31/05/11

Route 66: la nascita di un mito

Questo post apre una nuova sezione del blog, interamente dedicata alla Route 66: la sua storia, i suoi personaggi, il suo mito. Ed e' l'occasione buona per lanciare un blog ad hoc!

Wigwam motel in Hollbrook, AZ - Aprile 2011

Route 66: basta pronunciare queste due parole per suscitare nell'interlocutore immagini e sensazioni confuse e precise allo stesso tempo: il viaggio, la strada per eccellenza; l'emancipazione dal tempo e dalla fretta; il vento nei capelli; l'America vera; l'America che non esiste piu, ma che esistera' per sempre; l'espansione verso il West; vecchie Cadillac, insegne al neon e citta' fantasma.

Credo che tutti piu' o meno ammetteranno di aver pensato almeno ad una delle immagini qui sopra leggendo “Route 66”. Anche quelli che non hanno mai messo piede in America e che non sono interessati al viaggio, tantomeno in moto. Non e' necessario essere affascinati dal mito della Route 66 per conoscerlo. Fa parte dell'immaginario comnune del mondo occcidentale, e noi italiani ne siamo particolarmente attratti.

Se pero' tutti sono convinti di conoscere almeno superficialmente che cosa rappresenti la Route 66, pochi sembrano sapere che cosa sia e che cosa sia stata la Route 66 nella realta' storica. Spesso ho parlato con turisti europei che hanno pagato fior di quattrini (alcuni tour operator chiedono 8-9000$ per organizzare un viaggio in moto sulla Route 66, e in molti ci cascano e pagano, come se fosse un viaggio su Marte e non in America, su strade statali), e pochi conoscono la vera storia. Per esempio quanti sanno che il soprannome della Route 66, the mother road, la strada madre, deriva dalla descrizione di una tragedia, quella delle migliaia dei poveri che usarono la Route 66 per spostarsi dall'Oklhahoma verso la California e non morire di fame?

Anch'io, ovviamente, da bravo motociclista e con il mito dell'America, ero e sono affascinato dal mito della Route 66. Credo che almeno una parte del mio entusiasmo all'idea di venire vivere a Chicago due anni fa– una citta' che non avevo neanche mai visitato – fosse proprio dovuta al fatto che e' da qui che partono i 3940 km (2448 miglia) che si snodano verso Santa Monica, il punto di arrivo.

Da quando mi sono trasferito qui ho avuto la fortuna di fare parecchi viaggi sulla Route 66, percorrendone vari spezzoni. Ho fatto il percorso completo Chicago-Saint Louis, alcuni spezzoni in New Mexico, Texas, Arizona. Devo ancora fare il viaggio completo in moto da Chicago a Santa Monica in una volta sola (e' nei programmi per l'estate 2012: qualcuno e' interessato?).

Sulla base della mia esperienza, delle mie ricerche (sono molto nerd quando si tratta di pianifare un viaggio), dei molti libri e guide comprati (disponibii solo in inglese), ho deciso di creare questa nuova sezione del blog, che ho chiamato Route 66, e che trovate sotto l'intestazione del blog. Allo stesso tempo pero' ho creato un blog apposito che ho chiamato “Route 66 in moto”, che raccogliera' i post sulla Route 66 che pubblichero' qui, ma che allo stesso tempo fornira' anche ulteriori informazioni pratiche. Per cui date un'occhiata anche di la', di tanto in tanto, se vi va, e ditemi che ne dite della foto dell'intestazione.

Di cosa si parlera' in questa sezione Route 66? Per prima cosa voglio spiegare bene la storia della Route 66, dalle origini del suo nome, ai motivi che ne hanno determinato il successo nell'immaginario collettivo americano prima, mondiale poi. Parlero' poi della strada vera e propria, dei percorsi e delle attrazioni, e delle mie chiacchierate con alcuni personaggi imprescindibili che tutt'oggi sono una parte fondamentale nella preservazione della leggenda (e non potro' non parlare dei ristoranti e del cibo della Route 66, dal momento che nel bene e nel bene hanno contribuito alla creazione del mito). Infine pubblichero' alcune foto scattate nei miei viaggi sulla Route 66, quelle che credo meglio riescano a trasmettere le sensazioni che questa strada sa dare (quella in apertura del post non e' che un assaggio).

Se poi qualcuno stesse pensando di venire a fare il viaggio Route 66 (e NON volesse spendere gli 8000$ chiesti da alcuni tour operator, be', mi contatti: come accennavo, sto programmando il grande viaggio in moto per l'estate del 2012, e se qualcuno volesse unirsi a me sarebbe il benvenuto. 

In alternativa, sono dispostissimo sia ad aiutarvi a mettere semplicemente in piedi un itinerario sulla base del vostro tempo e delle vostre necessita', sia a farvi da guida (in italiano, ovviamente) in Chicago e da Chicago. E per un prezzo sicuramente inferiore agli 8000$ richiesti da altri. Basta chiedere.

E si cominci il viaggio.

26/05/11

Pin-up Friday/2

Dopo la rossa dallo sguardo assassino, che ha inaugurato la sezione Pin-up friday del blog la settimana scorsa, ho pensato di passare a una bionda. Se Dio esiste, qui ha dato il meglio di se'.


Si chiama S-j Whiteley,e'  inglese, ha 24 anni e scoppia di salute. La foto originale e' qui

La destra italiana e la sinistra francese: differenze

I leader della destra italiana pagano per avere sesso consensuale con una marea di puttane. I leader della sinistra francese stuprano le donne (minorenni e non).

A voi la scelta.

PS: la sinistra italiana va a trans e si fa inculare, quindi non conta.

24/05/11

XR1200X Harley: Honey Badger (Il tasso del miele/2)

Perche' si chiama Honey Badger l'avevo spiegato qui. In sostanza, perche' gl'importa una sega di tutto e tutti. E si vede. 4500km in un mese. Ma a Honey Badger gl'importa una sega.

A Gotham City: aspettando Batman.





23/05/11

L'uomo che sussurrava alle motociclette

Per quanto io adori le motociclette, e per quanto ne abbia possedute parecchie nel corso degli ultimi venti anni, sono completamente negato nella meccanica motociclistica. Se la moto non parte, non so cosa fare. Non so dove guardare. E non sto parlando necessariamente di problemi all'elettronica della moto, quella si' di difficile soluzione anche per gli esperti. Sto dicendo che davvero quando la moto mi si ferma e non parte io non so che pesci pigliare.

Se rovisto nelle cartelle della mia memoria per trovare un episodio in cui io sia riuscito a far ripartire un motore fermo, mi ricordo solo il caso del Califfone, il mio primo aggeggio a due ruote. Aveva la candela piazzata sotto il serbatoio, e quindi a volte, se un po' di benzina fuoriosciva mentre facevi rifornimento e finiva sulla candela, col cazzo che ti ripartiva: la candela andava staccata, pulita, asciugata, e poi - dopo molte bestemmie - si ripartiva. Forse. E tra l'altro non era neanche farina del mio sacco, questo rimedio: all'epoca avevamo una Seat Marbella che la mattina, quando faceva freddo ed era umido, non partiva se prima non asciugavi il motore con l'asciugacapelli...Quindi io mi ero limitato ad applicare al Califfone un rimedio che avevo visto per la Marbella!

Ho sempre nutrito un profondo rispetto e una malcelata invidia nei confronti delle persone che sanno mettere mano alla proprio moto e farla ripartire. Ma consapevole dei miei limiti meccanici, pago i miei bei 39$ all'anno per avere l'assistenza immediata nel caso in cui la mia moto sia in panne. Un bel numero di telefono dedicato che mi risponde nel giro di due squilli 24 ore su 24 nel caso in cui mi succeda qualcosa, e mi arriva un bel camioncino che mi porta da un qualsiasi meccanico o in qualsiasi hotel se il meccanico e' chiuso. Soldi ben spesi.

C'e' un punto debole in tutto questo. L'assistenza funziona se si ha modo di contattarla. Se non c'e' copertura telefonica, be', sei abbastanza del gatto.

Bene: la settimana scorsa ho fatto un bel giro in moto di un totale di 2800km verso Sud. Destinazione Tail of the Dragon, un passo di montagna che e' una delle strade piu' famose per i motociclisti americani, con piu' di 300 curve (molte delle quali a gomito) in meno di 17km.

Dei bei giri in montagna, rovinati pero' dalla pioggia battente che ci ha accompagnato per giorni e giorni. E qui veniamo al dunque: il primo giorno, su un passo di montagna a 3000 metri, ci dobbiamo fermare perche' eravamo finiti in mezzo a una nebbia e a una pioggia talmente fitte da non riuscire a vedere a dieci metri di distanza. E su strade ricche di tornanti sconosciuti non e' il massimo. La foto qui sotto mi e' testimone. Non credo di aver mai avuto tanta paura come su quella strada, in quelle condizioni (la strada, per la cronaca, era la Cherohala Skyway).


Li' mi rendo conto che sono giorni che sto guidando la moto in zone SENZA copertura telefonica. E quandi dico senza copertura telefonica, intendo che davvero non ce n'e'. Non solo sui passi di montagna, ma neanche nei villaggi. Una roba da terzo mondo. Mi rendo quindi conto che la mia assistenza e' inutile. E ovviamente cominciano i problemi.

Passata un'ora senza che il tempo migliorasse, facciamo per ripartire. Ma la moto di un tizio non parte. Non da' nessun segnale. "Hai gli attrezzi?", ci chiediamo l'un l'altro? "Certo...in hotel", ci rispondiamo quasi tutti. Che poi chissa' che cosa ci avremmo fatto con questi attrezzi...Pero' uno gli attrezzi li ha. Li tira fuori, si mette ad aggeggiare sulla moto mentre il proprietario - un ragazzo di 23 anni - cerca di nascondere il terrore negli occhi (sono le 4 del pomeriggio in un posto dove gli orsi si sono svegliati da un paio di settimane e hanno fame...e c'e' la prospettiva concreta per lui di 1) abbandonare la moto del padre, che se lo inculera' o 2) restare con la moto mentre noi andiamo a cercare aiuto, e un orso se lo inculera').

Il tizio con gli attrezzi si mette a parlare con la moto mentre la smonta pezzo per pezzo. Una moto, sottolineo, che non aveva mia visto in vita sua: lui era con una suzuki sv650, mentre la moto era una harley v-rod 1200. Nel giro di un'ora la moto riparte.

Un grande sospiro di sollievo, e tutti giu' dal monte (uno letteralmente giu' dal monte, perche' con la nebbia non ha visto la curva ed e' andato dritto nel dirupo...solo che non ce ne siamo accorti fino alla fine, perche' non lo abbiamo visto andare giu'. E' sempre vivo. Da notare che era il fenomeno che si lamentava della velocita' mia e di un altro nella nebbia. Devo ammettere che un po' ho goduto).

Prima di arrivare a casa pero' ecco di nuovo il fato avverso: la Suzuki si ferma pure lei. Niente paura. Ryan, il proprietario, la smonta nel giro di un'ora, e la rimette in marcia. Ovviamente da quel momento sono sempre stato molto vicino a Ryan, l'uomo che sussurrava alla moto. E ho deciso di andare a prendere lezioni di meccanica da lui, visto che e' qui a Chicago.

Ah, ovviamente non e' un meccanico: e' un musicista (!)

19/05/11

Pin-up Friday

Visto che si parla molto della mercificazione del corpo femminile, ho deciso di creare una nuova rubrica fissa: la pin up del venerdi'. E' una consuetudine di molti blog di motociclismo e non, e mi pare una consuetudine sana.

Le mie pin up saranno per lo piu' legate al mondo dei motori, ma non necessariamente.

Cominciamo con questa, che ho trovato non ricordo ne' dove ne' quando. Io per una cosi' sarei disposto a lasciare tutto su due piedi, senza bisogno di parole. Quei tatuaggi e quello sguardo sono da paura (si', certo, c'e' anche il resto effettivamente).


10/05/11

Il Tasso del Miele/1

Il tasso del miele, o mellivora o ratele, e' un mammifero della famiglia dei mustelidi. E' diffuso in Africa, in Medio Oriente, India.

La bestia e' lunga circa un metro, e puo' pesare fino a 15 kili. E' molto robusto, ha l'aria paciosa, ma cattiva, con dei muscoli notevoli. E' spesso definito come il mammifero piu' coraggioso del mondo animale, perche' non si fa problemi ad attaccare briga con animali molto piu' grossi (tipo le antilopi) e/o piu' pericolosi (tipo i cobra). A questo proposito, wikipedia dice che "È noto per la sua abilità nell'uccidere serpenti, e si nutre persino di quelli velenosi. Inoltre possiede una resistenza al veleno di suddetti serpenti; infatti dopo un eventuale morso da parte del serpente, [il tasso del miele] invece di andare incontro alla morte dorme per circa due ore, dopodiché riprende conoscenza e continua a cacciare".


In due parole, come si evince chiaramente anche dalla foto, al tasso del miele gl'importa una sega. Se ne frega di tutto e di tutti, e va giu' ignorante. Non e' un caso che i Sudafricani abbiano dato il nome di questa bestiola a uno dei loro veicoli militari corazzati.

Per capire quanto e' ignorante guardate questo video. In inglese la frase Honey badgers don't care, honey badgers don't give a shit e' diventata un tormentone. (In inglese il tasso del miele si chiama Honey Badger).

Ovviamente c'e' un motivo per cui vi dico queste cose.




02/05/11

Osama/2

Quindi gli Stati Uniti per dieci anni cercano di catturare e/o uccidere Osama. Alla fine ce la fanno, e poi buttano il corpo in mare subito dopo, in osservanza delle leggi islamiche?

O ragazzi, ma chi volete prendere per il culo? Ma davvero? Ora, va bene dire cazzate e aspettarsi che il pubblico se le beva, ma qui si esagera. Siamo agli stessi livelli di Berlusconi che dice che ha dato i soldi a Ruby per evitare che si prostituisse.

Chi ci crede e' un mentecatto.

01/05/11

Osama

E ora prego il Signore affinche' le 72 vergini del tuo maledetto paradiso di merda abbiano TUTTE malattie veneree. Fanculo, vecchio stronzo.

Ti potrebbero interessare anche questi post qui:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...