Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, di Robert Pirsig è uno di quei libri di cui si parla spesso nel mondo degli amanti delle moto come di una bibbia. Peccato che con le moto non c'entri assolutamente un cazzo. E difatti quando poi cominci a chiedere ai molti motociclisti che ne parlano "scusa ma di che parla?", le risposte sono imbarazzanti "eh, sai, della dell'arte della manutenzione della moto...".
Sticazzi. Il libro è infatti quasi un testo di filosofia pura, nel quale si discetta di che cosa sia la Qualità, e di come le varie cosmogonie dai greci in poi abbiano generato una rottura non giustificata tra qualità e bene, immettendo nel pensiero occidentale una scissione tra soggetto e realtà che - secondo l'autore - non è giustificata.
Si parla di moto nelle prime 30 pagine. Non di più. E sono pagine molto belle. E si parla poi di moto un paragrafetto ogni 10 pagine...Pero' è un libro che sta alla moto come Tonino Di Pietro sta all'italiano forbito. Poco.
L'andare in moto, e soprattutto il saper fare da solo la manutenzione alla propria moto, è solo la scusa dalla quale si dipana tutto il ragionamento filosofico. Il rifiuto della tecnologia da parte di coloro che non sanno mettere mano alla propria moto, portandola dal meccanico anche solo per far stringere la catena, è solo l'argomento utilizzato per cominciare a investigare il rifiuto della tecnologia nelle comunità hippy americane (il libro è del 1974) e da li' poi via verso discorsi abbastanza impegnativi: perché la tecnologia ci pare 'brutta'? Quando l'arte e la tecnica si sono separate come concetti? Che cos'è la qualità?
Perché ne parlo? Perché ho appena finito di leggerlo. Avevo già provato a leggerlo quando avevo 15 anni, e onestamente avevo abbandonato a pagina 40 perché non ci capivo più assolutamente una mazza e non era assolutamente il libro che mi aspettavo. Io pensavo si parlasse delle praterie americane, dei viaggi, del vento sulla faccia...e invece dopo trenta pagine, cominciai a percepire solo martellate sui coglioni. O almeno la vedevo cosi' allora.
Sabato scorso ho visto il libro in libreria, e mi è venuta voglia di riprovare, quasi vent'anni dopo. Perché stavolta sapevo cosa aspettarmi.
Ed è proprio vero che il tempo cambia le percezioni. Perché ora direi che il libro è stupendo. Perché innanzitutto la storia di fondo del protoganista, una storia autobiografica, è abbastanza coinvolgente. Ma poi soprattutto è bello vedere che il mio cervello è ancora in grado di capire discorsi filosofici, è ancora in grado di ricordare le cosmogonie dei pre-aristotelici, Anassimene, Anassimandro...
Ora pero' ho bisogno di un po' di sudoku sul bagnasciuga.
25 commenti:
eh eh eh!della serie un colpo al cerchio e uno alla botte!!!!
ma diamogliene anche tre di colpi alla botte...
Leggere di filosofia in spiaggia e' prova di ardimento e coraggio degna di un cavaliere dei tempi antichi. Complimenti ;-P
devo dire che il libro l'ho cominciato sulla spaggia ma l'ho finito al freso dei 12 gradi di bxl...
Un po' meno coraggioso di quanto tu non pensi!!
in tutta onestà a me fa ancora cagare...
ne riparliamo tra 20 anni
il dono della sintesi...mi piace francé...
Le cosmogonie dei greci erano tutte molto simpatiche (anche se non capisco cosa c'entrino con la manutenzione delle moto).
Comunque in questo periodo, è molto meglio un sudoku sul bagnasciuga.
non lo capisci perché non hai letto il libro. Adattissimo, secondo me, ai 38 gradi e allo scirocco di messina. Magari con una rivoltella accanto, pero'. Per sparare ai passanti che non vivono una vita di qualità.
mai letto, forse perché ho sentito solocommenti sullo stile di francé :-)
Demons, c'é un premio ed un meme bastardissimo per te, cosí sotto l'ombrellone altro che sudoku!!!! :-)
Anche a me è piaciuto molto. Nonostante apparentemente c'entri ben poco con la moto. In realtà è come dice Dem, la manutenzione della motocicletta è un espediente per parlare di Qualità, di rapporto con la tecnologia, di filosofia...
In ogni caso, se non altro, leggerlo mi ha ricordato che si può vivere meglio se si pone un po' d'attenzione nel come si fanno le cose...e, da motociclista novellino quale sono, ha contribuito a farmi desiderare di poter armeggiare sulla mia Giallina senza l'aiuto di un meccanico anche per tirare la catena...
^_^
Be', ho cominciato a leggere ridendo ma un po' preoccupata: ridendo perché è vero che il libro con le moto non c'entra, ma un po' preoccupata perché a me il libro, quando l'ho letto, era piaciuto molto. Ma molto.
Poi mi son tranquillizzata, e adesso, nel caldo umido afoso e forse, chissà, dicono, si spera con un po' di vento della pianura, mi hai fatto venire voglia di rileggerlo.
chiudere il blog?!!? e perche'?!?! :-)
dai che non sei obbligato a farlo... ;-) beccati il premio e basta :-)
Leox - io devo ammettere che sono uno di quelli che vanno dal meccanico. Magari non per la catena, ma per altro si'...
Prof - l'ho sorpresa? Mi permetto di consigliarle pero' altre letture visto il caldo di cui beneficiate in Italia...che ne so, un bel giapponese alla Murakami (Haruki, pero').
gandalf - scrherzavo...ora adempio ai miei doveri...
ma lo so, ed io te l' ho passato perche so anche che in fondo in fondo hai anche un animo poetico ;-)
mi sopravvaluti, amico mio.
Demonio, lo so che vai dal meccanico, così come credo farei anch'io in caso di guai seri...però mi piace l'idea di essere in grado di fare piccoli lavori di riparazione e/o manutenzione.
Devo ancora raccontare sul blog delle mie disavventure con il cavo del gas, poi ne riparliamo...
io ci ho provato mettendo i paramani alla strom. Ho dovuto togliere anche il cavo frizione e aggeggiare un bel po'. con il risultato che ora secondo me la frizione non tira come dovrebbe.
Mah.
Il libro lo leggerei, se ce l'avessi e se non stessi per andare in letargo, come invece mi accingo a fare.
E dai che Gandalf c'ha ragione: infondo infondo hai l'animo del poeta.
Ventiseitre, sono un poeta ruttatore.
Beato te ke vai in letargo.
Grazie :-)
Approvo Murakami (ho letto "A sud del confine, a ovest del sole", mi è piaciuto molto, cos'altro posso leggere?)
se ti è piaciuto quello non potrà non piacerti Norwegian Wood. Un libro assolutamente devastante.
Bello Norwegian Wood. Lo lessi che si chiamava ancora Tokyo Blues (le solite traduzioni all'italiana). Mi sta venendo voglia di rileggerlo...
Leox, ank'io...copertina rossa feltrinelli con la scritta tokyo blues...poi l'jo prestato e ovviamente me l'hanno inculato (mai prestare I libri...) Ora l'ho ricomprtao, versione einaudi, e aspetto l'autunno per rileggerlo. Secondo me e' un libro ke si apprezza col freddo...non saprei spiegarlo ma e' cosi'
se ci si impegna a leggerlo ogni 20 anni, nel raggiungere la 4à/5à volta il piacere e la riconoscenza aumentano sempre
Dici che quando avro' 100 anni mi piacera' ancora di piu'?
Posta un commento