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15/04/11

Le donne toscane...

...sono fini come una palata di bottino. Pero' la Toscana resta sempre la Toscana. Occhio, perche' chi e' sensibile alle bestemmie e' meglio che non lo veda questa video (pero' allora non dovrebbe neanche andare mai in Toscana, perche' li' si viene su a pane e bestemmie...)


23/02/11

Cosa vuol dire essere toscani

Ecco, a me una delle cose che mi dispiace e' che 'r mi figliolo non verra' su attorniato da personaggi come questo tizio intervistato durante lo show dei Nido del cuculo (quelli dei doppiaggi tipo il mitico Buonasera sono Baiocchi, volevo tromba' la su figliola).

E vi giuro che questi personaggi esistono per davvero.

23/01/08

Io parlo Pisano

Siccome in parecchi m’avete scritto chiedendomi lumi sulle ultime due frasi apparse come sottototitolo del blog (l’attuale “t’avessi in culo, t’andrei a caa’ a Rapa-nui”, e quella precedente “Andiamo, moviti brutta farda di ‘asino…”), ho deciso di lanciare una nuova rubrica periodica, che chiamero’ “Io parlo pisano”. L’aggiornero’ quando ne avrò voglia, e la usero’ per spiegare il significato di alcune espressioni tipiche.

Innanzitutto, bisogna capire una cosa: il fiorentino, non e’ IL dialetto toscano. E’ il dialetto che si parla a Firenze. Che e’ MOLTO diverso dai dialetti toscani occidentali (viareggino, pisano, livornese e corso cismontano). La differenza c’e’ e si sente. Per capirla, date un’occhiata al video postato qui dalla mitica Elisa, e paragonatelo a come parla Benigni.

Ecco, in questo video (fantastico) si parla livornese. Il pisano e’ molto simile al livornese, anche se con le “E” meno aperte, e sicuramente suona meno volgare (ma forse sono di parte). Comunque, secondo wikipedia, il pisano parlato “a Pisa […] è generalmente più duro e definito del livornese, meno cantilenato e più classicamente toscano. Il tutto intercalato da un utilizzo frequente di topics indigeni (dé, boia).”

Ma veniamo a noi. Ecco le prime cinque voci:

<<T’avessi in culo, t’andrei a caa’ a Rapa-Nui>> (variante: t’avessi in culo, t’andrei a caa’ nella Fossa delle Marianne). La si usa contro persone che ci fanno particolarmente schifo. Il concetto e’ semplice: queste persone ci disgustano a tal punto che se le avessimo in culo, andremmo il piu’ lontano possibile a defecarle (caa’=cacare), per non appestare luoghi vicini. Rapa-nui e la Fossa delle Marianne sono posti lontanissimi...e stanno ad indicare lo sforzo che saremmo disposti a fare. Esempio: se Prodi fosse pisano, vedendo Mastella la prossima volta gli direbbe proprio “Boia dhe, popo’ di stronzolo che siei, t’avessi in culo t’andrei a caa’ a Rapa-nui”.

<<Ha visto più schizzi lei degli scogli di Marina>> (variante geografica “Ha visto più schizzi lei degli scogli di Calafuria”). Questa e’ un’espressione spettacolare. In pratica la si usa per indicare che una certa donna e’ abbastanza di facili costumi, e ha avuto parecchie esperienze sessuali. Immaginatevi quanti schizzi di mare possa vedere una scogliera qualsiasi (in questo caso di Marina di Pisa). Ecco: se una ragazza ha visto addirittura piu’ schizzi (non di mare) di questa scogliera...diciamo che si e’ data parecchio da fare. Esempio: a uno che dicesse "oh, ma seondo me la Arcuri alla fine è proprio una ragazza ammodino (perbene)", si potrebbe rispondere "boia dhe, ma sei briao (ubriaco)? ma se ha visto più schizzi lei degli scogli di Marina!"

<<Farda>>: vuol dire puttana. (Farda di ‘asìno=puttana di casino). Deriva dal trucco che le donne appariscenti (associate con le puttane) sono solite mettersi...il “fard” appunto. La Farda e’ una donna che si trucca troppo, come una prostituta. Esempio: in una discoteca, se vedessi una vestita a festa, con un casino di trucco sul viso, potrei dire a un amico “boia deh, hai visto che farda di ‘asino vella (quella) lì? Sai che mugoloni (pompini)?

<<Tegame>>: puttana, pero’ un po’ meno forte di farda, quasi affettuoso. Il tegame in toscano e’ anche la pentola che si usa per cucinare. E questo doppio significato e’ spesso usato per offendere. Vi do un esempio di vita vissuta. All’universita’, un’amica di Roma m’invito’ a una festa a casa sua. Ci andai con vari amici, e appena entrati ci rendemmo conto che era pieno di zocccole assatanate (non una brutta cosa, sia ben detto). Al che chiesi alla padrona di casa “boia deh, e t’e’ scoppiata la ‘ucina (cucina)? Come mai tutti vesti tegami a giro”?

<<’Un friggo mia ‘on l’acqua>>: letterlamente vuol dire “non friggo mica con l’acqua”, e cioe’ non sono uno sprovveduto, so il fatto mio, sono bravo in quello che faccio. Esempio: se quello che ha messo incinta la figlia piccola di Berlusconi fosse pisano e fosse stato uno che cercava d’incastrare una coi soldi, probabilmente i suoi amici gli avrebbero detto “oh, deh, bravo, l’hai ‘ngravata (messa incinta)? Ora sei apposto per tutta la vita, deh, che culo!”, e lui avrebbe potuto rispondere con orgoglio “deh, ragazzi, lo so, son troppo forte, io ‘un friggo mia ‘on l’acqua”.

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