31/07/08

Istighiamo l'odio

Se si volesse davvero promuovere la pace nel mondo, ci sarebbe una sola cosa da fare: chiudere gli aeroporti. Certo, le conseguenze economiche sarebbero abbastanza drammatiche, ma credo che l'odio tra le varie nazioni diminuirebbe.

Perché vi assicuro che fare un volo Bruxelles-Pisa nello stesso aereo con, nell'ordine:
  • gruppo di studenti belgi francofoni che hanno cantato canzoni incomprensibili per tutta la durata del volo;
  • gruppo di tedeschi che si lamentava dei belgi di cui sopra, parlando però male degli italianen (non avevano capito un cazzo, poveri kartofen);
  • gruppo di oche spagnole vocianti con il loro accento insopportabile;
  • gruppo di fiamminghi simpatici e rilassati come dei pali su per il culo (ma almeno stavano zitti);
  • un paio di arabi che hanno fatto casino perché la hostess li ha fatti spostare dall'uscita di emergenza, visto che non parlavano una parola d'inglese (e l'inglese lo devi da parla' se vuoi sederti li', hai poco da protestare, caro il mio simpaticone);
  • gruppetto di francesi che dice che comunque l'italie est un gros bordel (ma allora stai a casa tua, cazzo, cosa vieni a rompere i coglioni, dico io).
Ecco, dicevo, fare un viaggio con sta gente qui ha avuto su di me un effetto istigatore di odio senza eguali. Secondo me proibendo i viaggi in aereo, chiudendo gli aeroporti, e predicando un bel "ognuno a casa sua" ci sarebbero meno guerre.

E si starebbe meglio.

27/07/08

Diete Allegre

Quando uno dimagrisce come ho fatto io, che sono passato da 94 kili di simpatica rotonidità a gennaio a 81 kili di muscoli guizzanti (vabbe' dai...suppergiù) in 7 mesi (ebbene si', a me la weight watcher mi fa una bella sega), la gente commenta. E i commentatori si possono dividere in varie categorie:

Quelli/e che commentano veramente contenti per te: Li riconosci, ti sorridono anche con gli occhi, ti fanno i complimenti, ti dicono che sei un figone, ti chiedono come hai fatto, ti mettono la lingua in bocca, nelle orecchie, le mani sulla fava...sono davvero interessati...Molto spesso questa categoria è alquanto ridotta (purtroppo), numericamente parlando: la famiglia (e neanche tutta, diciamo i genitori...ma neanche tutti...diciamo la mamma), alcuni amici intimi, alcune persone grassottelle che vedono in te qualcuno che ce l'ha fatta, e che quindi ti guardano felici perché sei la prova che possono farcela anche loro. Se ce l'ha fatta lui, cazzo...

Quelli/e che ti fanno i complimenti, ma che in realtà gli rode il culo. Potendo, t'infilerebbero un tubo in gola, come tu fossi un'oca alla quale far scoppiare il fegato per ricavarne un buon fois gras...Vogliono che tu riprenda il tuo peso. Ti dicono che si', stai bene, ma oh signora mia, dimagrire cosi' tanto in cosi' poco tempo...è chiaro che i kili li riprenderai tutti, a meno che tu n'abbia l'aids...Anzi, di piu': i muscoli si trasformeranno in grasso, per cui in capo a sei mesi sarai più stronzo e grosso di prima. Non te lo dicono. Ma ti raccontano la storia dei loro cuggggggini, che una volta sono andati a letto e pesavano 75 kili e poi si sono svegliati e pesavano 95 e poi sono morti. Questa categoria è abbastanza affollata: grassottelli che hanno cercato per anni di dimagrire, senza mai farcela, grassottelli che ce l'hanno fatta a dimagrire, ma poi hanno ripreso tutto e subito, obesi, invidiosi di natura, sfigati di varia umanità.

Quelli che ti dicono che in realtà potrai anche essere dimagrito, ma comunque magro non sei. Questi sono i più pericolosi, perché sono quelli che ti mettono di fronte alla realtà delle cose. Si', hai perduto 13 kili. Si', stai meglio. Si', sei più in forma di prima. Ma non sei ancora dove dovresti essere. Sei ancora lontano non dico dalla perfezione, ma dalla mediocrità della salute. E tu ci rifletti, e scopri intimamente che hanno ragione. E allora stai li' li' per cedere e riaprire quel barattolo di nutella che a novembre scorso ti ha accompagnato nel tuo viaggio d'ingrassamento, quando ogni pomeriggio, tuo fidato amico, si faceva toccare, e leccare, ed amare in ufficio. Ma no. Resisti stoico fino alla fine. Perché sei un uomo nuovo.

Ma il vero problema è che mancano le motivazioni per continuare. Dammi un obiettivo, e sono uno schiacciasassi, lo raggiungo con massimo impegno. Ma raggiunto l'obiettivo, me ne devi dare un altro che non sia semplicemente "il mantenimento". Altrimenti si risfanga.

A meno che...a meno che tu non entri in un negozio di sabato, durante i saldi, e veda un impermeabile Allegri da 600 Euri scontato del 70%. Ti guarda, e ti dice "sono tuo". Tu guardi la sua taglia, e gli dici che non siete compatibili: per una volta puoi dire che ce l'hai troppo grosso. Ma lui insiste. Toccami, entrami dentro e saro' tuo. Tu cedi. Te lo provi, anche se la 48 non te la mettevi da quando, nel lontano 1991, celebrasti la maturità.

Te lo provi e scopri che secondo Allegri sei ormai una taglia 48. E queste si', sono motivazioni, altro che l'abbassamento del tasso del colesterolo!!!

12/07/08

Partenza

Affezionati lettori, me ne vado una settimana al mare. Ci rivediamo il 22 luglio.

09/07/08

Opinione personale sulla Guzzanti e il velinume berlusconiano

Ora, io credo che nessuno mi possa accusare di essere un facinoroso girotondino, politicamente parlando. Oddio, facinoroso magari si'...ma credo di essere quanto di più lontano possa esistere da Di Pietro, Travaglio, Dandini e compagnia andando.

Detto questo, del puttanume berlusconiano e di come mi sentissi preso per il culo politicamente dalle sue scelte femminili avevo già parlato qui.

Per cui, quando leggo che la Guzzanti avrebbe detto ieri, nell'ignobile piazzata di Roma, la seguente frase:

"ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché te lo ha succhiato, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio",

beh, che dire? magari si può discutere se glielo abbia davvero succhiato. Ma credo che in pochi, anche nel centrodestra, si sentirebbero di dissentire con il succo del discorso. Anzi.

08/07/08

Comunicazione di servizio

Sto provando a cambiare piattaforma al blog, passando a un qualcosa che mi dia meno problemi dell'attuale. Per cui i post potrebbero diradarsi un po' nei prossimi giorni.

Se non ci riesco (o meglio, se l'anima pia che si è offerta di aiutarmi aggratis non ci riesce), oppure se dovessi avere problemi nel trasferire l'archivio dei post su quella nuova, allora riprendero' a postare senza problemi qui sulla vecchia piattaforma.

Il tutto dovrebbe comunque risolversi ben prima del compleanno del Demonio Pellegrino, il prossimo 3 Agosto. Anzi, in realtà spererei di essere di nuovo online già da metà della settimana prossima...ma vedremo.

06/07/08

Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta - il grande equivoco

Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, di Robert Pirsig è uno di quei libri di cui si parla spesso nel mondo degli amanti delle moto come di una bibbia. Peccato che con le moto non c'entri assolutamente un cazzo. E difatti quando poi cominci a chiedere ai molti motociclisti che ne parlano "scusa ma di che parla?", le risposte sono imbarazzanti "eh, sai, della dell'arte della manutenzione della moto...".

Sticazzi. Il libro è infatti quasi un testo di filosofia pura, nel quale si discetta di che cosa sia la Qualità, e di come le varie cosmogonie dai greci in poi abbiano generato una rottura non giustificata tra qualità e bene, immettendo nel pensiero occidentale una scissione tra soggetto e realtà che - secondo l'autore - non è giustificata.

Si parla di moto nelle prime 30 pagine. Non di più. E sono pagine molto belle. E si parla poi di moto un paragrafetto ogni 10 pagine...Pero' è un libro che sta alla moto come Tonino Di Pietro sta all'italiano forbito. Poco.

L'andare in moto, e soprattutto il saper fare da solo la manutenzione alla propria moto, è solo la scusa dalla quale si dipana tutto il ragionamento filosofico. Il rifiuto della tecnologia da parte di coloro che non sanno mettere mano alla propria moto, portandola dal meccanico anche solo per far stringere la catena, è solo l'argomento utilizzato per cominciare a investigare il rifiuto della tecnologia nelle comunità hippy americane (il libro è del 1974) e da li' poi via verso discorsi abbastanza impegnativi: perché la tecnologia ci pare 'brutta'? Quando l'arte e la tecnica si sono separate come concetti? Che cos'è la qualità?

Perché ne parlo? Perché ho appena finito di leggerlo. Avevo già provato a leggerlo quando avevo 15 anni, e onestamente avevo abbandonato a pagina 40 perché non ci capivo più assolutamente una mazza e non era assolutamente il libro che mi aspettavo. Io pensavo si parlasse delle praterie americane, dei viaggi, del vento sulla faccia...e invece dopo trenta pagine, cominciai a percepire solo martellate sui coglioni. O almeno la vedevo cosi' allora.

Sabato scorso ho visto il libro in libreria, e mi è venuta voglia di riprovare, quasi vent'anni dopo. Perché stavolta sapevo cosa aspettarmi.

Ed è proprio vero che il tempo cambia le percezioni. Perché ora direi che il libro è stupendo. Perché innanzitutto la storia di fondo del protoganista, una storia autobiografica, è abbastanza coinvolgente. Ma poi soprattutto è bello vedere che il mio cervello è ancora in grado di capire discorsi filosofici, è ancora in grado di ricordare le cosmogonie dei pre-aristotelici, Anassimene, Anassimandro...

Ora pero' ho bisogno di un po' di sudoku sul bagnasciuga.

03/07/08

Le pubblicità della Moto Morini sono meravigliose

Le pubblicità delle moto sui giornali sono tutte abbastanza uguali, e mi hanno sempre lasciato abbastanza indifferente. La marca austriaca che dice che con la sua moto siete i nuovi samurai, quella giapponese che vi dice che andate da zero a 100 (ospedali) in 3 secondi, quella della tedesca che vi dice che potete fare il giro del mondo su una ruota sola senza che si rompa mai nulla, oppure il tipo che sgomma sulla ruota anteriore dicendo che la moto è tutta nuda e tutta per voi.

Appunto, niente di che. Banali.

Da poco pero' c'è una notevole eccezione: la pubblicità della Moto Morini, storico marchio italiano rinato con moto bellissime.

Le pubblicità della Morini sono le uniche sulle quali m'incanto non solo e non tanto per le immagini, quanto per i testi. O meglio: per la perfetta fusione tra immagine e testi. Testi che sono molto lunghi, da leggersi come storie...

Alla Morini hanno saputo cogliere completamente il sapore di come io intenda il concetto di motociclista.

Ho digitalizzato tre pubblicità attualmente in circolazione. Cliccandoci sopra si allargano e potete leggere i testi, che sono, appunto, emozionanti. Non si spinge sulla performance della moto (e tra l'altro Morini potrebbe, perché il motore corsa corta spinge arrabbiato e ha un suono orgasmico), ma sul rapporto tra il proprietario e la moto stessa.

La moto come amica, come femmina che sa comprenderci e farci sentire divinità, da preferire alla donna vera, addirittura. oppure - ed è la pubblicità che mi piace di più (la prima qui sotto), come compagna che ci fa capire se una donna possa davvero essere quella per noi, vedendo come si comporta sulla moto.

Stupende. Brava Morini. Hai guadagnato un futuro cliente. Non per la pubblicità in se'. Ma per come dimostri d'interpretare la moto.










02/07/08

La teoria delle formiche

Questa teoria delle formiche l’ho formulata da un po’ di tempo. Dapprima – come ogni grande teoria metafisica – è stata derisa e ridicolizzata da coloro ai quali l’avevo esposta. Gli stessi che però, adesso, hanno avuto modo di rifletterci bene e di capire che in realtà è una teoria molto valida.

Ve la spiego.

Molti anni fa lessi un articolo sul Corriere nel quale si spiegava come le formiche fossero incommensurabilmente più forti degli uomini, fatte le debite proporzioni. Non mi ricordo i dati esatti, ma si diceva roba del tipo che una formica puo’ trasportare delle cose (molliche, sassi) 10, quindici, venti volte il proprio peso, come se un uomo potesse tranquillamente trasportare un’automobile, o un camion.

E soprattutto si diceva che le formiche potessero percorrere distanze molto più grandi rispetto a quanto possa fare l’uomo, sempre facendo le debite proporzioni: in pratica, è un po’ come se l’uomo, ad andatura normale, potesse coprire in due secondi tutta la lunghezza di un campo da calcio. Per cui, si diceva, la formica aveva insita nella sua natura la possibilità di viaggiare distanze molto più grandi rispetto a noi.

Quando lessi questa cosa era un periodo in cui viaggiavo spesso per lavoro. Inutilmente. Prendevo aerei da Bruxelles a Bucharest per una riunione di un’ora, poi tornavo a Bruxelles e prendevo il treno per Londra per una riunione di due ore, e poi andavo direttamente a Parigi sempre in treno. Sembra figo, eh? Non lo era.

Mi misi a pensare al fatto di come ormai si fosse andati troppo oltre i nostril limiti naturali. Si potrebbe dire che se Iddio (o l’evoluzione di Darwin, come volete voi, tra l’altro le due cose non sono incompatibili secondo me) ci ha dato una certa capacità di movimento, una certa rapidità di spostamento, c’e’ un motivo. Ma senza essere fatalisti, riflettiamoci un attimo:

  • Davvero è’ intelligente prendere il Thalys e andare a Parigi per una riunione di due ore? Tornare a Bruxelles e il giorno dopo andare di nuovo a Parigi per un’altra riunione?
  • Davvero fa figo andare un fine settimana lungo a NY per lo shopping natalizio?
  • Davvero è necessario prendere l’aereo di andata/ritorno per Barcellona ogni settimana per una riunione di un’ora?

No. No. E no.

La mia teoria delle formiche, che più che una teoria è una proposta di vita, prevede che si rifiutino stupidaggini di viaggio che ormai ci sembrano naturali, ma che naturali non sono.

Tutto questo è vero soprattutto nel campo lavorativo. Con viaggi assurdi per motivi inspiegabili e francamente al di là di ogni logica. Certo, anche il mio tornare così spesso in Toscana con Ryan Air va contro la teoria delle formiche, me ne rendo conto. Sono un ipocrita. Pero’ mi chiedo se non sarebbe opportuno tutti fare un passo indietro.

Riscoprire il valore del viaggio. E delle comunicazioni importanti. Davvero la mia presenza a Parigi è necessaria? Davvero una videoconferenza non potrebbe essere la cosa migliore?

Il tutto ovviamente si colloca in un discorso più ampio, di riscoperta del proprio ritmo. Soprattutto – ma non solo – al lavoro.

Ti potrebbero interessare anche questi post qui:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...