14/12/10

"Un'opera per liberare la coppia e la societa' dallo strategismo sentimentale che le tormenta"

Io non ho mai capito a cosa cazzo servano i booktrailer, cioe' i filmati che parlano di un libro e che dovrebbero spingerti a comprarlo. Anzi, i booktrailer m'infastidiscono proprio, perche' m'impongono nella testa delle immagini che invece la mia mente vuole materializzare da sola, mentre legge il libro, eventualmente.

Detto questo, m'inchino di fronte a questa roba qui. Cioe', davvero, non so cosa dire. Cosa si puo' dire di "un'opera per liberare la coppia e la societa' dallo strategismo sentimentale che le tormenta e ha enormemente rallentato il cammino della civilta'. E' bellissimo."

Io, boh.




29/11/10

Cartelli menzogneri


Di questi cartelli in Messico ce ne sono a bizzeffe. Pero' io di tope ne ho viste davvero poche.


19/11/10

Il giorrno del ringraziamento: tra miti e falsita'

Il primo ringraziamento, di Brownscombe
(Articolo tradotto dall'originale inglese, che e' qui).

L'ultimo giovedi' di Novembre (quest'anno il 25 pv) si celebra in America il giorno del Ringraziamento. E' una festa alla quale mi pare gli americani siano addirittura piu' attaccati che al Natale. Immagino che il motivo sia legato alla storia della festivita', che celebra uno dei momenti fondanti di questa nuova Nazione. Pero' c'e' un pero'.

La storia ufficiale insegna che il Primo Ringraziamento fu celebrato nel 1621, quando i pellegrini sbarcati a Plymouth nel New England riuscirono a salvarsi grazie all'intervento degli indiani, che diedero loro cacciagione e mais. Cosi', ogni anno, l'ultimo giovedi' di Novembre, gli Americani celebrano questo momento conciliatore con la loro famiglia e i loro amici, cucinando un pasto che ricalcherebbe quello che venne mangiato in quel Primo Ringraziamento di quasi 500 anni fa. Purtroppo e' tutto falso: il mito del Primo Ringraziamento sarebbe infatti un'invenzione di un'autrce di romanzi del XIX secolo, o almeno cosi' sostiene Andrew F. Smith nel suo articolo The First Thanksgiving, pubblicato nel 2003.

La celebrazione di ringraziamenti (e cioe' preghiere per ringraziare il Signore per svariate cose, come un buon raccolto, una pioggia provvidenziale, la fine di una malattia) erano prassi comune in molte comunita' delle colonie inglesi in America. Questi vari ringraziamenti prevedevano preghiere comuni, ma non si tenevano a date fisse. E di sicuro non avevano niente a che fare con commemorazioni di un presunto Primo Ringraziamento dei pellegrini, di cui nessuno ha parlato per secoli. Infatti la prima volta che si fa menzione di un Primo Ringraziamento e' in una lettera del 1841 (e cioe' 220 anni dopo i presunti fatti): il mittente parla di un evento del 1621 che sarebbe durato tre giorni, per celebrare un ottimo raccolto. Secondo lo storico Smith pero' questa lettera non sarebbe nient'altro che una specie di forma di pubblicita' per convincere piu' inglesi a trasferirsi nelle colonie americane. Un po' come quelle pubblicita' che passano alla TV, nelle quali ci sono immagini bellissime di posti lontani e problematici, e che dovrebbero invitarci a visitarli.

Nel momento in cui quella lettera viene scritta, nel 1841, la serie di eventi che avrebbe trasformato un falso storico nella maggiore celebrazione americana si era gia' messa in moto. Nel 1827 Sarah J. Hale pubblica il suo romanzo Northwood: a Tale of New England, che contiene un capitolo intero che descrive con dovizia di particolari una cena di ringraziamento con il tacchino arrosto, marmellate, torte di zucca e gravy, il sugo di carne per cui qui vanno tutti matti. In pratica inventa dal niente quell'immagine che diventera' poi l'iconografia classica della cena del Ringraziamento americano.

Il romanzo della vedova Hale ha molto successo, tanto che Hale finisce a dirigere una pubblicazione molto influente all'epoca, la Godey's Lady's Book. Nel suo nuovo ruolo, la Sig.ra Hale fa una campagna senza sosta per tentare di convincere il governo a creare un giorno del Ringraziamento nazionale. I suoi sforzi vanno finalmente a buon fine durante la guerra civile americana, quando, nel 1863, il Presidente Lincoln dichiara per la prima volta l'ultimo giovedi' di Novembre come il giorno del Ringraziamento.

E' interessante notare pero' come neanche la Sig.ra Hale nel suo romanzo avesse MAI fatto il collegamento tra il Ringraziamento e un presunto Primo Ringraziamento del 1621. La prima volta che Hale fa questo collegamento e' in un editoriale del 1865, e quindi DOPO che Lincoln ha gia' creato la festa nazionale. Nel giro di un paio d'anni pero', l'editoriale di Hale viene ripreso praticamente in quasi ogni giornale dell'epoca, diventando una cosa (sbagliata) di dominio comune.

Il tutto torno' anche molto comodo come strumento per cercare di assimilare il flusso senza fine di immigrati non anglofoni che arrivava negli USA: il Primo Ringraziamento del 1621 divenne una facile storiella da insegnare a scuola, creando nei nuovi americani un senso di appartenenza e di unita' di cui in quel momento la nuova nazione aveva un bisogno disperato: i pellegrini venivano identificati con quell'ideale di liberta' che la maggior parte delle persone che emigravano in America perseguivano, e il Ringraziamento divenne il momento unificatore in cui un'intera nazione diceva grazie per tutto quello che aveva ottenuto.

Freedom from Want, 1943, Rockwell -
iconografia classica della
cena del Ringraziamento
Ma di sicuro almeno la tradizione del tacchino si basa su fatti veri? No, purtroppo no. Evan Jones, in un libro meraviglioso che ripercorre la storia della cucina americana, dai primi colonizzatori ai giorni nostri (American Food), dice che i documenti storici parlano di un ringraziamento del 1621 il cui menu sarebbe consistito in "carne di cervo, anatra arrosto, oca arrosto - nessuna menzione di un tacchino arroso - vongole, anguille, pani di grano e mais, porri, crescione, prugne, vino fatto in casa".

Quindi e' tutto falso? Si' e no. Ogni paese ha i suoi falsi miti unificatori, (l'Italia ne e' piena), ma questo non vuol dire che le celebrazioni e i sentimenti dietro le celebrazioni siano falsi anche loro. Lo spirito che unisce gli Americani nel giorno del Ringraziamento e' ben reale: lo si respira quasi nell'aria, lo si sente nei discorsi della gente che fa carte false per prendere quell'ultimo areo e arrivare a casa in tempo per sedersi a tavola con la famiglia e riabbracciarla. E magari anche sterminarla tutta, come ha fatto un tizio in Florida l'anno scorso.


17/11/10

Saviano in TV fa cagare

Si puo' dire che Saviano alla TV fa cagare? Che e' soporifero, INDIPENDENTEMENTE da quello che dice, che non ha il tempo della televisione, che pare un Celentano dei poveri?

Si puo' dire, senza essere accusati di essere mafiosi, fascisti, ammazzatori di delfini e mangiatori di gattini appena nati?

Be', anche se non si puo' dire, io lo dico: Saviano in TV FA CAGARE. OK?

Devo aggiungere tutti i "questo non vuol dire che..."? Ma che paese di merda davvero siamo diventati?

15/11/10

Tempi bui

"Cova sotto la cenere una questione sociale. Il Sud, che già ora è un focolaio di rivolte - quando, col federalismo fiscale, dovrà farcela, e scoprirà che non ce la fa, con le proprie forze - minaccerà di diventare, per la nostra Repubblica, ciò che è stata l'Algeria per la Quarta repubblica francese, la causa scatenante della sua crisi; il Nord - se scoprirà che il Fondo di perequazione del federalismo solidale altro non sarà che la prosecuzione dell'assistenzialismo al Sud - ripiomberà nella voglia secessionista, che si sommerà alla causa scatenante meridionale nel provocare la crisi."

Piero Ostellino sul Corriere.
Il resto, qui.

09/11/10

Dubbi puttaneschi

Si fa un gran parlare di come le recenti vicissitudini di donnine varie dimostrino come Berlusconi sarebbe un porco. Non voglio ripetermi, ma io e' da prima che scoppiassero gli scandali che vado dicendo che Berlusconi pensa solo a quello. Ma il punto non e' questo.

In tutto questo gran parlare di puttanieri, mercificazioni della donna, pedofilia, manca un elemento importante: le puttane.

Se c'e' un vetusto puttaniere che va con le rEgazzine, be', ci devono essere anche le rEgazzine che vanno con il vetusto puttaniere. Se c'e' il puttaniere che va con le escort, be', le escort devono preesistere. Se c'e' il rattuso che va con le giovani donne scosciate in cerca di posti in tv on in parlamento (regionale o nazionale), be', ci devono essere le giovani donne scoscisate che vanno di loro spontanea volonta' con il rattuso.

O no?

Perche' si', e' tutto molto bello dire che Berlusconi svilisce la donna e la rende oggetto. Tutto molto bello e tutto molto vero. Pero': non mi pare si parli di stupri. Non mi pare ci sia violenza.

Mi pare che se si e' tutti d'accordo sul fatto che ci siano parecchi puttanieri, si debba anche concludere che l'Italia e' un paese di puttane. Altrimenti il quadro non si spiega. A meno che non si voglia far passare la balla che le donne in questione siano tutte povere vittime del Drago...

02/11/10

Berlusconi: il vero scandalo

Parola per parola, quello che dice Mentana su Vanity Fair in edicola domani e' esattamente quello che penso io. Il problema non sono le puttane e i presunti scandali sessuali. Il problema e' un altro. Io lo scrivo da ben prima che scoppiassero gli scandali sessuali (questo mio post e' del febbraio 2008, per dire), quando era gia' chiaro che Berlusconi faceva il cazzo che gli pareva per un etto di topa (Vorrei far notare en passant che i giornali sinistri che accusano il Primo Ministro di pedofilia e di farsela con le minorenni non si sono fatti NESSUN problema a pubblicare le foto della minorenne in questione seminuda e in pose boccaccesche. Ma loro possono, perche' sono puri. Ma andate affanculo).

"A costo di sembrare eterodosso, o peggio, non credo che questo sia uno scandalo sessuale. E ancor di più non amo proprio quella ciclica ondata moralista che puntualmente si sta riversando per l’ennesima volta sui giornali e in tv.[...] A me personalmente di quello che fa in privato il Cavaliere non interessa un bel nulla. Non ho mai avuto 75 anni e svariati miliardi di euro, una grave malattia passata e la prospettiva di avere pochi anni davanti: se gli piace divertirsi insieme ad altre persone consenzienti, sono fatti suoi.

Non credo che le trasgressioni siano struggenti e poetiche se attribuite a un Pasolini o a un Woody Allen, e orrende porcate se esercitate da un riccone brianzolo che gli italiani, in maggioranza, hanno scelto per la guida del paese. Non è un buon cristiano? Sicuramente, e l’adesione al Family Day grida vendetta. Non è stato un buon marito? Pagherà di più in sede di divorzio. Ma non spetta a me fargli la morale. Si diverta come può, e per favore nel divertirsi non si renda ridicolo o ricattabile: in queste ore gli fanno la ramanzina anche i suoi giornalisti di riferimento. Ma ripeto: a me del Berlusconi privato non importa nulla.

A me importa invece, e molto, l’altro aspetto scaturito da questa storia: quello del presidente che calpesta le leggi e le competenze, e poi coltiva l’ossessione della giustizia che lo perseguita. Questo Berlusconi, pubblico e non privato, sta scavandosi la fossa politica. L’attività del governo è ferma, e sta affondando nelle sabbie mobili di una sfiducia che velocemente si trasforma in rassegnazione: questa volta non se ne esce, sussurrano con voce sempre più nitida i suoi fedelissimi, nel partito, nel parlamento, nel governo. Le dissociazioni si fanno plateali, e in alcuni casi con i modi cari ai voltagabbana. Può trasgredire in privato il Cavaliere; ma in pubblico non può sgarrare. Se lo fa, vuol dire che ha perso il senso del suo ruolo istituzionale.

Non si è mai voluto omologare alle rigidità del politically correct, Berlusconi: ma un conto è infrangere il protocollo, fare cucù alla Merkel o raccontare le barzellette durante un incontro ufficiale, ben altro significa e pesa ciò che secondo tutte le testimonianze combinò quella sera del 27 maggio. Credo che gli costerà caro quell’insieme di atti istituzionali impuri: telefonare personalmente a un capo di gabinetto della più importante questura del nord per agevolare, o imporre, il rilascio di una minore fermata con l’accusa di furto, e senza fisso domicilio; accreditare la panzana che la giovane fosse imparentata con il presidente dell’Egitto, circostanza impossibile da verificare sul momento per i malcapitati funzionari degli uffici di polizia milanesi; inviare sul posto una consigliere regionale, già sua igienista dentale, col compito di prelevare la ragazza e intestarsene provvisoriamente la tutela.

In molti si esercitano sul perché di simili clamorosi comportamenti. Ma la sostanza non cambia: sia che Berlusconi abbia favorito l’ormai famosa Ruby per paura di essere da lei tirato in ballo – come sostengono molti – sia che l’abbia fatto per un paternalistico atto di misericordia verso una poveraccia – come racconta lui – il premier ha tenuto comportamenti che non possono semplicemente essere passati per “irrituali”. Non conta neanche che in essi si possa oppure no ravvisare il reato di abuso di potere. Anzi, meglio che non ci sia nessun possibile risvolto penale, in modo da non doversi intruppare nel solito doppio arruolamento di giustizialisti e garantisti, attorno al presidente “perseguitato” o “che sfugge alla giustizia”.

Conta una sola cosa: che il capo del governo del nostro paese non può usare il suo ruolo istituzionale per cambiare il corso della giustizia ordinaria e l’azione degli uffici di polizia, usare la sua “parola di re” per rendere immune da provvedimenti una minore dalla controversa reputazione, confezionarle su due piedi un albero genealogico posticcio per garantirle uno scudo diplomatico. "

29/10/10

Stephen King e gli ebook

E' uscita oggi sul Wall Street Journal un'intervista a Stephen King sugli ebook. King dice cose che ogni persona amante della lettura, scevra di pregiudizi e che abbia preso in mano almeno una volta un lettore di ebook, dice: e cioe' che l'ebook ha molti vantaggi, anche per persone che come lui (e come me, e come molti altri) adorano i libri come oggetti fisici. E infatti King ammette che ormai poco meno del 50% dei libri che legge e' in forma digitale.

Io lo dico da tempo: il piacere della lettura e il piacere del libro come oggetto fisico sono complementari, ma non sono la stessa cosa. Se a uno piace leggere e compra un Kindle, non e' un odiatore di libri. Ma vaglielo a spiegare ai mentecatti.

Comunque vediamo che dice King (niente traduzione letterale, tanto qualcuno la fara' - probabilmente sbagliata - tra un paio di giorni su qualche giornale italiano):

  • L'esperienza di lettura su Kindle (lui usa un Kindle) e' piu' effimera rispetto alla lettura su carta. Immagino si riferisca al fatto che non si ha tra le mani un libro, ma un oggettino leggero leggero. Concordo. Pero' King aggiunge anche che col Kindle uno puo' trovare le parti di un libro che gli'interessano o di cui ha bisogno per lavoro, attraverso la funzione di ricerca. Vantaggio molto grosso del Kindle (concordo).
  • King ammette di essere un amante di libri (e come potrebbe essere altrimenti?), e dice che da quando ha il kindle compra parecchi libri sia in formato ebook sia in formato cartaceo. Che e' esattamente quello che faccio io, e infatti mia moglie e' disperata e dice che un giorno o l'altro torno a casa e trovo un bel falo'. King ammette che collezionare libri in questo modo e' da pazzi. Ma, aggiunge, c'e' anche gente che colleziona francobolli. Mio nonno lo faceva. Effettivamente collezionare libri mi sembra meglio, ma, come si dice in Toscana, c'e' gente a cui ni garba pulissi 'r culo con la furchetta, per cui....
  • King non sa se il futuro del mondo editoriale sia tutto nel digitiale. Ma ammette che la sua generazione, cresciuta coi libri, ha dei preigudizi. Secondo lui di sicuro il Kindle e' il posto giusto per tanti libri che uno compra per leggerli in aereo. Concordo. Io da quando ho il Kindle compro in digitale i titoli che avrei comprato in formato tascabile, ma compro anche piu' copertine rigide di prima.
  • King dice che non ha ancora pensato seriamente alla possibilita' di pubblicare un libro solo in formato digitale. Anche se la sua storia UR, pubblicata esclusivamente per kindle sul sito di Amazon, gli ha fruttato 80,000 dollari per tre giorni di lavoro...Cifre, aggiunge King, impossibili da ottenere pubblicando storie su giornali o riviste di carta.
Il prossimo che mi chiama odiatore di libri gli brucio casa.

28/10/10

Harry Potter/1

Il mio primo, disastroso, contatto con Harry Potter avvenne nel 2001, quando andai al cinema a vedere il primo film, che era appena uscito. La Harry Potter mania, che pure era gia' cominciata da un paio d'anni (il primo libro e' del 1997), non aveva ancora raggiunto i livelli di fanatismo che di li' a poco avrebbero fatto del maghetto portamerda la serie piu' redditizia della storia della letteratura, del cinema, del franchising. Ma gli esaltati c'erano gia'.

Mi ricordo che andai al cinema con il mio amico L. A meta' film eravamo sfniti. Il film ci pareva una cagata mostruosa, la storia di una banalita' impressionante. Faceva anche molto caldo, e non c'erano seggiolini liberi dove poter poggiare il giubbotto pesante, e cosi' si era costretti a tenerlo sulle ginocchia, con il risultato che sudavamo. Mi ricordo che L. si alzo', ad un certo punto, e se ne ando' a sedere sui gradini per avere piu' aria. Discutemmo se andarcene o meno. Io mi opposi, perche' mi vantavo - e mi vanto tutt'ora - di aver abbandonato la visione di un film al cinema solo una volta (erano i ponti di madison county: se ci penso ancora mi viene da bestemmiare).

Dopo questa negativissima esperienza, mi misi il cuore in pace e capii che Harry Potter non faceva per me. All'epoca esistevano gia' quattro libri.

Un anno dopo mi ricordo che nell'unica (e carissima) libreria di libri inglesi di Bruxelles, mi ritrovai di fronte ai libri di Harry Potter. Una mia amica molto cara, V., si era appassionata e me li aveva consigliati caldamente. Comprai le edizioni tascabili inglesi dei primi tre, e me li portai a casa. Cominciai a leggere il primo libro e dopo 50 pagine dovetti interrompere per mettere le palle - che nel frattempo mi erano scese fino a terra - dentro i calzini, per evitare che si sporcassero. Due coglioni cosi' me li ero fatti poche volte in vita mia. Se e' vero che avevo abbandonato il cinema solo una volta, all'epoca della lettura di Harry Potter non avevo MAI abbandonato un libro. Harry Potter fu il primo, e per molti anni l'unico libro che non riuscii a finire di leggere. (Due, tre anni fa ho rivisto la mia posizione sui libri: c'e' troppa poca vita e troppi libri per sprecare del tempo su un libro che dopo 50 pagine non prende, e la lista di libri che ho cominciato e abbandonato e' un po' piu' lunga, anche se non lunghissima).

Dopo questi due esperimenti negativi ovviamente ho saltato a pie' pari tutta la caciara relativa alla pubblicazione del quinto, sesto e settimo libro. E ovviamente mi sono interessato ai film di Harry Potter solo per notare che la giovane Ermione stava crescendo in maniera eccellente. Ma il mio interesse fini' li'.

Negli ultimi anni parecchie persone hanno provato a dirmi che Harry Potter non era male. Io ho sempre risposto grazie, ma no grazie. Avevo gia' dato.

Un paio di mesi fa, per una serie di eventi fortuiti, mi sono ritrovato tra le mani in un negozio di libri usati la prima edizione americana del primo libro di Harry Potter. L'ho comprato, piu' per l'oggetto che per il conenuto. E' rimasto in casa a lungo, ciondolando tra varie librerie.

Il 26 settembre ho cominciato a leggerlo. Il 26 ottobre, esattamente un mese dopo, ho finito il settimo libro della serie. Nel prossimo post vi racconto un po' di cose a proposito di questa folgorazione (che per molti versi folgorazione non fu).

26/10/10

Raccomandazioni americane vs raccomandazioni all'italiana

Quando leggo di come in Italia il vero problema del mondo del lavoro sarebbero le raccomandazioni, mi viene da ridere. Perche' la raccomandazione nel mondo del lavoro americano non solo non e' un problema, ma e' considerata una risorsa fondamentale. Ma ovviamente non e' la raccomandazione all'italiana.

La raccomandazione, referral, e' non solo prassi accettata nel mondo del lavoro americano, ma incoraggiata. Non e' raro per un'impresa americana dare dei premi in danaro al proprio impiegato che raccomandi una persona di talento per un posto di lavoro, se la persona in questione viene poi assunta e fa un buon lavoro.

Avete capito bene: chiudete la bocca che avrete aperto presi dallo schock, che vi spiego meglio.

Tutte le aziende americane per le quali ho lavorato io hanno un programma d'incentivi per spingere i propri impiegati a raccomandare persone talentuose. L'obiettivo dell'azienda e' semplice: assumere le persone migliori sul mercato del lavoro. In un'azienda per cui ho lavorato in Belgio, per esempio, c'era un formulario che permetteva agli impiegati di presentare il CV di un loro conoscente (o amico, o altro) per posti di lavoro disponibili. Io l'ho fatto piu' volte. E piu' volte mi sono beccato un premio per aver presentato candidati che poi sono rimasti nel loro posto di lavoro per piu' di un anno.

Il sistema come capirete e' molto diverso: non raccomando Gina perche' mi ha fatto un pompino. E non raccomando Gino perche' e' figlio del ministro, e neanche Tullio nipote del mio barbiere che cosi' mi fa uno sconto quando vado a tagliarmi i capelli. Raccomando persone che so che sono qualificate per il posto di lavoro disponibile: ho un incentivo ben preciso a farlo, anche di natura economica. Perche' se la persona che raccomando non e' migliore degli altri candidati in lista, allora non verra' assunta e io non otterro' il mio bel gruzzoletto. Non solo: raccomandando capre mi farei anche un brutto nome all'interno dell'azienda e non andrei da nessuna parte.

Io stesso sono stato raccomdandato per un lavoro fatto in passato. Raccomandato da una persona per la quale avevo lavorato in precedenza, ma che non aveva nulla da guadagnare dalla mia eventuale assunzione. E io stesso ho raccomandato - come ho gia' detto - un paio di persone che hanno poi avuto successo. Per cui non e' raro che riceva chiamate di cacciatori di testa o dipartimenti di risorse umane che vogliono sapere se per caso conosco qualcuno che possa andare bene per il posto di lavoro X o Y.

Non mi credete? Bene. Allora leggete il primo consiglio che il Wall Street Journal da' a chi cerca lavoro: "La raccomandazione attraverso qualcuno che conosci e' la tua chance migliore per trovare un lavoro. Uno studio fatto da CareerXroad intervistando piu' di 200 datori di lavoro mostra che la percentuale di assunzioni fatte attraverso raccomandazioni e' rimasta stabile negli ultimi cinque anni. Quasi il 27% dei partecipanti allo studio ha risposto che la raccomandazione era il fattore piu' importante nell'assunzione di persone esterne all'azienda nel 2009, praticamente allo stesso livello del 27.1% del 2005".

Ovviamente il sistema per funzionare ha bisogno di due cose: di gente che non raccomanda capre, e di persone all'interno dell'azienda che non assumono capre. Non basterebbe - temo - importare nel sistema italiano questo meccanismo d'incentivi: sarebbe comunque possibile raccomandare capre, e assumerle, sempre nella speranza di favori futuri.

E' per questo che dico che in Italia non c'e' speranza. Voglio dire: in un paese in cui i sindacati pretendono che le banche assumano i figli dei propri impiegati, dove cazzo si vuole andare?

20/10/10

Halloween in America

Ripropongo pari pari il post che avevo scritto l'anno scorso sulle origini di Halloween.

"Halloween non è una festa di origini americane e non ha niente a che fare con il Diavolo.

Circa 2000 anni fa, i celti che occupavano le terre di Irlanda, Francia del Nord e Regno Unito attuali celebravano il primo Novembre come l’inizio del nuovo anno. Quella data coincideva con la fine dell’estate e del raccolto, e con l’inizio dell’inverno, un periodo da sempre associato con la morte, se non altro per motivi agricoli.

Il 31 Ottobre (quindi l’ultimo giorno del loro calendario), i celti celebravano un festival chiamato Samhain. A Samhain i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventavano permeabili: gli spiriti e i morti riuscivano a passare nel mondo dei vivi, e a danneggiare le piantagioni. Non solo: la presenza di spiriti e di morti rendeva più facile per i Druidi – i sacerdoti – predire il futuro.

Per celebrare questa notte particolare, i Druidi accendevano degli enormi falò. I celti vi si radunavano attorno, indossando teste e pelli di animali (i primi costumi), bruciavano sementi, sacrificavano animali per ingraziarsi gli spiriti e i morti.

I Romani che dominarono queste terre per circa quattrocento anni (I-V secolo d.C), continuarono a celebrare Samhain, ma le affiancarono due festività tipiche romane: i Feralia, celebrati a fine ottobre, per commemorare i morti, e il giorno dedicato a Pomona, la dea della frutta.

Dopo i romani, arriva la Chiesa cattolica. Già nel VII secolo il Papa Bonifacio IV aveva scelto la data del primo novembre per celebrare tutti i Santi. Questa celebrazione, nella popolazione dei territori celtici di allora, vene chiamata Alholowmesse, o All-hallowes, o All hallowmas.

Ci si cominciò a riferire al giorno prima, il 31 Ottobre, come a All-hallows Eve, e cioe’ la vigilia di All-Hallows, appunto. Da lì a Halloween il passo fu breve.

Halloween in America
Halloween sbarca in America con l’arrivo dell’immigrazione europea. In New England le celebrazioni partono in sordina, a causa del puritanesimo degli immigrati. Nel sud invece, Halloween prende piede quasi subito, e con lo spostarsi della frontiera interna verso ovest, si mischia anche a tradizioni, usi e costumi degli indiani d’America.

È qui che nasce l’Halloween in versione americana: i vicini si riuniscono, si celebra il raccolto appena finito, si raccontano storie di morti, ci si predice il futuro. Si comincia anche ad andare casa per casa a chiedere “dolcetto o scherzetto”: è un’evoluzione di quello che accadeva in Inghilterra secoli prima, quando, durante le festività, i poveri chiedevano la carità, e ottenevano dai ricchi dei dolcetti (soul cakes, dolci dell’anima), in cambio di preghiere per i loro morti.

A metà del 1800, Halloween non è ancora una festa nazionale. Ma nel 1846, la carestia delle patate in Irlanda dà il via a una massiccia immigrazione irlandese: milioni e milioni di discendenti dei celti arrivano negli USA e il gioco è fatto.

Ai giorni nostri gli americani spendono 7 miliardi di dollari per Halloween."

11/10/10

Cambiamenti

Esempi dal mondo sviluppato

Ho fatto l'abbonamento a Netflix. Cos'e'? E' un servizio che, per 8.99$ al mese (6 euri) ti permette di avere direttamente a casa tua tutti i dvd che vuoi vedere, uno alla volta. E che ti permette di guardare direttamente sul tuo TV una valanga di film in streaming diretto.

Ripeto: 6 euri.

Come funziona? Si fa una lista di dvd che si vogliono vedere. Netflix vi manda il primo film, consegnato a casa in 24ore. Voi lo guardate, quando vi pare: lo potete anche tenere un mese, o un anno, se siete stupidi, perche' non ci sono penalita' di ritardo o roba del genere. Se siete intelligenti, invece, lo guardate, e poi lo infilate nella busta preaffrancata nella quale il dvd e' arrivato, e lo rispedite. Nel giro di 24 ore avrete il secondo film della vostra lista, qualsiasi sia il film. Poi il terzo. Poi il quarto. E cosi' via'.

Per 6 euri.

Poi, se avete un sistema (come la wii, la playstation 3, o un semplice lettore blu ray con wifi), potete collegarvi direttamente a Netflix e vedere tutti i film disponibili in streaming diretto, senza bisogno di un DVD. E con una qualita' che, se non pari a quella di un dvd, e' molto, molto, molto buona. E i film che guardate in streaming non bloccano i vostri dvd: sono IN PIU'.

Facciamo un esempio. Io ho appena visto su dvd the book of Eli con Denzel Washington. L'ho rispedito oggi, e domani mi arriva il dvd di Cloverfield. Lo guardo domani, e mercoledi' lo rispedisco. Giovedi' mi arriva Guerre stellari. E cosi' via.

Ma nel frattempo posso anche collegarmi e vedere in TV i film o le serie televisive che sono online: tipo il film 2012. O tutte le serie di X files. O di Mad Men. O i Simpson. O Old boy.

Il tutto per 6 euri al mese.

Ecco, direte, ma che ci vuole? Be', nulla, se siete in un paese sviluppato. Ma avete bisogno di due cose: di una posta che garantisca consegne in 24 ore, e di un sistema wifi che copra tutto il territorio. Ecco, i miei genitori, in Toscana, non nel Sud, hanno il wifi un giorno si' e tre no. E aspettano ancora una raccomandata inviata tre giorni fa da Milano.

Cosi', per dire. Per 6 euri.

08/10/10

Lontananza

Sono molto contento del fatto di non conoscere assolutamente i termini della questione Marcegaglia, Porro e altri. La lontananza (fisica e mentale) dal natio borgo selvaggio e' ormai tale che francamente non seguo piu' ne' cronaca ne' politica. Provo ormai un fastidio fisico nel leggere di Berlusconi che promette di finire la Salerno-Reggio Calabria (ancora??!) e il Signor Fini (onorevole mi pare troppo) parlare del bisogno di estromettere i partiti dalla RAI.

Basta.

E i comunisti (ex e non) che s'indignano per le bestemmie? No, ma davvero?

Basta.

Mi hanno rotto il cazzo tutti.

Questo blog ha ancora un senso?

05/10/10

Care inversioni a U

Nel giugno scorso, il vostro blogger preferito (ma anche no) effettua un'inversione a U. 30 secondi dopo, sente un gran suono di sirene e scorge una macchina della pula che lo insegue come se fosse un ladro in fuga (a 15km orari di velocita'). Si ferma. Come nei migliori film, il pulotto esce con la mano sulla fondina (giuro), si avvicina e chiede i documenti. Per dieci minuti verifica con una torcia tutto il verificabile della macchina. M'informa che ho commesso una seria violazione (un'inversione a U) e che devo stare attento.

Torna alla sua auto e per quindici minuti non si sa quello che cazzo sta facendo. Immagino stia controllando le liste dei terroristi. Non avendomici trovato, torna, e m'informa che deve ritirarmi la patente.

Per un'inversione a U.

Io rimango un po' interdetto, ma conscio del fatto che non si fa il fenomeno con un poliziotto americano se si e' in America con un visto, abbasso la testa (e lo sguardo) e obbedisco.

Mi si aprono tre opzioni:
  • pagare una multa, e riavere la patente, ma avere questa "grave violazione" sul mio casellario giudiziario, con conseguente aumento dell'assicurazione.
  • pagare una multa piu' alta, e fare un corso di "guida sicura" di 4 ore insieme a quelli che ammazzano la gente quando sono ubriachi alla guida, per evitare di avere questa "grave violazione" sul mio casellario giudiziario.
  • contestare e andare di fronte al giudice.
Il vostro blogger di riferimento sceglia la seconda che ha detto. E decide di andare a fare il corso insieme a alcolizzati e drogati (per un'inversione a U). Quando pero' le autorita' lo informano che non potra' andare nella sede vicina a casa sua a fare il corso, ma in una sede in un quartiere dove ammazzano una persona un giorno si' e l'altro pure, il blogger qui presente opta di pagare un'aggiunta per farsi il corso online seduto comodamente a casa sua.

Alla fine il vostro Demonio fa il corso online. 4 ore e 45 di regole della strada. Da notare che PRIMA di fare il corso, il vostro fa un pre-test di valutazione e ottiene un punteggio del 94%. Alla fine del corso (su sistemi di fissaggio per bambini, le regole sulle cinture di sicurezza, come frenare con ABS, gradi di alcohol nel sangue, droghe e menate varie), il vostro fa l'esame finale e ottiene 100%.

Ecco, ma un dubbio resta, visto che in 4 ore e 45 non c'e' stata una-menzione-una di inversioni a U: sono illegali????

30/09/10

23 anni di Beautiful in 6 minuti

Questo video e' assolutamente SPETTACOLARE. Vi spiega in 6 minuti tutti i 23 anni di Beautiful. Allucinante. Grazia a Il post.

Quiz un po' difficile

L'Amaca di Michele Serra:

"Un importante quotidiano dedica la sua prima pagina al probabile ritrovamento di una Cucina Scavolini. Un premier europeo e' accusato di controllare 64 societa' off-shore attraverso le quali avrebbe sottratto 884 miliadri di lier al fisco del paese del quale e' primo ministro. Un celebrato playboy viene accusato dal suo anziano amante gay di averlo mantenuto per anni. Un ministro definisce "porci" i cittadini della capitale del suo Paese. Un sindaqco fa sgomberare dai carabinieri i giornalisti che volevano seguire una seduta del Consiglio comunale. Un miliardario a lungo latitante nei Caraibi torna in Italia per spiegare in televisione che i numeri vincenti del Superenalotto erano i suoi e non quelli della sua ex fidanzata, nel frattempo diventata moglie del preisdente della Camera. Si indaga sui brogli elettorali che hanno falsato un reality-show. Il papa annuncia che imbianchera' personalmente il suo appartamento in Vaticano. Viene reso pubblico il regolare contratto di assunzione (diecimila euro di stipendio al mese) con il quale un governo ha pagato il voto di due parlamentari esterni alla sua maggioranza. Una sola di queste notizie e' falsa. Sapreste dire quale?"

Io direi quella del Papa. In ogni caso salutiamo il nostro paese. E auguri a tutti.



27/09/10

Napoli, tutto come sempre

E' uscito L'ultima cena, di Peppe Ruggero. E' un libro che racconta come la camorra ormai controlli gran parte della filiera alimentare campana (italiana?)

Leggendo l'intervisa all'autore, non solo ci sarebbe da smettere di mangiare la pizza in ristoranti che non si sa che mozzarella usino (come ha intenzione di fare d'ora in avanti Stefano Bonilli), ma ci sarebbe da smettere di comprare caffe', vongole, crostacei.

Io gia' quando ancora stavo in Europa, dopo aver visto Biutiful cauntri, (vedi sotto) il documentario (sempre di Ruggiero) sulla situazione dell'agricultura campana e sulle conseguenze dell'inquinamento selvaggio sugli allevamenti, avevo smesso di comprare mozzarelle, e in generale prodotti che vantavano provenienza campana. Non e' razzismo. E' che, come dice Bonilli in un suo commento in calce a quel post, bisogna pensare alla propria salute.

Ovviamente c'e' chi subito interviene a dire che no, non e' tutto cosi', e qui e su e giu' e su. Ok.

Tutto vero. Ma anche no. Per cui liberi tutti, e io continuo ad evitare prodotti del meridione d'Italia (cosi' come evitavo polli belgi dopo lo scandalo diossina). E chi vuole accusarmi di razzismo, si accomodi.

Ps: nel frattempo Napoli e' tornata ad affondare nei rifiuti.




(Grazie a Papero Giallo)

23/09/10

Birthers che vanno oltre


I "birthers" sono quelli qui in America che sostengono che Obama non sia americano di nascita, e che di conseguenza sia un presidente illegittimo. L'unico requisito per diventare Presidenti degli USA dal quale non si puo' prescindere e' infatti l'essere cittadini americani DALLA NASCITA. Si puo' diventare governatori (vedi Arnold in California) di Stati se si e' nati altrove, ma non si puo' diventare Presidenti.

A seconda dei sondaggi fatti, si parla di un 20-30% della popolazione che NON crede che Obama sia americano di nascita. Lui ha esibito un certificato di nascita delle Hawaii, ma i birthers sostengono sia falso o manomesso, e che in realta' Obama sia nato all'estero da padre non americano. E che quindi non sia americano di nascita. Le conseguenze giuridiche sono abbastanza rilevanti: e' difatti un obbligo giuridico per i soldati DISUBBIDIRE un presidente usurpatore. Fate uno piu' uno.

E ora addirittura questo: un cactus!

(The onion, il giornale dell'articolo, e' un giornale satirico, ovviamente...)

Quiz: chi e' e che libro e'?

Esiste un'idea di NOME COGNOME; un'astrazione. Ma non esiste un vero me: solo un'entita', qualcosa d'illusorio. E per quanto io possa nascondere il mio sguardo freddo, e tu possa stringere la mia mano e sentire la mia carne toccare la tua e forse anche percepire che i nostri stili di vita sono probabilmente simili...io semplicemente non ci sono.

(Traduzione mia)

22/09/10

Wednesday - the mess we are in

"We sit in silence, you look me in the eye directly, you met me, I think it's Wednesday the evening, the mess we are in"



"What were you wanting, what was you wanted?"

Cieli tempestosi

Il cielo di Chicago sta dando spettacolo stanotte.



20/09/10

Natale a Chicago

Ier, 19 Settembre, il department store Bloomingdale's a Chicago si presentava cosi':

17/09/10

Segnalazione invidiosa

Ho sempre provato una profonda invidia per chi sa trasmettere attraverso la sua arte emozioni forti. Io sono un uomo senz'arte: non so so suonare uno strumento, non so dipingere, non so disegnare, non so scolpire. E non posso neanche dire che e' colpa dei geni: mio nonno materno era un maestro del ferro battuto e della pittura, mia madre sa disegnare in modo incredibile.

Io no (e mia sorella neppure. Boh.)

Per cui quando ho scoperto questo blog, In viaggio col taccuino, ne sono rimasto affascinato. E voglio segnalarvelo.

E' bellissimo.

15/09/10

Motivi per emigrare - 2

Emanuele Filiberto che intervista Lapo Elkann. Lapo che usa il verbo "charmare". I due che si compiacciono del non sapere i congiuntivi.

Miss Italia 2010

Il problema di Miss Italia 2010 - se davvero bisogna individuare dei problemi - non e' che Francesca Testasecca (!) abbia un tatuaggio, ma che detto tatuaggio faccia cagare.


Poi si potrebbe discutere sulla bellezza o meno della Testasecca. La domanda da farsi e': Mr. B se la tromberebbe? Se si risponde no, be', allora siamo nei guai.

07/09/10

Il giro del Lago Michigan in moto in quattro giorni - anteprima

Sono appena tornato dal mio giro in moto del Lako Michigan (Lake Michigan Circle Tour): un percorso che mi ha portato a coprire 1853 KM con la mia Wakanda, con partenza da e ritorno a Chicago, in 92 ore. Ho avuto due giorni di pioggia durissima, con temperature basse (9 gradi), e due giorni di tempo bellissimo e temperature ideali (25 gradi). Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ve lo lascio giudicare dalle foto (cliccandole, s'ingrandiscono). A breve, un post completo con il percorso, le strade, le impressioni.

C'e' qualcosa nei cieli del Midwest americano che li rende talmente belli da sembrare finti

E' un lago, ma le dimensioni sono quelle di un mare (non vi lasciate fuorviare dal fatto che si veda la terra la' in fondo: e' solo una penisola). E che vi dicevo del cielo?

Una delle strade piu' belle che abbia mai fatto in vita mia: la Pierce Stocking road, in Michigan.

Sleeping Bear Dunes, le dune dell'orso addormentato: un Sahara nel Midwest. Impressionante (e che vi dicevo del cielo?)

Lungo la strada, parecchi ruderi. Di chissa' cosa.

Il Lake Michigan Circle Tour e' indicato con pannelli lungo la strada.

Ancora ruderi.


Ancora cielo.

Sono sempre stato affascinato dai fari. Attorno al Lago Michigan ce ne sono 113 (mappa qui), piu' che in qualsiasi altro lago.


Che ne dite? Ne valeva la pena?

PS: lui non l'ho incontrato.

03/09/10

In viaggio - (Citta' 2)

Dopo Isidora.

"Arrivando a ogni nuova citta' il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva piu' d'avere: l'estraneita' di cio' che non sei piu' o non possiedi piu' t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

Marco entra in una citta'; vede qualcuno in una piazza vivere una vita o un istante che potevano essere suoi; al posto di quell'uomo ora avrebbe potuto esserci lui se si fosse fermato nel tempo tanto tempo prima, oppure se tanto tempo prima a un crocevia invece di prendere una strada avesse preso quella opposta e dopo un lungo giro fosse venuto a trovarsi al posto di quell'uomo in quella piazza. Ormai, da quel suo passato vero o ipetitoco, lui e' escluso; non puo' fermarsi; deve proseguire fino a un'altra citta' dove lo aspetta un altro suo passato, o qualcosa che forse era stato un suo possibile futuro e ora e' il presente di qualcun altro. I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi."

Ps: parto tra poco per un viaggio in moto. Ci risentiamo.

02/09/10

Oblio aquilano

Da qui.

"La mia casa", la indica Stefania, "è nel centro dichiarato inagibile. Ma l'azienda del gas mi ha mandato una bolletta per tutto il 2009 in base a consumi ipotetici: 1.377 euro nonostante i rubinetti siano chiusi da sedici mesi. È come se il mondo fuori non volesse rendersi conto che qui c'è stato un terremoto".

[...]

"Un altro caso", racconta lo chef dello zafferano, "è l'abbonamento a Sky. Sembra impossibile disdire il contratto e per due volte mi hanno chiesto gli arretrati. Da settembre a maggio mi sono poi arrivate sette bollette della luce con cui mi si chiedeva per ogni bolletta di pagare 720 euro, calcolati in base ai consumi precedenti del ristorante. Non c'era verso di fargliela capire che la corrente era stata staccata la mattina del 6 aprile. Alla fine ho detto: venite a piombare il contatore così vedete cosa mi è successo. Il guaio è che se non risolvi la questione non puoi aprire nuovi contratti. Alla fine mi hanno scontato sette bollette di conguaglio con segno meno".

[...]

L'oblio è anche scoprire che la Telecom ha assegnato il numero di telefono della tua casa crollata o danneggiata ad altri abbonati. "È successo a molti. Anche a un nostro cugino", racconta Nello Cozzolino, 52 anni, di Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere, paese dell'ex presidente del Senato Franco Marini: "Lui voleva trasferire il suo numero di telefono nella casa provvisoria dove è stata trasferita la sua famiglia. Alla Telecom gli hanno detto che non era possibile perché quel numero non è più disponibile. L'hanno assegnato ad altri abbonati"

01/09/10

Another Summer...

Another vacation is over,
It is September now with the sun and the smell of the clover.

Wham, 1986

11/08/10

In viaggio con l'Orso Burbo (ma anche no, speriamo)


Tra meno di un mese vado in posti dove potrei incontrare questo simpatico animaletto, tanto buono e gentile: l' orso BURBO.

05/08/10

Come diventare poeti contemporanei (o odierni)

Vi sieti mai incazzati di fronte alle poesie moderne? Quelle dove non c'e' metrica, non c'e' un cazzo, ma e' pura prosa con paragrafi troncati a minchia di cervo? Io si'. Spesso.

Quel genio di Federico Maria Sardelli, storica colonna del Vernacoliere e musicista classico di fama internazionale, ci scrisse addirittura un libro a presa di culo, di cui riporto un passo qui sotto. Il Sardelli e'la dimostrazione che topa vernacolare e sensibilita' poetica possono a volte congiungersi in un tutt'uno. Cliccando sul link "pubblicazioni satiriche" della sua pagina, vi potete fare un'idea della roba che scrive quando non suona. Mi ricordo ancora quando passavo giornate a ridere come un pazzo di fronte alle piu' belle cartolYne del mondo, e alle vignette del bibliotecario.

Il testo qui sotto e' preso dalla postfazione di Proesie, il libro di poesie a presa di culo che raccoglie le migliori poesie scritte per il Vernacoliere. Cliccando sul link trovate alcuni esempi.

E insomma, ecco le regole per diventare poeti contemporanei (o odierni). Ditemi se non sono vere!

Come diventare poeti contemporanei (o odierni)
Federico Maria Sardelli

  1. Poiche' la poesia classica con i suoi metri, ritmi, forme, retorica, e' stata fortunatamente distrutta da un centinaio d'annetti, il poeta moderno dovra' scrivere in semplice prosa con l'unica accortezza di andare spesso a capo.
  2. In assenza di qualsiasi norma metrica e ritmica, i versi si formano col sistema Randazzo (grazie al quale si va a capo a cazzo).
  3. Sarebbe opportuno che il poeta moderno fosse di sesso femminile, ossigenato e molto truccato, e che possibilmente si dilettasse di pittura floreal-informale (o decoupage), sussidii assai utili all'affinamento della sua sensibilita' petica.
  4. Il poeta moderno avra' cura d'osservare che nei suoi componimenti compaiano con una certa frequenza i seguenti lemmi: anima, blu, infinito, gabbiani
  5. Dovra' il poeta moderno, se di sesso maschile, indossare una giacca a quadri, avere il collo cinto da un foulard e non consentire mai che le forbici attentino ai capelli che crescono nella regione occipitale.
  6. Avendo ben chiaro il poeta moderno d'esser rimasto l'unica coscienza vigile di questo crudo mondo, egli assumera' negli incotnri pubblici, durante le letture, nelle interviste, l'aria piu' seria e sofferente possibile.
  7. Il poeta moderno, riflettendo che Virgilio, Tasso e Leopardi hanno gia' espresso in forme sublimi i grandi concetti universali che stanno alla base della vita umana, trarra' la sua ispirazione da soggetti piu' moderni come urgenza della pace nel mondo (o della guerra), frastuono di traffico automobilistico, conquista della luna, gara di motocross, fame nel mondo/Madre Teresa (ma anche Papa va bene), televisione, cibi geneticamente modificati (dove andremo a finire), gabbiani.
  8. Per ottenere il massimo dell'originalita' e tentare cosi' di distinguersi dagli altri caz poeti moderni, il poeta moderno dovra' fuggire qualsiasi metro, conoscenza delle forme, strutture sintattiche, grammaticali e logiche, potendo egli inventare liberamente neologismi (secondo il sistema Randazzo), deformare le parole secondo il suo estro creandone nuove o innestandone vecchie tra loro, introdurre cacofonie, trascrizioni dei suoni piu' vari come quello del missile, del citofono dopo la pioggia, dell'autobus, del rutto.
  9. Per non corrompere la purezza della propria Weltanshauung e per non inquinare le veritiere percezioni che gli son porte dalla sua profonda sensibilita', il poeta moderno dovra' lasciar fluire i propri pensieri sulla carta cosi' come vengono, conscio del fatto che solo in tal modo la sua poesia conservera' intatta la grandezza delle proprie intuizioni. Esempio: se il poeta moderno fosse rimasto turbato dai terribili fatti di sangue che avvengono nel mondo e volesse che da questo suo vibrante sentimento scaturissero versi immortali, bastera' che scriva sul foglio, di getto, le parole che ha udito al telegiornale ("guerra", "bambini", "sangue", "morti", etc) e le misceli - sempre secondo il sistema Randazzo - con i soliti termini poetici di repertorio (anima, infinito, occhi, scavare, gabbiani, etc). Ne verra' fuori un meraviglioso carme di forte attualita': "Guerra / che scavi / nel profondo dell'anima / negli occhi / di un bambino / come un gabbiano / nell'infinito / insanguinato". Per quanto possa sembrare prodigioso, il risultato artistico-espressivo non cambia se si mescolano le parole in altre combinazioni. Esempio: "Anima / insanguinata / d'un bambino / che scava / nella guerra / con gli occhi / d'un gabbiano", e cosi' via.
  10. Essendo qualsiasi struttura logico-sintattica del tutto molesta per gli alti scopi del poeta moderno, dovra' egli curarsi soltanto del puro suono delle parole, assemblando secondo il suo estro ora le sibilanti, ora le affricate, ora le flatulenti o le smandrappate. Anche raggruppare le parole sul foglio secondo determinate forme grafiche costituisce un formidabile ausilio espressivo: molto apprezzate sono le poesie a fiore, a ombrello aperto (se parlano di pioggia), a mitragliatore (se parlano di guerra), a rondine, a gnu, ad autoscuola, a gabbiano.
  11. Sebbene il poeta moderno rifiuti come leziosa ogni forma e struttura antica, pure egli non rinuncera' all'impiego intensivo d'arcaismi ed apocopi, trovando nettamente piu' poetico scrivere "stillano" anziche' "gocciolano" e "volar" anziche' "volare". Esempio: Odi nell'infinito / mille gabbiani volar / sui cilestrini lidi; oppure: D'ostro arcan / le tue guance eburnee / sembran gabbiani / che volan / nell'infinito, etc.
  12. Dovra' infine il poeta moderno lamentarsi dell'insensibilita' della nostra era materialista ed aridamente tecnologizzata in cui la fantasia e la poesia sono oppresse ed in cui il poeta e' costretto a doversi dimolto frugare per pubblicare le proprie caz opere a sue spese presso la Tipografia "Denaro & Arte" di Malaguti Bruno e Bargigli Renzino, lamentandosi, durante l'esazione dei 780 euri per il volume in brossura "I Gabbiani dell'anima", che l'arte e' ormai vilipesa e che l'opera sarebbe dovuta apparire nei Meridiani Mondadori se non fosse stato per quell'operazioncina d'ernia che l'ha bloccato due mesi e allora hanno preso Luzi ma anche lui cia' poco da ridere, tanto il Nobel glielo stirano.
Federico Maria Sardelli

02/08/10

Novita del terzo anno

Per il terzo compleanno del blog (il primo post qui) volevo farvi notare solo un paio di novita': c'e' un nuovo feed qui in alto a destra, con feed burner. In teoria dovrebbe permettere di scaricare/seguire il blog in formati compatibili con vari lettori.

Ho anche aggiunto in calce ad ogni post la possibilita' di distribuirne il contenuto su twitter, facebook e un paio di altri siti.

Grazie a tutti i lettori: a quelli che si fanno vivi nei commenti, a quelli che rimangono in perpetuo silenzio, a quelli che leggono il blog attraverso i feed automatici, e agli avanguardisti che addirittura si scaricano il contenuto del blog sul Kindle...

Illinois

Se non lo conoscete, Sufjan Stevens e' un grande. Questi sono due singoli dal suo album, Illinoise. Illinoise e' il secondo album in un progetto che prevede 50 album per i 50 stati americani. La seconda canzone qua sotto e' Chicago.



29/07/10

Pochi inutili nascondigli, Giorgio Faletti

Pochi inutili nascondigli e' un libro di racconti di Giorgio Faletti, pubblicato nel 2008. Ce l'avevo in casa da piu' di un anno, qualcuno in visita l'aveva scordato a casa mia e non lo rivoleva (brutto segno). Perche' l'ho letto? Perche' dopo Ilium, avevo provato a prendere in mano Olympos, il seguito, ma la mia mente non lo processava a dovere. Avevo provato a portare avanti Perdido Station, ma anche li' nunglielafacevo. Ho arrancato per The Screwtape's letters di CS Lewis, e alla fine ho capito. Il mio cervello mi stava dicendo "mi hai rotto la minchia con l'inglese: switcha all'italiano" (come si puo' notare dall'uso del verbo switchare, il mio cervello aveva effettivamente bisogno di un bagno d'italiano). Sono andato sul mio scaffale di decollo, quello dove tengo libri cartacei che ancora devo leggere, e Faletti era li' e mi ha chiamato.

Per Faletti provo profondo affetto, come se lo conoscessi. Ha accompagnato quelli della mia generazione con i suoi personaggi del Drive in, e ha poi saputo reinventarsi del tutto. Mi piace. Questo non vuol dire che mi debbano piacere i suoi libri. Prima di questo avevo letto solo Io uccido. Mi era piaciucchiato, ma c'era qualcosa che non mi aveva convinto: la lingua italiana mi sembrava avanzasse con fatica. Non c'erano errori, o frasi sgrammaticate come in altri (tanti) libri italiani di sedicenti autori d'avanguardia (che potrebbero tranquillamente andare a scuola da Moccia, per quanto riguarda la grammatica). Ma c'era comunque qualcosa che non andava, qualcosa che non scorreva a dovere.

L'anno scorso pero', quando scoppio' la polemica balneare da repubblica delle banane proprio su Faletti, mi venne da ridere .In pratica, una traduttrice dall'inglese, avanzo' dei dubbi sul fatto che Faletti scrivesse davvero i suoi libri. Secondo lei c'erano troppe espressioni che erano tradotte dall'inglese, ma che per un lettore italiano non avevano senso. Faletti fece bene a non denunciare la signora, perche' la vita - come dice lui - va presa con ironia. Anzi, rilancio': se c'e' qualcuno che vuole venire a stare con me mentre scrivo un libro, si faccia avanti, disse.

Ovviamente nessuno si fece avanti. L'Italia e' un paese nel quale tutti sono pronti a gettare merda sugli altri, ma quando poi si viene smascherati o sfidati a dimostrare la natura della merda, ecco che si cambia semplicemente discorso, e via, verso la prossima vittima, tanto un po' di merda comunque rimane.

Divago. Torniamo al libro.

I racconti
Nel libro ci sono sette racconti, di varia lunghezza, con storie in cui il soprannaturale, o comunque elementi inspiegabili, fanno irruzione nella vita quotidiana. Nelle intenzioni si potrebbe paragonare a Dino Buzzati della Boutique del Mistero. Ma solo nelle intenzioni: i risultati, se non del tutto deludenti, sono molto lontani dai livelli di un Buzzati.

Il primo racconto, Una gomma e una matita, e' il piu' lungo, ed e' quello che mi ha fatto calare di molto Faletti. Perche' si tratta di un racconto che riprende pari pari il funzionamento del romanzo Duma Key, di Stephen King: abbiamo un disegnatore (in Duma Key un pittore amatoriale) che si rende conto che quello che disegna e cancella accade nella realta'. Anche qui, il tutto avviene grazie a una casa in riva al mare (in Grecia stavolta, non in Florida). Il racconto non segue la trama di Duma Key, perche' Faletti fa diventare il protagonista un assassino, in una storia di vendetta. Ma la prima parte del racconto e' chiaramente ispirata - e "ispirata" e' dire poco - a Duma Key.

Non solo: il racconto e' diviso in due parti che dialogano poco tra loro, e con accenni a elementi poi non sviluppati. Un esempio: all'inizio Faletti suggerisce un'atmosfera da casa posseduta, stregata. Ce lo conferma poco dopo, ma poi PUF, il tutto sparisce, non viene spioegato niente, e ci si ritrova in un altro ambiente. Mi pare un espediente abbastanza triste di qualcuno che non aveva voglia o tempo di spiegare le cose a dovere.

Il secondo racconto, L'ultimo venerdi' della signora Kiemann, narra la storia di un giardiniere un po' sfaticato dell'Isola d'Elba e di una coppia di vecchi residenti tedeschi. Il racconto e' bellino, ma e' rovinato dal continuo passaggio da dialoghi semi-vernacolari nel dialetto elbano (che vorrebbero far ridere il lettore) a scene di suspense. Faletti dimostra bene di capire l'ironia Toscana (vive all'Elba da anni), ma in questo caso fa un disservizio al racconto, perche' - anche qui, come nel precedente - le parti non riescono ad integrarsi in un unicum.

Graffiti racconta il risveglio della passione di un vecchio professore, sfiduciato, astioso, e livido nei confronti degli studenti e dei colleghi. E' il racconto che mi e' piaciuto di piu', anche se la trama - che vorrebbe tenere in sospeso il lettore, creando mistero sul chi sia la donna dal cappotto rosso - e' abbastanza telefonata. A patto che si sia letto anche solo il finale del Gattopardo...Non ci sono idee originali, i personaggi sono molto stereotipati (il professore sfigato che non parla, ma che odia il mondo, la professoressa zitella grigia come i suoi vestiti che non si rassegna, il fratello figo che non e' piu' figo, ma che ora ha bisogno di soldi), ma per una volta il racconto scorre bene e si legge volentieri. E' il racconto piu' riuscito.

Anche Spugnole, un racconto molto breve, e' ben riuscito. Racconta la storia particolare di un campo nella campagna italiana, che si ribella alla possibilita' di diventare zona edificabile.

Risibili La ragazza che guardava l'acqua, storia di un mostriciattolo marino e Physique du role, storia di un regista alle prese con un licantropo. Inutilmente lungo e noioso L'ospite d'onore.

Cosa mi e' piaciuto

  • I racconti si fanno leggere volentieri, con facilita'. Un paio sono ben riusciti. Un'ottima lettura balneare.
  • Il tentativo di staccarsi dal giallo/thriller e fare capolino nel mistero.
  • Non ci sono errori grammaticali, la scrittura e' abbastanza fluida

Cosa non mi e' piaciuto
    • Le trame sono un po' telefonate.
    • Non ci sono invenzioni (tranne, forse, che in Spugnole), ma si riprendono vecchi mezzi e mezzucci con intenti moderni, ma con risultati quasi sempre al di sotto degli originali.
    • La lingua ancora non mi convince del tutto. Troppi aggettivi, forse. E troppi dettagli descrittivi che rallentano di molto la narrazione, a volte.
    • La scopiazzatura evidente nel primo racconto.

    In sintesi
    Nonostante tutti i suoi difetti, Pochi inutili nascondigli e' un libro di racconti che si fa leggere volentieri, e che permette qualche ora di buona evasione.

    Voto: 6/10

      28/07/10

      Kindle 3

      A partire dal 27 Agosto, Amazon vendera' il Kindle 3, definito "tascabile" (mass market). Al momento non e' piu' possibile acquistare il Kindle 2.

      Il Kindle tascabile contiene due grosse novita': e' piu' piccolo, nonostante le dimensioni dello schermo rimangano invariate, ma soprattutto e' disponibile in due modelli. La versione con la connessione 3G (quella pagata da Amazon) e il wifi (che il Kindle 2 non aveva) costa $189, esattamente come il Kindle 2. Mentre la versione solo con wifi, che prima non esisteva, costa 139.

      E' disponibile in due colori, bianco o nero grafite.

      A giudicare dalle immagini, sembra che abbiano cambiato il joystick sulla destra, che in tanti avevano criticato (a ragione).

      La batteria pare che duri UN MESE. E la memoria e' stata raddoppiata, fino a 4GB.

      Con questo il Nook e' definitivamente morto.

      Due cose negative:
      • Manca ancora lo slot per le memory card, che era disponibile nel Kindle originale, ma che Amazon ha eliminato nel Kindle 2.
      • E soprattutto non si fa menzione alcuna della possibilita' di "prestarsi" i libri tra Kindle, come e' invece possibile per alcuni (non tutti) libri su Nook. Questa cosa mi fa parecchio alterare, francamente.


      Le specifiche tecniche sono queste:
      • schermo di 6 pollici a inchiostro elettronico (come il Kindle 2)
      • Modello con wifi e 3G a $189 (il prezzo del Kindle 2, che e' senza wifi), e modello solo con wifi a 139$
      • Dimensioni ridotte del 21% rispetto al Kindle 2
      • Peso ridotto del 15%
      • Lo schermo offre un contrasto migliore del 50%
      • Caricamento delle pagine 20% piu' rapido che con il Kindle 2
      • Memoria di 4 GB (3000 libri)
      • Bottoni per girare le pagine piu' piccoli e piu' silenziosi
      • Fino a 4 settimane senza ricarica, tenendo il wireless spento (Gia' ora, il Kindle 2 non ha bisogno di essere ricaricato per 2-3 settimane, a seconda di quanto leggo).
      • Nuovo sistema di navigazione browser (che nel Kindle 2 faceva cagare, ma comunque era una connessione di emergenza per vedere email o altro, pagata da Amazon...)
      • Viva voce potenziato (l'opzione per farsi i leggere i libri da una voce maschile o femminile c'era gia' nel Kindle 2, ma ora la voce legge anche i menu: abbastanza inutile secondo me).
      • Nuovo lettore PDF, con possibilita' di leggere anche PDF protetti da chiave di accesso.

      27/07/10

      Il dibattito sugli ebook

      Dopo la discussione dell'altro giorno sugli ebook (per chi fosse interessato, in calce al post dell'autore GL D'Andrea c'e' un lungo botta e risposta tra me e l'autore), vi segnalo:

      • un'intervista a Roberto Santachiara, il piu' grande agente letterario italiano, sul futuro degli ebook. Da leggere perche' fa capire come le case editrici italiane stiano preparandosi ancora una volta al grande furto nei confronti dei lettori. (Aggiornamento: una risposta a Santachiara che merita di essere letta: qui)
      • un bel post, ricco di dati, su Steamfantasy con dati di vendita degli ebook in America. Da leggere assolutamente.
      • un bellissimo articolo scritto da Gipi, un disegnatore italiano (PISANO!!) a proposito dei disegni su tavoletta elettronica, che contiene pero' alcune osservazioni valide anche per i libri. E' l'unico articolo che, quasi senza volerlo, centra l'unico vero problema della libreria ebook: che fine fara'? Ricordo in un libro della saga della fondazione di Asimov un episodio sul pianeta Moss (Muschio). Un'enorme biblioteca piena di dischetti, ma nessun terminale funzionante, e l'impossibilita' di capire quali fossero le conoscenze del luogo. E' un'immagine che mi e' rimasta dentro a lungo.
      Dice Gipi:

      I disegni digitali che ho fatto, messi su facebook, sono stati molto apprezzati. Dove sono ora?
      Dove sono?
      Li cerco nella cassettiera tra i disegni dei pirati. Non ci sono.
      Forse impilati con la storia dell’eremita guerriero?
      Nel mucchio d Zaky?
      Nella cartellina del Libro Impossibile.
      No.
      Non ci sono.
      Vivono solo collegati ad una batteria, nel loro personale polmone d’acciaio, nel regno ideale dell’amico depilato e amoeba.
      Quando questa civiltà finirà (e finirà, vedrete) loro scompariranno. Non resterà nulla. La ragazza che si tocca il piede. L’uomo con l’uccello in mano, anche l’autoritratto. Anche quello, come me, scomparirà.
      Una volta, al Louvre, sono rimasto ore a guardare i piccoli gatti scolpiti dagli egizi.
      Ce n’era uno, anzi, una, era una gatta di ossidiana. Aveva figliato, aveva questi cuccioli di ossidiana attaccati a puppare. Lei sollevava la testa e ne leccava uno. Lo scultore l’aveva ritratta in quel momento lì. Era rimasta così, con la lingua sul dorso del cucciolo, per cinquemila anni.

      Ecco, l'unico vero problema degli ebook e' questo.

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