di Firenze nel 1966,
  • quella per il terremoto nel Belice nel 1968,
  • quella per il terremoto del Friuli nel 1976,
  • quella per il terremoto in Irpinia nel 1980,
  • quella per finanziare la missione in Libano nel 1983,
  • quella per finanziare la missione in Bosnia nel 1996.
  • quella per "entrare in Europa",
  • quella per finanziare il contratto degli autoferrotranvieri, del 2002,
  • quella del 2005 per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico

Ora, MAREMMA IMPESTATA LADRA CAGNA FIGLIA DI TROIA: è possibile che si stia ancora pagando la guerra in Abissinia? E la crisi di Suez? E l'alluvione di Firenze? E tutto il resto?

Non solo queste accise DEBBONO ESSERE ELIMINATE SUBITO, ma ci devono anche restituire i soldi. Basta prendere per il culo la gente. BASTA.

20/05/08

Fare come la Spagna?

Allora, ho una domanda per il governo spagnolo che dice che la nostra politica in materia d'immigrazione è inaccettabile. La domanda è questa: è invece accettabile utilizzare l'esercito e ordinargli di sparare a alzo zero su gruppi di marocchini che tentano di entrare in territorio spagnolo, ammazzandone cinque e ferendone centinaia? Perché è esattamente questo che il governo spagnolo fece nel non lontano Marzo 2005. Ne parlarono tutti i giornali, anche se pare che ora se ne ricordi solo Bossi (Grazie a Camillo).

Altra domanda, stavolta per lorsignori del Parlamento Europeo (BOIA): quando l'esercito sparava ad alzo zero sui marocchini, dov'eravate? Come mai questa solerzia nello stigmatizzare l'Italia non si materializzo' allora, quando ci scappo' il morto (anzi cinque morti e centinaia di feriti?)

Mi fate pena, schifo, rabbia. Vorrei sputarvi in faccia ad uno a uno, dai ministri del governo spagnolo a tutti - TUTTI - i cani europarlamentari che osano anche solo stare a sentire tizie che hanno l'ardire di dire che non sono i rom che rapiscono i bambini italiani, ma gli italiani che rapiscono i bambini rom.

Mi fate schifo.

19/05/08

Sentirsi giovani


Durante i miei anni universitari è capitato spessissimo che, sulla via di casa con la mia moto di allora (una NX 125 della Honda prima e una XL600 sempre della Honda poi), prendessi degli acquazzoni talmente devastanti da infradiciarmi tutto, anche le mutande.

Ricordavo con particolare nostalgia le fitte derivanti dalla sensazione della pioggia fredda che avanzava inesorabile sbaragliando ogni resistenza tessile (allora non avevo abbigliamento tecnico, un jeans, un giubbottone, e via), e arrivando ai testicoli e oltre. Ricordo mia mamma che mi apriva in fretta il garage, io che entravo e mi spogliavo nudo come un verme lasciando i vestiti in una bacinella, completamente zuppi.

Con lo scooter è raro provare una sensazione cosi', perché anche quando si piglia l'acqua si è sempre un po' coperti dallo scudo, dal parabrezza, eccetera...

Beh, l'altra sera, durante quella che non saprei come definire, se non una tempesta tropicale, ho riprovato questa sensazione con la Mana. Anche se nel vano della Mana avevo la tuta impermeabile che avrei potuto mettermi in un minuto...ma mi sono ben guardato dal farlo!
Mi sono risentito giovane. La pioggia che cola dal serbatoio, mi attacca il cavallo dei jeans, se ne impossessa in un minuto e m'inzuppa. I vestiti che pesano un quintale, fradici di pioggia. La fitta del gelo sulle parti basse. Il rumore da rana che si fa ad ogni passo...

Sono arrivato a casa e mi sono spogliato nudo come un verme, proprio come 15 anni fa. E ridevo come un coglione.

16/05/08

Falsi sorrisi

Prendo da Bellobello, via Pizzeria Italia, un test carino per vedere se siamo bravi a distinguere i sorrisi falsi da quelli veri. Io ne ho riconosciuti 12 su 20. Voi? Volete provare?

15/05/08

Capri

Ecco, avete presente la serie "Capri" su Rai 1? Immagino che, con gli sviluppi tecnologici di adesso, sia possibile identificare chi la guarda no? Tutti i milioni di persone che se la puppano?

Si'? E' possibile? Perché se davvero lo è, io proporrei di andarli a stanare casa per casa, questi spettatori, e sprangarli a morte. E per chi sopravvive proporrei l'interdizione da ogni pubblico ufficio e la revoca del diritto di voto.

E non mi dite che sono un violento, perché la vera violenza è trasmettere una roba del genere. Chi la guarda non merita pietà.

Petrolio e parità Euro/dollaro: basta prendere per il culo la gente

Facciamo due conti su questa parità Euro/dollaro e sul prezzo della benzina, perché mi sembra che sia lo Stato sia le compagnie petrolifere ci prendano per il culo. Perché quando l'Euro va su, si grida per i danni alle esportazioni...pero' senza che si vedano i benefici per le importazioni. Seguitemi.

Nel 2000 dC, 1 dollaro valeva 1.2 Euri. Nel 2008 dC, lo stesso dollaro vale 0.65 Euri, poco più della metà. Cosa vuol dire? Vuol dire che se nel 2000 un oggetto che valeva 10 dollari lo compravo a 12 Euri, nel 2008 mi bastano 6.5 Euri per comprarlo. Ok?

Nel 2000 il barile di petrolio costava 60 dollari, e cioè, al cambio di allora, 72 Euri. Un litro di benzina costava più o meno 1.05-1.10 Euri.

Nel 2008 lo stesso barile di petrolio costa 110 dollari. Molto di piu', no? No. Perché con il cambio Euro/dollaro attuale ci costa meno che nel 2000, e cioè 70 Euri, contro i 72 Euro a barile di allora.

La benzina pero' quanto costa ora? 1.4 Euri al litro. Il 40% in più del 2000.

Quindi, care compagnie petrolifere dei miei coglioni, com'é possibile che il prezzo vero del barile per noi si sia ridotto in otto anni, mentre il costo della benzina sia aumentato del 40%?

Quindi, caro Stato dei miei coglioni, se il cambio Euro/dollaro è un danno per le esportazioni italiane in America, dovrebbe pero' facilitare le importazioni di materie espresse in dollari, come il petrolio appunto.

Ci prendono per il culo o c'è qualcosa che mi sfugge?

12/05/08

Mana Clarabella: i primi 300 Km - applausi e vaffanculo

Nonostante la prova sfortunata dell'Aprile scorso, che comunque mi aveva fatto innamorare, e nonostante mi piangesse un po' il cuore ad abbandonare lo scooter che qui a Bruxelles mi ha permesso di circolare anche con -5 gradi e pioggia a gogo, alla fine l'ho comprata: Clarabella venerdi' è arrivata.

(Sulla questione del nome scrivero' un post a parte: io stabilisco sempre il sesso di tutti i miei mezzi di locomozione, fin dai tempi della mia prima bicicletta. Questa Mana è la prima moto femmina, e si chiama Clarabella. ma ci torneremo un'altra volta).
Sabato scorso ho fatto un lungo giro, con autostrada, statali, stradine con fondo dissestato, saliscendi continui. 300 km in cui ho potuto davvero prendere le misure della moto, rimarcare molte differenze con il Demonio Pellegrino, la mia V-strom che resta in Italia, e stilare una prima lista di "Applausi a scena aperta" e "Vaffanculo sonori" per le cose che non mi piacciono.

Cominciamo.

Come va la moto
La moto va da Dio. Ha un baricentro bassissimo, e una volta che hai impostato una traiettoria la segue senza compromessi. In questo è molto diversa dal Demonio Pellegrino, molto piu' alto, e molto più scomposto in curva.

Clarabella piega, ma il movimento che devo fare è molto diverso dal V-strom. Mentre nel V-strom non riuscivo a piegare senza spingere fortemente sui pedali, con Clarabella spingere sui pedali non serve assolutamente a niente. Lei piega con te, non serve spingerla: muoviti esternamente e lei segue. Per il momento non ho piegato ancora troppo, visto che gli pneumatici sono nuovi...ma credo che abbia de gran potenziale.

Ovviamente ogni medaglia ha il suo rovescio: se con il v-strom sbagli traiettoria, dai un colpetto e la ricalibri. Con la Mana in un curvone molto spinto sono entrato lungo e ho dovuto davvero piegare un botto per cambiare la traiettoria...lei continuava ad andare...


Il cambio
Del cambio avevo già parlato dopo la mia prova postata qui sopra. Spettacolare. Devo dire che dopo i primi km mi sono completamente dimenticato della leva al piede, e non l'ho piu' usata. Prima di comprarla pensavo che avrei utilizzato poco il cambio sequenziale con i bottoni al manubrio, affidandomi di piu' all'automatico. Invece no. Mi sono scoperto ad andare quasi sempre in sequenziale, cambiando le marce al manubrio. Credo dipenda dal fatto che senta la Mana assolutamente come una moto...Viene naturalissimo dopo appena una ventina di km...chissà che tragedia quando rimontero' sulla Strom.

Il cambio automatico l'ho usato in città in mezzo al traffico. In quel caso devo dire che è utilissimo. Quasi sempre in modalità TOURING. La modalità SPORT, bella in teoria, in pratica non serve a molto. Se uno vuole tirare le marcie lo puo' fare con il cambio sequenziale.

La modalità RAIN ha un nome sbagliato. Io l'avrei chiamata modalità PASSEGGERO ROMPICOGLIONI. Nel senso che ha senso soprattutto quando avete un passeggero e volete evitare che cada in accelerazione. Ma, come già avevo scritto, temo che la sua utilità in caso di pioggia sia pari a zero, visto che non c'è freno motore...

La seduta è molto comoda, non ho subito indolenzimenti. La sella è molto larga, si possono assumere varie posizioni. Il passeggero, per un breve giro, non si è lamentato, anche se ha trovato la moto "rigida".

E infatti la moto è "rigida". Nel senso che è tarata piu' dura della Strom. Mi pare quasi una sportivona, che è poi quello che dicevano in Aprilia. Mi piace molto.


I comandi
Molto chiari, molto completi. Manca l'indicatore della benzina, ma quando si entra in riserva si accende una spia e parte automaticamente un trip parziale che vi indica quanti km avete fatto in riserva. Utile.

Manca il contagiri ma ci sono una serie di spie luminose che si accendono per segnalare che è l'ora di cambiare marcia - se siete in modalità sequenziale. Per ora l'ho visto accendersi solo una volta, visto che sono in rodaggio e non voglio troppo sforzare il motore.

Utilissima poi la possibilità di visualizzare le varie funzioni sul cruscotto a partire da un bottone sulla manopola sinistra, senza dover staccare la mano.

I tasti della cambiata sequenziale sono situati perfettamente. Viene naturali pigiarli. Pero' il tasto di cambiata in su si trova esattamente dove su tutte le altre moto c'è il clacson...per cui mi è capitato un paio di volte di voler suonare e di cambiare...non troppo cool.

Vero, manca la frizione e non c'è nessuna leva a sinistra. Credo che sia stata una scelta saggia. Il freno posteriore è al piede, come su tutte le altre moto: avere una leva li' avrebbe solo confuso.

Allora, facciamo un riassuntino, con un paio di Applausi e qualche vaffanculo.

APPLAUSI A SCENA APERTA per
  • l'ergonomia dell'insieme, che non affatica neanche su stradine dissestate, e neanche in autostrada a velocità codice. Ho sempre avuto endurone, mezze carenate, ma la Mana mi piace per l'assenza totale di vibrazioni. Certo, si prende l'aria, è una nuda, ma non si sbatacchia. Ottimo.
  • la ciclistica, perfetta
  • il rumore del motore, che borbotta possente e scoppietta in rilascio di acceleratore
  • il vano portacasco, ben fatto e capiente. L'integrale Shark ci entra più facilmente dello Schuberth S1, a lquale bisogna togliere la barra mentoniera.
  • i comandi del cambio, intuitivi e ben posizionati
  • il cambio, divertente, utile, emozionante. Tutto allo stesso tempo
  • la possibilità di visualizzare le diverse funzioni sul cruscotto dal manubrio senza staccare la mano
  • il look. Mi rendo conto che questo è soggettivo, ma il frontale e il profilo sinistro di questa moto sono assolutamente meravigliosi. Con il collo un po' taurino, la possenza del (finto) serbatoio). Molto piu' bella della nuova Monster, secondo me, che tra l'altro la ricorda parecchio nel frontale...non a caso Galluzzi, il creatore della prima Monster, ora lavora per Aprilia e la Mana è la sua prima fatica.
  • La strumentazione, molto bella.

VAFFANCULO SONORI per

  • le vibrazioni alle pedane ad alti giri motore
  • il posizionamento del clacson, scomodo da raggiungere e non intuitivo
  • il suono del clacson. Penoso. Da scooterino 50. Mi fa vergognare.
  • il posizionamento del cavalletto, scomodo da raggiungere perché ostacolato dal pedale del cambio
  • l'impossibilità di aprire il vano senza il contatto inserito. Ok la sicurezza, ma si poteva mettere il pulsante di apertura in un posto impossibile da raggiungere durante la marcia.
  • la marmitta che sale molto in alto, emanando calore sui piedi del passeggero e rendendo difficile l'uso di valigie morbide che potrebbero bruciarsi.
  • Gli specchietti un po' cheap e piccoli. Fanno il loro dovere ma si poteva fare di meglio. Sono gli stessi montati sulla Shiver.
  • L'assenza di un indicatore del carburante.
  • La mancanza di un piccolo vano sottosella. Ok, c'è il vano al posto del serbatoio che puo' accogliere il casco, ma i documenti, il bloccasterzo, e la catena dove me li metto?

Per ora è tutto. Vi aggionero' sui progressi e sto pensando di aprire un blogghetto in inglese sui molto giri belgi che mi riprometto di fare a breve...Spero che al buon Gandalf la sua Triple arrivi presto, cosi' chi ci ferma piu'?

Uso del blog a fini personali

Interisti, magari lo vincerete anche questo scudetto, pero' intanto PUPPATEMELO TUTTO.

09/05/08

E' arrivata, è nuda, ed è mia

Ore 00.24...

E' arrivata. E' nuda. La mia prima nuda. Ed è mia. Adesso sta dormendo nel mio salone. Non ho voluto che dormisse altrove. Domattina partiamo insieme, per questa nuova avventura. Inaspettata, una pazzia. Ho lasciato la compagna fedele, che mi ha aiutato senza mai chiedere niente...un colpo di testa davvero. Come lasciare una moglie, una fidanzata fedele, per un'amante sconosciuta di cui ti piace solo l'odore, la pelle. Spero di non pentirmene. Ha sicuramente un carattere diverso, ma so che c'intenderemo.

Nel corso del weekend vi sapro' dire di più.

08/05/08

Da 12 a 21: Berlusconi fa le moltiplicazioni meglio di Gesu'

Al di la' del giudizio di merito sulle persone (alcuni mi paiono molto validi, altri messi li' solo per tendenze pruriginose e per non scontentare le varie anime): ma non dovevano essere 12?

04/05/08

Sei cose. Forse dodici. Ma sempre sei

La Pytta e Gandalf recentemente mi hanno passato lo stesso giochetto, per cui devo fare la lista di sei cose che mi piacciono, e passare la palla ad altri sei tapini...

Allora, mi piace:
  1. Ruttare in pubblico, proferendo parole nel rutto.
  2. Urlare oscenità in pisano in luoghi affollati da radical chic.
  3. Essere in posti con tante belle tope. Possibilmente in biancheria intima molto troia. Possibilmente che vogliano trombammi tutte. Possibilmente senza dovelle poi pagà.
  4. Spaccare i palloncini ai bambini e sentirli piangere.
  5. Inondare i pedoni passando in macchina dentro le pozzanghere vicino ai marciapiedi.
  6. Andare alle feste del Partito Socialista Euopeo e dire che voto Lega o Berlusconi e vedere l'effetto che fa.
Nel caso in cui non avessi del tutto capito il senso del giochino, e che quindi le cose dovessero essere un po' più auliche, allora la lista sarebbe questa:
  1. La sensazione che si prova la prima volta che si monta su una moto nuova. Sensazione tanto fugace quanto rara, purtroppo.
  2. Perdermi per stradelle di campagna sconosciute della mia Toscana con il Demonio Pellegrino. Vedere una stradetta imprevista, inforcarla e vedere dove va. E scoprirmi contento anche se non va proprio da nessuna parte ma mi porta semplicemente alla porta di un casolare.
  3. Essere politicamente scorretto, e vedere lo sconcerto nelle facce dei benpensanti quando dico quello che penso in materia di immigrazione, politiche sociali, l'Euro, l'Europa, etc...
  4. Mangiare al ristorante giapponese Izakaya.
  5. Passare una giornata intera su una spiaggia leggendo prima il giornale locale, poi un libro, limitando i miei spostamenti a brevi deambulazioni battigia-asciugamano-battigia-acqua-asciugamano -battigia-acqua-asciugamano. L'ordine può leggermente variare.
  6. Farmi leccare i piedi da Oscar, il cane dei miei genitori, dopo una giornata di mare.
Ora questa cosa passa a Mercato Unico, Markinga, a Come se Fosse Antani, a Elisa, a Leox e a Giulia. Se lo volete fare, lo fate, sennò pace.

01/05/08

Il corteggiamento del milledugento è uguale a quello di adesso...ce lo prova Ciullo d'Alcamo

PREMESSA: Nei commenti a questo post, avevo usato l'espressione "vai a scopare il mare", che aveva generato un piccolo dibattito sulle sue origini. La commentatrice wiki ci aveva detto che l'espressione trovava un antenato nella storia di Ciullo d'Alcamo...e mi ha inviato un bellissimo scritto nel quale ripercorre la storia di Ciullo e spiega come i fondamentali del corteggiamento non siano molto cambiati dal milledugento...e ci traduce espressioni poetiche in modo diverso da quelle che abbiamo imparato a scuola...Per cui ve lo posto qui sotto. Buona lettura. Ne vale la pena.

Per wiki solo una parola FANTASTICO. Se a scuola le cose le insegnassero cosi'...

Il Contrasto di Ciullo D'Alcamo,
commentato e spiegato da WIKI

Allora, stiamo parlando di uno dei primi testi della poesia comica italiana, prima ancora di Cecco Angiolieri e del suo S'i' fossi foco.., di un vero – e spassossissimo - capolavoro della poesia comico-erotica. Spesso tralasciato o peggio edulcorato nella consueta prassi scolastica.

Siamo in Sicilia, metà del Milledugento. Un ragazzo e una ragazza che “battibeccano” - ed ecco la forma del “contrasto”: una strofa lui, una lei. Ciullo non s'è l'è inventata dal niente: la usavano già i poeti provenzali, cento anni prima. Lei è probabilmente una sguattera che sta alla finestra della casa padronale, lui un gabelliere che finge di essere un ricco nobile per fare colpo su di lei.

Ah, “ciullo” in Sicilia, ancora oggi, è l'organo sessuale maschile – ma nei vostri libri di letteratura troverete sicuramente un ben più poetico “Cielo D'Alcamo”...

Comunque, dato che nomen est omen, il giovane apostrofa così la ragazza:
Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state
le donne ti disiano, pulzell' e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia.

Cioé: Rosa splendida e profumata che fiorisci d'estate, anche le donne ti desiderano, vergini e sposate; toglimi da questo fuoco, se ne hai volontà. Non ho pace né la notte né il giorno, pensando a voi, mia signora.

Quindi lui all'inizio tira fuori la solita frase fatta “sei un fiore”, ma si capisce subito che non ha in mente una relazione molto platonica: lei è così bella da suscitare addirittura desideri saffici – anche se il vostro prof sosteneva che le altre donne la invidiassero e basta per la sua bellezza, quel puritano! – e lui ha fatto proprio venire i bollenti spiriti (este focora)! Naturalmente, tutti sappiamo come si spengano i bollenti spiriti...A me personalmente ricorda abbastanza la scena dell'incontro tra Romeo e Giulietta: “Ho sete...” “Quale acqua può dissetarti?” “È un'acqua che è un fuoco, e che sta sulle tue labbra...”

Ma lei fa la ritrosa, anzi, lo manda proprio a quel paese:
- Se di meve trabàgliti follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,
l’abere d’esto secolo tut[t]o quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m’aritonno.

Se stai male per me, sei un pazzo. Potresti arare il mare, seminare il vento, accumulare tutto l'oro del mondo, ma piuttosto che essere tua mi faccio monaca! E il verbo “aritonnare” richiama proprio la tonsura claustrale...Ma lui non si scompone più di tanto, le dice che se lei si facesse suora, lui morirebbe di dolore, così le propone direttamente poniamo che s’ajumga il nostro amore. Cioè, come direbbe Elio e le storie tese, “Uniamo i nostri corpi nell'estasi suprema dell'idillio d'amore”.

Lei fa sempre la ritrosa e trova la più classica delle scuse:
se ti ci trova pàremo cogli altri miei parenti,
guarda non t’ar[i]golgano questi forti cor[r]enti.
Como ti seppe bona le venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta.
“se mio padre ti trova con me, ti fa un mazzo così, e i miei fratelli pure”

Ma lui se la ride sotto i baffi: sa benissimo che nelle Costituzioni Melfitane di Federico II c'è una legge che permette ad un nobile (lui sta fingendo di essere nobile, ma lei non lo sa – ma quante balle raccontano gli uomini alle donne?) di cavarsela con una multarella da pochi agustari se stupra una ragazza del popolo. Ah, i vantaggi dell'Ancien Régime...!

Lei dice di non poterne più della sua insistenza e che se anche fosse ricco come un sultano non la potrebbe nemmeno sfiorare con la punta di un dito. Ma lui sa perfettamente che il suo punto di forza non sono i soldi, bensì la suavitas delle sue parole, la loro forza ammaliatrice...
- Molte son le femine c’hanno dura la testa,
e l’omo con parabole l’adimìna e amonesta:
tanto intorno procàzzala fin che ll’ ha in sua podesta.
Femina d’omo non si può tenere:
guàrdati, bella, pur de ripentere.
...talmente ammaliatrice che prima o poi lei cadrà in suo potere, inverando una versione molto più carnale del dantesco “amor ch'a nullo amato..”: una donna non può fare a meno di un uomo! E che lei stia ben attenta a non pentirsi di un suo rifiuto!

Ella risponde che piuttosto che pentirsi si farebbe uccidere e che le sue parole da cantautorucolo fallito l'hanno stancata.
- K’eo ne [pur ri]pentésseme? Davanti foss’io aucisa
[...]
Acquìstati riposa , canzoneri:
le tue parole a me non piac[c]ion gueri.

Ma lui sfodera un colpo basso – perché tutte le donne vogliono essere quella “di più delle altre” - mettendoci dentro anche il destino cinico e baro. E non serve parafrasi.
Femina d’esto secolo tanto non amai ancore
quant’amo teve, rosa invidïata:
ben credo che mi fosti distinata.

E lei di nuovo: “se son destinata a te, allora mi faccio davvero suora”; ma lui dice che anche lui andrà al monastero, che si farà frate pure lui – e cento anni dopo Boccaccio ne racconterà delle belle, a questo proposito - perchè
besogn’è ch’io ti tenga al meo dimino.
“ho bisogno che tu sia mia, che tu sia in mio dominio”. Uau. Il fuoco della passione. E probabilmente lui ha anche un'idea connotata in modo fortemente sessuale, del dominio...
Lei adesso comincia a fare un passo indietro : “oimé misera, oimé tapina, destino crudele...” e finge di cercare una scappatoia, tipo “non son degna di te”:
Cerca la terra ch’este gran[n]e assai,
chiù bella donna di me troverai.

Ma lui è convintissimo:
- Cercat’ajo Calabr[ï]a, Toscana e Lombardia,
Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria,
Lamagna e Babilonïa [e] tut[t]a Barberia:
donna non [ci] trovai tanto cortese,
per che sovrana di meve te prese.
Insomma, in tutto l'orbe terracqueo non c'è un'altra come lei! È ovvio che la ragazza a questo punto sia tutta in brodo di giuggiole, ma fa la figlia di Maria, quella che “non lo fo per piacer mio, ma per dare figli a Dio”: “Se soffri proprio così tanto...sposami, e poi farò quello che vuoi”.
Ma lui se la ride sotto i baffi: sa bene che lei sta cedendo, sa di averle dato il colpo di grazia:
e dato t’ajo la bolta sot[t]ana.
Dunque, se pot[t]i, tèniti villana.
...ma le brave ragazze non gli piacciono. Sa bene che con quelle un po' ruspanti (villane) ci si diverte molto di più...

Ma lei ha inteso male la questione del “colpo” e si spaventa:
- En paura non met[t]ermi di nullo manganiello:
o forse non si è spaventata per nulla, anzi! ...dato l'evidente doppio senso di “manganello”!

E il nostro giovane a questo punto fa finta di fare il poeta, ma il doppio senso sessuale avanza implacabile:
di quaci non mi mòs[s]era se non ai’ de lo tuo frutto
lo quale stäo ne lo tuo jardino:
disïolo la sera e lo matino.
...perché è ovvio che lui non si alzi al mattino e vada a letto la sera con la voglia di una bella macedonia...

Ma la fanciulla, con la più classica delle civetterie femminili, fa quella che “ce l'ha d'oro”:
- Di quel frutto non àb[b]ero conti né cabalieri;
molti lo disïa[ro]no marchesi e justizieri,
avere no’nde pòttero:
E lui, giustamente, le fa notare che “non ce l'hai solo te” e che non si può disprezzare ciò che prima non si è provato, anzi, assaggiato...
- Molti so’ li garofani, ma non che salma ‘ndài:
bella, non dispregiàremi s’avanti non m’assai.

Lei deve essere proprio a corto di argomenti, se per l'ennesima volta tira fuori la storia “nemmeno per tutto l'oro del mondo – ma se soffri tanto, perché non muori e non mi lasci in pace?”. Ma lui risponde che morire sarebbe una consolazione, dal momento che per lei farnetica notte e giorno perché
Sanz’on[n]i colpo lèvimi la vita.

E lei – che è lì lì per cedere – “vattene, vattene, disgraziato, che se arrivano i miei...”
Ma lui rincara la dose: è un anno, ormai, che lui non fa che pensare a lei, da quando...
Or fa un anno, vìtama, che ’ntrata mi se’ [’n] mente.
Di canno ti vististi lo maiuto,
bella, da quello jorno so’ feruto.
...da quando l'ha vista in grembiule (maiuto)! No. Fermi tutti. Qui qualcosa non torna. Come, “da quando ti ho vista in grembiule”? Che senso ha? Ha senso, ha senso... perché il “maiuto” era il rozzo grembiule inamidato che impediva alle lavandaie di bagnarsi quando andavano a lavare i panni al fiume o al lavatoio. Ora, si sa benissimo in quale posizione si mettano le lavandaie... ah, ecco di cosa si è innamorato il romanticone! Ecco cosa turba i suoi sonni!

Lei ormai si sdilinquisce tutta “Ah, Giuda traditore, ti sei innamorato di me...neanche fossi stata vestita con le stoffe più preziose...”
- Di tanno ’namoràstiti, [tu] Iuda lo traìto,
como se fosse propore, iascarlato o sciamito?
...però – c'è un però...ultimi baluardi di resistenza – se non mi sposi, mi getto in mare!

Ormai il ragazzaccio è scatenato: “sì, dai, gettati in mare, io ti cerco in lungo e in largo, poi ti trovo mezza morta sulla spiaggia e...
trobàrati a la rena
solo per questa cosa adimpretare:
conteco m’ajo a[g]giungere a pec[c]are.
Zacchete! Grandissimo. Quando si dice “basta che sia ancora calda”.

Lei si fa il segno della croce “Oh Gesùmmaria...” però gli fa notare una cosetta – e facendogliela notare, ci fa capire che ormai il gioco e fatto:
Morta si [è] la femina a lo ‘ntutto,
pèrdeci lo saboro e lo disdotto.
“Ma insomma, se io sono proprio morta morta... che gusto ci provi?”. Soprattutto – che gusto ci prova lei...“Lo so, cara mia, ma cosa ci posso fare? Tu non mi ami...”
Ancora tu no m’ami, molto t’amo,
sì m’hai preso come lo pesce a l’amo.

Lui, come direbbe Elio, la sta “mettendo sull'affetto” ed è ovvio che lei risponda “chiaviamo”! Però prima deve precisare che lo fa per amore “Massì, massì che tii amo...”
- Sazzo che m’ami, [e] àmoti di core paladino.
Lèvati suso e vatene, tornaci a lo matino.
Se ciò che dico fàcemi, di bon cor t’amo e fino.
Quisso t’[ad]imprometto sanza faglia:
te’ la mia fede che m’hai in tua baglia.
“...però torna domattina, e ti prometto che sarò tua”. O meglio: in tua balìa. Insomma: fai di me ciò che vuoi!

Figuriamoci se lui può aspettare fino al mattino dopo! Piuttosto che muoversi si farebbe scannare col suo coltello nuovo:
- Per zo che dici càrama, neiente non mi movo.
Intanti pren[n]i e scànnami: tolli esto cortel novo.
E la supplica di esudire il suo desiderio, ormai esplicitamente erotico
Arcompli mi’ talento, [a]mica bella,
ché l’arma co lo core mi si ‘nfella.
...anche se non dimentica mai di infilarci l'accoppiata “anema e core”.

Le fa la crocerossina: lo sa che la sua arsura non può essere guarita in altro modo e sarebbe anche disposta a sacrificarsi... però però...senza un bel giuramento sul Vangelo non se ne fa niente, che piuttosto le tagli la testa!
- Ben sazzo, l’arma dòleti, com’omo ch’ave arsura.
Esto fatto non pòtesi per null’altra misura:
se non ha’ le Vangel[ï]e, che mo ti dico “Jura”,
avere me non puoi in tua podesta;
inanti pren[n]i e tagliami la testa.

Ma figuriamoci se questo straordinario corteggiatore non ha lì per caso una copia del Vangelo su cui giurarle immantinente eterna fedeltà! Mica ci si può far trovare sprovvisti del necessario proprio sul più bello...
- Le Vangel[ï]e, càrama? Ch’io le porto in seno:
a lo mostero prèsile (non ci era lo patrino).
Sovr’esto libro jùroti mai non ti vegno meno.
Arcompli mi’ talento in caritate,
ché l’arma me ne sta in sut[t]ilitate

E lei a questo punto è spettacolosa:
- Meo sire, poi juràstimi, eo tut[t]a quanta incenno.
Sono a la tua presenz[ï]a, da voi non mi difenno.
S’eo minespreso àjoti, merzé, a voi m’arenno.
A lo letto ne gimo a la bon’ora,
ché chissa cosa n’è data in ventura.
“Ascolta, giura dopo... sono tutta un bollore. Son qui. Non faccio più la ritrosa. E scusa se ti ho disprezzato. Mi arrendo. Andiamo subito a letto. Oh, queste cose capitano..”

Morale: ci sono voluti 160 versi, 32 strofe di amoroso alterco... ma l'amore trionfa sempre!
Perché le parole smuovono anche i massi. Perché saper parlare al cuore e ai sensi di una donna è importante, ora come allora. Perché nonostante il femminismo, il capovolgimento dei ruoli, l'imperante mascolinizzazione, questo è quello che le donne vogliono da un uomo: essere corteggiate. E sanno ben ripagare.

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