Recentemente, parlando con un amico e due amiche, e' sorta una diatriba: qual e' il numero minimo di persone necessario per un'orgia? Cioe', quand'e' che il sesso che coinvolge piu' persone diventa un'orgia?
Il dubbio riguardava in particolare il numero quattro: io sostenevo che a quattro, non si possa parlare di vera orgia, che ci sia bisogno di almeno cinque persone. Altri sostenevano come gia' da quattro sia lecito utilizzare il termine orgia. Eravamo tutti d'accordo nell'escludere il tre (la cosa a tre non e' mai un'orgia).
Ora, la questione ci ha un po' preso, e ci siamo messi a fare delle ricerchine. La cosa interessante, e' che pare che non ci sia una soluzione condivisa. Secondo Esquire, ci vorrebbero almeno cinque persone (due coppie, piu' un battitore libero come minimo).
Ma questa spiegazione non mi soddisfa, perche' si fa dell'orgia una questione di coppie. Certo, tre, quattro coppie, possono fare delle orgie. Ma perche' non cinque-sei single allora?
Wikipedia da' una spiegazione che mi pare molto convincente. Dice che la differenza tra un'orgia da un lato, e una cosa a tre o a piu' persone dall'altro, e' che nella cosa a tre o a piu' persone c'e' un solo specifico atto sessuale, al quale altri si possono aggiungere, ma che non puo' essere diviso in vari atti sessuali; se invece ci sono due o piu' centri di attivita' sessuale specifici, allora la cosa a tre diventa un'orgia.
Quindi secondo wikipedia, la vera differenza e' se ci siano a meno attivita' sessuali separate: se ci fossero anche 6 persone, ma tutte coinvolte nello stesso atto allo stesso tempo, allora niente orgia (le gangbang, con una donna in mezzo a dieci, venti uomini, dunque, non sarebbero un'orgia, e sono d'accordo). Mentre se ci fossero anche solo quattro persone, se trombano indipendentemente, due a due, creando centri di attivita' sessuale indipendente, allora saremmo in presenza di un'orgia. (Da notare che wikipedia dice che anche una cosa a tre puo' essere un'orgia, ma non capisco come. A meno che non si voglia qualifcare come un'orgia due che trombano da soli mentre uno li guarda facendosi una sega).
Nella mia mente io avevo sempre pensato che comunque sia nell'orgia le persone devono fare sesso con almeno due partner, o almeno con uno che non sia il proprio partner ufficiale (se vado a un'orgia con mia moglie, e trombo solo con mia moglie, non ho fatto un'orgia, credo). Ma di questo requisito non trovo menzione.
E voi? Avete mai riflettutto sul problema?
25/02/09
22/02/09
Periodo ESP
Come avrete potuto notare, in questo periodo sono un po' assente. Spieghero' a breve il perche'. Nel frattempo pero', vorrei raccontare delle cose che mi stanno capitando che mi turbano non poco.
Gli episodi piu' significativi sono quattro (ce ne sono altri che possono pero' essere derubricatI a semplici coincidenze...ma per questi quattro la spiegazione "coincidenza" non funziona...)
Fatto 1 - Robin
Prima di Natale, sono in macchina con mia moglie, che mi accompagna all'aeroporto, e discutiamo di varie cose. A un certo punto, senza un motivo particolare, mi viene in mente una persona, tale Robin, che non vediamo da una decina d'anni, e con il quale non eravamo neanche particolarmente amici. Una persona completamente dimenticata, che mi e' rivenuta a mente senza una ragione particolare. Bene, scendo dalla macchina, vado in aeroporto, entro in bagno, e chi ti trovo con la fava in mano al vespasiano? Robin.
Sono rimasto allibito. Una persona alla quale NON penso da dieci anni, la penso, e la vedo dopo dieci minuti.
Ma questo e' niente rispetto al fatto 2, che si sarebbe verificato di li' a poco.
Fatto 2 - il gatto nero
Qualche giorno dopo il fatto 1, sono a casa dei miei, e sto guardando la mia biblioteca giovanile per cercare un libro. A un certo punto mi viene la voglia di prendere una vecchia edizione dei racconti di Poe, e mi viene l'impulso di leggere il racconto de Il Gatto Nero, l'unico che non avevo letto 17 anni prima (perche'? Boh!). Bene, il giorno dopo, un'amica scrittrice mi manda un suo racconto, nel quale, indovinate un po'?, il personaggio principale e' il gatto nero di Poe.
Sconvolto, scrivo all'amica per raccontarle tutto, e, incredibilmente, non mi sfancula ma mi crede.
L'amica in questione e' anche la vittima del mio fatto 3.
Fatto 3 - il sesto piano
Parlando con l'amica di cui sopra, le chiedo : ma e' vero che tu vivi al sesto piano? Perche' ieri sera, le dico, stavo pensando a cosa potresti mettere come descrizione per la quarta di copertina, e pensavo che sarebbe stato carino mettere "Lara ha 32 anni e vive al sesto piano". Lei, sconvolta, mi dice che vive al sesto piano. Nota Bene che io non ho mai visto casa sua, ne' se n'era mai parlato.
Fatto 4- il taxi
Vado sul blog de La Noisette, vedo un suo post nel quale annuncia di aver scritto un racconto, e nel quale da' il link verso il sito dove il racconto si trova. Prima di aprire il racconto ho chiaro nella mente che il racconto parlera' di lei in un taxi, che conosce il tassista. E ovviamente, BINGO!
Ora, io mi chiedo, ma perche' queste esperienze ESP (extrasensory perceptions - vedi qui la definizione) non mi fanno indovinare qualche numero del Lotto?
E piu' seriamente, che cazzo succede?
Gli episodi piu' significativi sono quattro (ce ne sono altri che possono pero' essere derubricatI a semplici coincidenze...ma per questi quattro la spiegazione "coincidenza" non funziona...)
Fatto 1 - Robin
Prima di Natale, sono in macchina con mia moglie, che mi accompagna all'aeroporto, e discutiamo di varie cose. A un certo punto, senza un motivo particolare, mi viene in mente una persona, tale Robin, che non vediamo da una decina d'anni, e con il quale non eravamo neanche particolarmente amici. Una persona completamente dimenticata, che mi e' rivenuta a mente senza una ragione particolare. Bene, scendo dalla macchina, vado in aeroporto, entro in bagno, e chi ti trovo con la fava in mano al vespasiano? Robin.
Sono rimasto allibito. Una persona alla quale NON penso da dieci anni, la penso, e la vedo dopo dieci minuti.
Ma questo e' niente rispetto al fatto 2, che si sarebbe verificato di li' a poco.
Fatto 2 - il gatto nero
Qualche giorno dopo il fatto 1, sono a casa dei miei, e sto guardando la mia biblioteca giovanile per cercare un libro. A un certo punto mi viene la voglia di prendere una vecchia edizione dei racconti di Poe, e mi viene l'impulso di leggere il racconto de Il Gatto Nero, l'unico che non avevo letto 17 anni prima (perche'? Boh!). Bene, il giorno dopo, un'amica scrittrice mi manda un suo racconto, nel quale, indovinate un po'?, il personaggio principale e' il gatto nero di Poe.
Sconvolto, scrivo all'amica per raccontarle tutto, e, incredibilmente, non mi sfancula ma mi crede.
L'amica in questione e' anche la vittima del mio fatto 3.
Fatto 3 - il sesto piano
Parlando con l'amica di cui sopra, le chiedo : ma e' vero che tu vivi al sesto piano? Perche' ieri sera, le dico, stavo pensando a cosa potresti mettere come descrizione per la quarta di copertina, e pensavo che sarebbe stato carino mettere "Lara ha 32 anni e vive al sesto piano". Lei, sconvolta, mi dice che vive al sesto piano. Nota Bene che io non ho mai visto casa sua, ne' se n'era mai parlato.
Fatto 4- il taxi
Vado sul blog de La Noisette, vedo un suo post nel quale annuncia di aver scritto un racconto, e nel quale da' il link verso il sito dove il racconto si trova. Prima di aprire il racconto ho chiaro nella mente che il racconto parlera' di lei in un taxi, che conosce il tassista. E ovviamente, BINGO!
Ora, io mi chiedo, ma perche' queste esperienze ESP (extrasensory perceptions - vedi qui la definizione) non mi fanno indovinare qualche numero del Lotto?
E piu' seriamente, che cazzo succede?
05/02/09
I libri di gennaio
Come avevo gia' detto qui, quest'anno vorrei raggiungere quota 50 libri letti entro la fine di dicembre. A gennaio mi ci sono mezzo di buzzo buono, e ne ho letti sette. Uno entra di diritto nella mia top5 di sempre, un altro e' uno dei libri piu' brutti che abbia mai letto in vita mia. Vediamoli per bene.
PAN, Francesco Dimitri
Pan è un libro inaspettato. Per due motivi: uno perché non mi aspettavo più di trovarlo in libreria, ho dovuto farmi il giro del mondo…Due, perché è un libro che stupisce, reinterpretando un mito arcinoto (quello di Peter Pan) in un modo molto interessante.
Bellissima l’idea – per me inedita – degli spiriti “nuovi” della città: asfalto, velocità…il trasportare l’immaginario fiabesco nel nuovo bosco, la città. Geniale.
Quello che resta dopo la lettura è soprattutto la presenza della violenza. Non perché il librio sia splatter, tutt’altro. Mi è piaciuto però il fatto che l’autore non si sia arreso al buonismo di maniera, e abbia fatto morire chi doveva morire, e anche qualcuno in più.
Ah, dimenticavo, il personaggio migliore è Dagon, l’anarchico. Ma forse solo perché, tatuaggi e cresta a parte, è quello in cui mi sono immedisamato di più…
Voto: 8
THE THREE STIGMATA OF PALMER EDTRICH, Philip Dick
Un bel libro, ma “disturbing”, come direbbero gli anglofoni. Ci sono tutte le tematiche care a Dick: la ricerca della comprensione di Dio, i problemi legati alla propria identità, la descrizione di un futuro che, seppure lontano nel tempo, permette ancora una perfetta immedesimazione.
La storia è abbastanza complicata, e almeno all’inizio difficile da seguire, e non solo per una questione linguistica (Dick inventa termini nuovi (pre-fash, per esempio) e ne spiega il significato solo molto dopo). Siamo in un futuro non troppo lontano, dove l’uomo ha colonizzato alcuni pianeti del sistema solare, e le Nazioni Unite sono l’unico governo (inetto, come adesso) della Terra. L’unica cosa che permette ai colonizzatori di sopravvivere la desolazione della loro esistenza è una droga, Can-D, che induce in chi la mastica l’allucinazione di vivere momentaneamente un’alra vita, quella dei personaggi di alcune figurine che sono vendute insieme alla droga. Una nuova droga, però, Chew-Z, arriva sul mercato, e pare promettere molto di più: di far vivere esperienze REALI in qualsiasi universo il drogato voglia creare.
Ma, essendo questo un libro di Dick, niente è come sembra. Ci sono cambiamenti continui di trama, di prospettive. E una tristezza di fondo, una realizzazione che il male non è mai tutto da una sola parte, e che Dio, alla fine, se c'e', se ne frega.
Voto: 7.5
UOMINI CHE NON HO SPOSATO, Dorothy Parker
Lettura molto godibile, breve, e veloce. I racconti, sebbene siano stati scritti tra gli anni ’20 e ’50, sono sempre attualissimi. Anzi, uno degli aspetti che rende questo libro molto gradevole è vedere come niente, o quasi, sia cambiato nei rapporti interpersonali rispetto a quasi cento anni fa: i costumi delle nuove generazioni fanno disperare quelli della vecchia guardia, tra uomini e donne ci si continua a rincorrere senza capirsi fino in fondo, la voglia di fuga dalle responsabilità e dai vincoli della vita familiare esisteva già allora…
Tutto cambia, tutto resto uguale.
Voto: 7
AFTER SUNSET, Stephen King
Dopo la riscoperta di King grazie a Duma Key, questo libro e' una piacevole conferma. A parte il primo racconto, il più debole per stessa ammissione di King, tutti gli altri racconti della raccolta sono molto belli. In alcuni si sente tra l'altro la stessa atmosfera di Duma key. E' soprattutto il caso di Gingerbread Girl, e credo sia in parte dovuto all'ambientazione in Florida, a Sarasota.
La scrittura scorre fluida, coinvolgente. La lingua, che a prima vista può sembrare semplice, è invece perfetta. La capacità di King di pennellare in poche righe tutto lo spettro dei sentimenti umani si conferma intatta.
Dovessi scegliere il miglior racconto della raccolta sarei molto indeciso tra N. e The things they left behind.
Soldi davvero ben spesi.
Voto: 8
RUMORI DI FONDO, Sergio Paoli
Raconti brevi (molti brevissimi), alcuni con alla base elementi della quotidianità di molti di noi, alcuni con spunti molto interessanti, onirici e fantascientifici. Una piacevole lettura.
Voto: 6.5
IL DESERTO DEI TARTARI, Dino Buzzati
Riletto a quasi vent'anni di distanza dalla prima volta, questo libro si conferma come uno dei più belli. La descrizione dell'attesa, del tempo che passa, della sensazione di doversi preparare a grandi momenti che si crede siano sempre di lì a venire, mentre invece la vita ci scorre da sotto i piedi, è perfetta.
Buzzati sa creare un'atmosfera magica, cupa, triste, sin dalle prime pagine. E a volte è difficile riuscire a resistere alla tentazione di prendere carta e penna e appuntarsi alcune frasi ("Il tempo è fuggito tanto velocemente che l'animo non è riuscito a invecchiare...").
Quest'uomo era un genio. E questo libro si conferma nella mia top 5 di sempre.
Voto: 9.5
CLEOPATRA, Antonio Spinosa
Un libro terribile. Spinosa passa di palo in frasca senza soluzione di continuità, si perde in continue divagazioni. Dedica pagine a pagine alle pratiche sessuali dei romani, che niente hanno a che fare con la storia di Cleopatra. Sembra il libro di un vecchio pervertito.
Ma il problema principale è che questo libro NON è una biografia di Cleopatra. E' piuttosto la biografia (incasinata e veramente scritta coi piedi) degli ultimi anni di vita di Cesare e di Marco Antonio. Cleopatra è un personaggio minore: le poche cose che Spinosa riesce a dire di lei sarebbero forse bastate per scrivere un articolo di 10 pagine, non un intero libro.
Davvero penoso. Se questo è il massimo biografo italiano (pace all'anima sua), non oso pensare come stiano messi gli altri.
Voto: 2
THE ROAD, Cormac McCarthy
Di McCarthy sapevo solo che aveva scritto il libro da cui avevano tratto il film “No country for old men” (film che non mi era piaciuto, tra l’altro). Pero’ tempo fa un amico mi aveva raccomandato questo “La Strada”, senza dirmi di chi fosse. Me lo aveva descritto come uno dei migliori libri mai letti, con una scrittura bellissima e una tensione fortissima pagina per pagina. Per cui l’ho comprato, senza neanche sapere che il McCarthy autore fosse lo stesso di No country for old men.
Posso solo dire che “The Road” e’ effettivamente uno dei libri piu’ belli che abbia mai letto in vita mia, ed entra di diritto nella mia top 5.
La storia di per sè è molto semplice: un uomo e un ragazzino, che resteranno senza nome durante tutto il libro, percorrono una strada in un America post-disastro, verso la costa. Quale sia il disastro, non si sa. Si sa solo che le città non esistono più, che tutto e' coperto di cenere, che il sole e' sparito, e che gli uomini sopravvissuti si danno al saccheggio delle poche cose rimaste in giro.
La tensione della storia sta tutta nel rapporto tra l’uomo e il ragazzo, nel tentativo dell’uomo d’insegnare al ragazzo i rudimenti di un rispetto e un’umanità che il ragazzo non ha potuto conoscere.
Alcune immagini sono fortissime, anche se solo accennate. McCarthy non indugia nelle descrizioni, ma le poche pennellate che da' bastano a farti rabbrividire e lasciano di stucco. Restano impresse nella mente senza volersene andare.
Un libro devastante, potentissimo.
Voto: 9.5
PAN, Francesco Dimitri
Pan è un libro inaspettato. Per due motivi: uno perché non mi aspettavo più di trovarlo in libreria, ho dovuto farmi il giro del mondo…Due, perché è un libro che stupisce, reinterpretando un mito arcinoto (quello di Peter Pan) in un modo molto interessante.
Bellissima l’idea – per me inedita – degli spiriti “nuovi” della città: asfalto, velocità…il trasportare l’immaginario fiabesco nel nuovo bosco, la città. Geniale.
Quello che resta dopo la lettura è soprattutto la presenza della violenza. Non perché il librio sia splatter, tutt’altro. Mi è piaciuto però il fatto che l’autore non si sia arreso al buonismo di maniera, e abbia fatto morire chi doveva morire, e anche qualcuno in più.
Ah, dimenticavo, il personaggio migliore è Dagon, l’anarchico. Ma forse solo perché, tatuaggi e cresta a parte, è quello in cui mi sono immedisamato di più…
Voto: 8
THE THREE STIGMATA OF PALMER EDTRICH, Philip Dick
Un bel libro, ma “disturbing”, come direbbero gli anglofoni. Ci sono tutte le tematiche care a Dick: la ricerca della comprensione di Dio, i problemi legati alla propria identità, la descrizione di un futuro che, seppure lontano nel tempo, permette ancora una perfetta immedesimazione.
La storia è abbastanza complicata, e almeno all’inizio difficile da seguire, e non solo per una questione linguistica (Dick inventa termini nuovi (pre-fash, per esempio) e ne spiega il significato solo molto dopo). Siamo in un futuro non troppo lontano, dove l’uomo ha colonizzato alcuni pianeti del sistema solare, e le Nazioni Unite sono l’unico governo (inetto, come adesso) della Terra. L’unica cosa che permette ai colonizzatori di sopravvivere la desolazione della loro esistenza è una droga, Can-D, che induce in chi la mastica l’allucinazione di vivere momentaneamente un’alra vita, quella dei personaggi di alcune figurine che sono vendute insieme alla droga. Una nuova droga, però, Chew-Z, arriva sul mercato, e pare promettere molto di più: di far vivere esperienze REALI in qualsiasi universo il drogato voglia creare.
Ma, essendo questo un libro di Dick, niente è come sembra. Ci sono cambiamenti continui di trama, di prospettive. E una tristezza di fondo, una realizzazione che il male non è mai tutto da una sola parte, e che Dio, alla fine, se c'e', se ne frega.
Voto: 7.5
UOMINI CHE NON HO SPOSATO, Dorothy Parker
Lettura molto godibile, breve, e veloce. I racconti, sebbene siano stati scritti tra gli anni ’20 e ’50, sono sempre attualissimi. Anzi, uno degli aspetti che rende questo libro molto gradevole è vedere come niente, o quasi, sia cambiato nei rapporti interpersonali rispetto a quasi cento anni fa: i costumi delle nuove generazioni fanno disperare quelli della vecchia guardia, tra uomini e donne ci si continua a rincorrere senza capirsi fino in fondo, la voglia di fuga dalle responsabilità e dai vincoli della vita familiare esisteva già allora…
Tutto cambia, tutto resto uguale.
Voto: 7
AFTER SUNSET, Stephen King
Dopo la riscoperta di King grazie a Duma Key, questo libro e' una piacevole conferma. A parte il primo racconto, il più debole per stessa ammissione di King, tutti gli altri racconti della raccolta sono molto belli. In alcuni si sente tra l'altro la stessa atmosfera di Duma key. E' soprattutto il caso di Gingerbread Girl, e credo sia in parte dovuto all'ambientazione in Florida, a Sarasota.
La scrittura scorre fluida, coinvolgente. La lingua, che a prima vista può sembrare semplice, è invece perfetta. La capacità di King di pennellare in poche righe tutto lo spettro dei sentimenti umani si conferma intatta.
Dovessi scegliere il miglior racconto della raccolta sarei molto indeciso tra N. e The things they left behind.
Soldi davvero ben spesi.
Voto: 8
RUMORI DI FONDO, Sergio Paoli
Raconti brevi (molti brevissimi), alcuni con alla base elementi della quotidianità di molti di noi, alcuni con spunti molto interessanti, onirici e fantascientifici. Una piacevole lettura.
Voto: 6.5
IL DESERTO DEI TARTARI, Dino Buzzati
Riletto a quasi vent'anni di distanza dalla prima volta, questo libro si conferma come uno dei più belli. La descrizione dell'attesa, del tempo che passa, della sensazione di doversi preparare a grandi momenti che si crede siano sempre di lì a venire, mentre invece la vita ci scorre da sotto i piedi, è perfetta.
Buzzati sa creare un'atmosfera magica, cupa, triste, sin dalle prime pagine. E a volte è difficile riuscire a resistere alla tentazione di prendere carta e penna e appuntarsi alcune frasi ("Il tempo è fuggito tanto velocemente che l'animo non è riuscito a invecchiare...").
Quest'uomo era un genio. E questo libro si conferma nella mia top 5 di sempre.
Voto: 9.5
CLEOPATRA, Antonio Spinosa
Un libro terribile. Spinosa passa di palo in frasca senza soluzione di continuità, si perde in continue divagazioni. Dedica pagine a pagine alle pratiche sessuali dei romani, che niente hanno a che fare con la storia di Cleopatra. Sembra il libro di un vecchio pervertito.
Ma il problema principale è che questo libro NON è una biografia di Cleopatra. E' piuttosto la biografia (incasinata e veramente scritta coi piedi) degli ultimi anni di vita di Cesare e di Marco Antonio. Cleopatra è un personaggio minore: le poche cose che Spinosa riesce a dire di lei sarebbero forse bastate per scrivere un articolo di 10 pagine, non un intero libro.
Davvero penoso. Se questo è il massimo biografo italiano (pace all'anima sua), non oso pensare come stiano messi gli altri.
Voto: 2
THE ROAD, Cormac McCarthy
Di McCarthy sapevo solo che aveva scritto il libro da cui avevano tratto il film “No country for old men” (film che non mi era piaciuto, tra l’altro). Pero’ tempo fa un amico mi aveva raccomandato questo “La Strada”, senza dirmi di chi fosse. Me lo aveva descritto come uno dei migliori libri mai letti, con una scrittura bellissima e una tensione fortissima pagina per pagina. Per cui l’ho comprato, senza neanche sapere che il McCarthy autore fosse lo stesso di No country for old men.
Posso solo dire che “The Road” e’ effettivamente uno dei libri piu’ belli che abbia mai letto in vita mia, ed entra di diritto nella mia top 5.
La storia di per sè è molto semplice: un uomo e un ragazzino, che resteranno senza nome durante tutto il libro, percorrono una strada in un America post-disastro, verso la costa. Quale sia il disastro, non si sa. Si sa solo che le città non esistono più, che tutto e' coperto di cenere, che il sole e' sparito, e che gli uomini sopravvissuti si danno al saccheggio delle poche cose rimaste in giro.
La tensione della storia sta tutta nel rapporto tra l’uomo e il ragazzo, nel tentativo dell’uomo d’insegnare al ragazzo i rudimenti di un rispetto e un’umanità che il ragazzo non ha potuto conoscere.
Alcune immagini sono fortissime, anche se solo accennate. McCarthy non indugia nelle descrizioni, ma le poche pennellate che da' bastano a farti rabbrividire e lasciano di stucco. Restano impresse nella mente senza volersene andare.
Un libro devastante, potentissimo.
Voto: 9.5
04/02/09
Senza parole
Ecco due video: il primo per chiarire ulteriormente cosa stesse facendo la hostess cantante mancata (HCM), quando invece avrebbe dovuto lavorare: era in sauna a parlare di farsi o meno toccare dagli uomini. Il secondo video invece la vede quasi in lacrime mentre ha l'ardire di dire che deve uscire dalla casa per difendere il "diritto di tutti i [suoi] colleghi al posto di lavoro".
Da notare che la HCM è definita nel secondo video "la giovane". Da notare che ha 35 anni. Da notare che io a 35 anni ho una famiglia e un mutuo e vado a lavoro ogni mattina, non in sauna a toccarmi il pacco mentre parlo con dei cerebrolesi se sia opportuno o meno toccare le donne.
Ci sarebbe poi da parlare del come mai ste bestie stiano in questa o sempre in mutande e a petto nudo, o vestite da transessuali da 15 Euri a botta, ma questa è un'altra storia, e ne ha parlato il solito Camillo.
02/02/09
Senza vergogna
Bene, ora che e' uscita dalla casa se ne puo' andare direttamente affanculo, questa senza vergogna.
Sull'argomento la penso esattamente come Camillo.
Sull'argomento la penso esattamente come Camillo.
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