03/01/11

Letture 2010: i libri piu' belli e quelli piu' brutti

Anche nel 2010 appena finito sono riuscito a raggiungere l'obiettivo di 50 libri letti, anche se per il rotto della cuffia. Ripeto quello che ho detto nel 2009: si', e' vero che non e' necessariamente importante quanto si legge, ma quello che si legge, pero' sticazzi. Perche'? Perche' si'.

La lista dei libri letti e' in calce a questo post. Analizzandola, i dati sono questi:
  • 50 libri (3 in meno che nel 2009), di cui 36 in inglese (72% del totale, in aumento rispetto al 2009), 1 in francese, il resto in italiano
  • 13 ebook, che rappresentano il 26% del totale (in leggero calo rispetto al 2009)
  • 26 libri di autori americani, esattamente come nel 2009
  • 8 libri di autori italiani, il 16% del totale, in calo vertiginoso rispetto al 2009 (quando, con 16 titoli, rappresentavano il 30% del totale).
  • 11 titoli di autori inglesi, il 22% del totale, in forte aumento rispetto all'anno scorso, essenzialmente grazie ai setti libri della saga di Harry Potter
  • 24 autori letti per la prima volta (48%, in leggero calo)
  • 8 libri non di narrativa (uno in meno del 2009).
Prima di fare una top ten dei dieci libri piu' belli e dei dieci piu' brutti, due parole sugli italiani. Per quanto mi sforzi di leggere i libri di cui si parla maggiormente in Italia ogni anno, li trovo sempre largamente al di sotto 1) delle aspettative, 2) del can can mediatico, e 3) di quello che pubblicano autori non italiani. Per storia, per struttura, per lingua. Alcuni di voi mi prenderanno per uno snob, ma vi assicuro che mi piacerebbe poter dire che Acciaio o Acccabadora sono libri fantastici, ma purtroppo non e' cosi': sono due cagate, con storie da calci in culo, e con un uso della lingua italiana (soprattutto la Murgia con Accabodara) da diti nel culo. E davvero non capisco l'esaltazione collettiva. Non vedo Calvino o Buzzati in giro in Italia al momento (si salvano i Wu Ming pero' - e infatti gli intellettuali italiani non perdonano loro il successo). E Ammanniti da quando ha vinto lo Strega sforna solo libri del menga (Strega incluso).

Detto questo, veniamo alle classifiche.

Top ten 2010

1) Blankets, Craig Thompson
Un romanzo fumetto (adesso in Italia va di moda chiamarli graphic novels: mah!) di 700 pagine che toglie il fiato. Una bellissima storia d'amore, un romanzo di formazione, con dialoghi e disegni che ti rapiscono. In assoluto il libro piu' bello del 2010. Fatevi un regalo e leggetelo.

2) Le citta' invisibili, Italo Calvino
Talmente bello che me lo sono letto due volte a distanza di pochi mesi. Credo che sara' uno di quei libri che tornero' a leggere nel corso della mia vita, senza posa.

3) The Stand, Stephen King
Pur avendo letto molto di King, L'ombra dello Scorpione non l'avevo letto. Che dire? E' bellissimo. Un po' tirato per le lunghe in alcune parti (la storia di Trashman mi ha spaccato i maroni), ma comunque un libro largamente al di sopra del 99% che si pubblica attualmente in Italia.

4-8) Harry Potter, JK Rowling
Cinque dei setti libri della saga di harry Potter occupano le posizioni dalla quarta all'ottava. In quest'ordine: Order of the Phoenix (il migliore), Half-Blood Prince, Deathly Hallows, Goblet of Fire, Prisoner of Azkaban. I primi due non entrano nella top ten: erano ripetitivi e un po' noiosi.

9) Le nebbie di Avalon, Marion Zimmer Bradley
Libro che vagava nella casa dei miei genitori dal 1986, alla fine l'ho preso in mano, ed e' stata una piacevole scoperta.

10) Where men win glory, Krakauer
La storia del marine Pat Tilmans, ucciso da fuoco amico in Afganistan, lascia senza fiato.


Delusioni del 2010

The time traveler's wife, Niffenegger
Boia che palle. 400 pagine che si potevano riassumere con "tizio sparisce dal presente, appare nel passato e nel futuro: ripetere 1000 volte, ed ecco la trama". Non succede niente in questo libro. Niente. Ma VAFFANCULO.

Lasciami entrare, Lindqvist

Ora, io non parlo svedese, e non sono in grado di tradurre un libro dallo svedese. Il problema e' che neanche il traduttore di questo Lasciami entrare mi pare ne sia capace. Magari lo svedese lo parla benissimo, eh, non mi fraintendete. Ma di sicuro NON scrive bene in italiano (e l'editor, in ogni caso, dov'era?). Dialoghi inverosimili (avete mai sentito degli ubriachi dire "maledettamente" in un discorso diretto? Anzi: avete mai sentito qualcuno usare l'avverbio "maledattamente" ogni tre per due?) e frasi con grammatica spesso pesante e sconclusionata. A volte non si capisce quale sia il soggetto della frase. Boh. Di certo questo ha rovinato un po' il piacere della storia. Che non mi e' neanche tanto piaciuta, lo devo ammettere. Bah.

Eat, Pray Love, Gilbert

Un libro di una banalita' talmente grande da risultare affascinante. Un ammasso di cazzate scritte da una sgualdrina che per ritrovar se stessa (dopo aver abbandonato il marito ed essersi fatta pigiare ben bene da un giovane che poi la sfancula) si fa un viaggio di un anno (pagato dall'editore) per mangiare, pregare coi santoni e scopare. Ho sbagliato qualcosa nella vita se c'e' gente come questa signora che si fa lautamente pagare per scrivere quest'ammasso di minchiate.

The adventures of Sherlock Holmes, Conan Doyle
Le avventure di Sherlock Holmes sono invecchiate molto male. E leggerle e' una pena senza fine.

The sirens of Titans, Vonnegut
Come ho gia' detto piu' volte, io ho un problema con la fantascienza umoristica inglese: non mi fa ridere e la trovo insopportabile. Questo libro di Vonnegut non ha fatto eccezione.

Keeper of Dreams, Card
Raccolta di racconti molto inconsistente, con alcuni racconti validi, ma altri (la maggior parte) davvero scialbi. Storie inesistenti, morale da accatto. Boh. Una delusione molto grossa.

Accabadora, Michela Murgia
Ora, la storia e' anche bella. Pero' innanzitutto se tu, editore di merda italiano, mi fai pagare 15 euri per un libro di 150 pagine, gia' mi stai sul culo. Ma anche tralasciando questo, la lingua utilizzata dall'autrice mi è sembrata troppo spesso falsa, con tentativi (quasi mai andati a buon fine) di cercare il colpo a effetto, tra paragoni infiniti e similitudini alla cazzo di cane. Non mi fa certamente venire voglia di leggere altro dell'autrice. Se questa e' una delle giovani promesse italiane, mi tengo stretti Buzzatti e Calvino.

The Gunslinger, The Dark Tower - Book 1, Stephen King
Ho aspettato molti anni prima di prendere in mano la saga della Torre Nera, perche' ODIO leggere saghe non finite che mi lasciano alla merce' dell'autore per quanto riguarda la tempistica. E visto che praticamente tutti mi dicevano che questa saga era davvero il capolavoro di King, alla fine ho cominciato, e, boh, delusione senza fine. King stesso nell'introduzione al libro ammette che il primo libro e' molto lontano dall'essere perfetto, ma davvero, che fatica. E che noia. Non un buon inizio. E ho cominciato il secondo e non mi pare meglio. Boh.


Lista libri letti nel 2010
  1. Under the Dome, Stephen King
  2. House of Leaves, Mark Danielewski
  3. The adventures of Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle (Kindle)
  4. American Gods, Neil Gaiman (Kindle)
  5. Blankets, Craig Thompson (fumetto)
  6. Bury my heart at wounded knee, Dee Brown (saggistica)
  7. Luna? Si', ci siamo andati, Paolo Attivissimo (saggistica, Kindle)
  8. Americans at work, Craig Storti (saggistica)
  9. Guide pratique de la photo, Peter Burian (saggistica)
  10. The Crossing, Cormac McCarthy
  11. Behold a pale horse, Milton Cooper (saggistica)
  12. Nikon D3000 for dummies (saggistica)
  13. The Stand, Stephen King (Kindle)
  14. The Gunslinger - The Dark Tower book 1, Stephen King
  15. The complete Persepolis, Marjane Satrapi (fumetto)
  16. Eat, pray, love, Elisabeth Gilbert
  17. Lasciami entrare, John Lindqvist
  18. Keeper of Dreams, Orson Scott Card (Kindle)
  19. The sirens of Titans, Kurt Vonnegut (Kindle)
  20. Altai, Wu Ming (Kindle)
  21. Where men win glory, John Krakauer (Kindle)
  22. Ilium, Dan Simmons (Kindle)
  23. The Screwtape letters, C.S. Lewis (Kindle)
  24. Pochi inutili nascondigli, Giorgio Faletti
  25. Norwegian Wood, Haruki Murakami (riletto)
  26. Love story, Erich Siegel
  27. The time traveler's wife, Audrey Niffenegger
  28. How Starbucks saved my life, Michael Gates Gill
  29. Le citta' inivisibili, Italo Calvino (letto due volte)
  30. Lunar Park, Brett Easton Ellis
  31. Harry Potter and the Sorcerer's stone, J.K. Rowling
  32. Harry Potter and the Chamber of Secrets, J.K. Rowling
  33. Harry Potter and the Prisoner of Azkaban, J.K. Rowling
  34. Harry Potter and the Goblet of Fire, J.K. Rowling
  35. Harry Potter and the Order of the Phoenix, J.K. Rowling
  36. Harry Potter and the Half-Blood Prince, J.K. Rowling
  37. Harry Potter and the Deathly Hallows, J.K. Rowling
  38. Secret Ingredients
  39. Full Dark, No Stars, Stephen King
  40. Il barone rampante, Italo Calvino
  41. La danza degli gnomi e altre fiabe, Guido Gozzano (Kindle)
  42. The secret diary of Laura Palmer, Jennifer Lynch (riletto, Kindle)
  43. The next 100 years - a forecast for the 21st century, George Friedman (saggistica, Kindle)
  44. It's a dog's life, Snoopy, Charles M. Schulz (fumetto)
  45. It's a big world, Charlie Brown, Charles M. Schulz (fumetto)
  46. Acciaio, Silvia Avallone
  47. La sonata a Kreutzer, Tolstoy
  48. Le nebbie di Avalon, Marion Zimmer Bradley
  49. Accabadora, Michela Murgia
  50. Niente da fare, Charlie Brown, Charles M. Schulz (fumetto)

38 commenti:

abo ha detto...

"Blankets" lo sto lumando da un po'. Non ho letto un solo commento che non fosse lusinghiero; credo che nel 2011 sarà mio.

Sulla Torre Nera: ti imploro di arrivare almeno alla fine del terzo libro (sarebbe meglio il quarto, ma forse è chiedere troppo); se a quel punto la saga non ti avrà conquistato, allora fai bene a mollare. Quello che per molti (me compreso) è un capolavoro, non è detto che lo sia anche per te.
Il punto è che sono passati talmente tanti anni tra un volume e l'altro, che i primi non riescono a restituire (anche per una questione di lunghezza) il respiro che la vicenda prende andando avanti.

Camillo ha detto...

Le città invisibili sono, forse, la cosa più bella che mi ha lasciato il quarto ginnasio. Meraviglia allo stato puro. le rileggo, assieme a "Il nome della rosa","Trilogia della Fondazione" e "Hitch hiker's guide to the galaxy" ogni 2 o 3 anni.

Quel "maledettamente" fa il paio con i doppiaggi dei film in cui il "fuckin'" americano ('ché in GB è "bloody") viene tradotto con "fottutissimo"... da cui "Questa fottutissima penna non scrive..." mentre la naturale resa dovrebbe essere: "Questa cazzo di penna..."

Demonio Pellegrino ha detto...

Abo, lasciati andare con Blankets, e non te ne pentirai.

Sulla torre nera, boh, non so che dire. Tutti mi dite di continuare, e io magari continuo. Pero' davvero faccio un'enorme fatica. E se continuo, lo faccio solo in virtu' dei capolavori Kinghiani gia' letti: e' un atto di fede. Che spero venga ripagato.

Camillo, concordo sulla trilogia della fondazione. Molto meno sulla guida per autostoppisti. Che ho abbandonato, incapace di finire il volume rilegato in pelle umana che mi ero comprato tre quattro anni fa e che conteneva tutti i romanzi della serie (mentre Mondadori ladra pubblica a 10-15 euri i volumi singoli).

Sulle traduzioni, no comment. Ovviamente hai ragioni. Fottutissimi bastardi.

abo ha detto...

Ecco, altra cosa sulla Torre Nera che con il procedere dei volumi conquista chi abbia già una discreta frequentazione di King: i rimandi ad altre opere sono numerosissimi.
Non so quali siano i capolavori di King a cui ti riferisci, ma è molto probabile che abbiano dei legami con la Torre.

Demonio Pellegrino ha detto...

ti devo deludere: questa cosa dei rimandi m'innervosisce ancora di piu'. Ammetto che e' un problema mio, ma a me piacciono i libri (o le saghe) che cominciano e finiscono, che sono chiuse. Non mi piace dover leggere tutta l'opera di un autore per capire il 100% di un suo libro di 20 anni fa. Pero' - ripeto - il problema e' tutto mio...

Comunque vedremo. Il secondo (che ho gia' abbandonato) lo riprendero' in mano tra un po'.

'povna ha detto...

Osservazioni a margine delle tue osservazioni:
- condivido, come devo aver già ripetuto fin troppo spesso, la questione degli italiani (Ammaniti incluso, ma anche i Wu Ming possono essere, per quanto meglio di quasi tutto l'altro, per me parecchio discontinui);
- assolutamente d'accordo su HP (anche se forse cambierei l'ordine, e salvo, dei primi due, la fine del secondo riletta dopo il sesto);
- spezzo una lancia (del tutto British) a favore del buon vecchio Sherlock, che continuo ad amare;
- di Vonnegut ho amato follemente Galapagos, e, se mai ti andrà, provaci, secondo me, pur umoristico, è diverso da altri e prossimo al geniale...

facendo all'impronta una mia lista (ma senza troppo ricontrollare), direi "La vita davanti a sé", "La strada", "Cani neri", seguiti a stretto giro da quell'esperienza straordinaria che è stata la rilettura di It in contemporanea con l'ex alunno e da "Bambini bonsai".

ps. The Stand è nella lista quasi immediata del 2011, questa volta è il momento giusto per cominciare bene, sì sì...

Demonio Pellegrino ha detto...

Ciao Povna, sui Wu Ming concordo: discontinui, ma comunque al top degli italiani. Senza nessun dubbio.

Su Vonnegut temo che non provero'. Ma mai dire mai. E La strada era al top della mia lista due anni fa...

Annalisa ha detto...

Meno male un parere fuori dal solito coro su "Accabadora". Mi stavo preoccupando.
Io ho scoperto Omar di Monopoli, e "Uomini e cani mi è piaciuto molto".
Poi "Il maratoneta", vecchio libro fuori vendita.
"La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" l'ho letto quando è uscito e mi era piaciuto da matti :-)
In compenso, un po' delusa dall'altro libro di Niffeneger.
Altro vecchio e disusato autore scoperto da poco: Howard Fast.

Anonimo ha detto...

E te credo che per te l'Italia letteraria è morta, oltre ai temibili Calvino e Gozzano hai letto solo che merda.

Mai sentito Brizzi?
Mai sentito Corona?
Mai sentito Nori?
Mai sentiti Bugaro, Scarpa, Mancassola, Trevisan?
Giusto per dirne una manciata di contemporanei, ma propio una manciatina.
Se te ne servono qualche centinaio, fammi sapere.

Buon anno, ragazzo.

Luca

Demonio Pellegrino ha detto...

Annalisa, le lodi a Accabadora rimangono per me un mistero.

Anonimo/Luca: di Brizzi ho letto quasi tutto, tranne l'ultimo. E mi piace molto. Scarpa mi fa calare la palpebra in due pagine. Ma mi segno molto volentieri gli altri, e la prossima volta che sono in Italia ci do un'occhiata. Resta il fatto che se uno si basa sul tam tam dei giornali e del pubblico, per il 2010 doveva leggere la Murgia, l'Avallone, Ammaniti, Piperno, i Wu Ming, forse Pennacchi. Buon anno a te, ragazzo. E ti risparmio, anche se mi piacerebbe vederti fare una lista di "qualche centinaio" di scrittori italiani di valore...

Anonimo ha detto...

Meglio non basarsi sul tam tam mediatico e risparmiarsi volentieri Murgia, l'Avallone, Ammaniti, Piperno, i Wu Ming, forse Pennacchi.
Quanto alle centinaia di italiani, non credere: se fai conto che un Brizzi vale dieci Piperno, i torni contano presto.
A parte gli scherzi, svariati scrittori buoni li trovi.
Basta cercare, con un po' di pazienza e scartando di petto gli ospiti della Bignardi.

Buona fortuna

Luca

lauraetlory ha detto...

Le Nebbie di Avalon e' un capolavoro Demonio, hai fatto bene a riscoprirlo. Accabadora lo devo ancora leggere. Ti sapro' dire. Io di libri sono riuscita a leggerne 55 nel 2010 e se posso permettermi di consigliarti una delle mie letture prova a scoprire Maurizio De Giovanni e la sua quadrilogia sul commissario Ricciardi (Fandango). Non te ne pentirai. Ah, ti consiglio anche "Tu la pagaras!" di Marilu' Oliva, edito da Elliot. Un giallo nell'ambiente salsero di Bologna che... niente, lo devi leggere.
Buon anno demonietto e, per inciso, se hai ancora voglia di leggere "Sorelle di sangue", il pdf e' disponibile sui miei documenti di Google :)))

palbi ha detto...

grande demonio, che mi sei pure te un potteriano ultra-30enne! Io per ora ne ho letto uno e mezzo ma completo sicuramente entro la primavera 2011

abo ha detto...

Anche secondo me qualche buono scrittore italiano per fortuna c'è; nella lista io aggiungerei Pincio, Lagioia, il succitato Di Monopoli, Petrella, e anche se non è uno scrittore in senso stretto, quel genio di Gipi (che però dalla Bignardi c'è andato :)

Demonio Pellegrino ha detto...

Luca, perche' scartare di petto la Bignardi? Non sempre quello che e' pop e' di bassa qualita'.

Laura, sorelle di sangue devo riprenderlo in mano. L'avevo abbandonato piu' di un anno fa per il mio odio (gia' detto) alle saghe non finite. Ma mi piaceva, per cui lo devo finire!

Palbi, HP migliora con i libri, per cui vai agile!

Abo, e chi ha mai negato che "qualche" buon scrittore italiano ci sia? Non direi che siano centinaia, ecco. Quello proprio no. E in ogni caso - come avevo detto nel post - io quando torno in Italia cerco di leggere i libri di cui si parla. E nessuno degli autori citati qui (a parte Brizzi) era tra quelli...si parla solo di Avallone, Murgia, Piperno, pennacchi. E ovviamente quando dico "si parla" mi riferisco ai media mainstream, non alla webzine che leggono in 8...

abo ha detto...

Be', "centinaia" è un'esagerazione ottimistica, su questo non ci piove. Che i media mainstream non siano degni di fiducia credo però che non sia solo problema italiano, no?
Voglio dire, negli USA è poi così diverso? I grandi media sponsorizzano ciò che ha valore o anche lì ci sono interessi e scambi di favori vari? Lo chiedo senza polemica, sia chiaro: vivendo lì hai sicuramente una visione più completa della mia.

Anonimo ha detto...

Non farmi dire cose che non ho detto, il pop non c'entra, tant'è che sono un adoratore di miti pop vecchi e nuovi.

Si parlava di tam tam mediatico per la promozione culturale e spesso, direi la maggior parte delle volte (ci sono eccezioni, vedi Gipi, come giustamente qualcuno qui dentro mi faceva notare), la cultura propinata dalla Bignardi è patinata, scarica e schiava del ritenersi troppo intelligente. Di più, ciò che di buono passa da quello studio televisivo non viene capito dagli autori televisivi stessi e viene semmai perorato con argomenti fuorvianti buoni solo a creare un sottofondo culturale da riutilizzare in contesti corretti e scialbetti.

Questo ciò che vedo io, per carità, anzi mi scuso per il fuori tema un poco acre. Ma sai, sotto le feste siamo tutti più buoni.

Luca

Anonimo ha detto...

Grazie per le tips...adesso non ti resta che leggere Marra x un kick off i style del 2011. Auguri dalla Dama Errante!

ilConsigliere ha detto...

Io su "Lasciamo entrare" ho un parere diverso: mi è piaciuto molto per come ha reso le impressioni di un ragazzino di 11 anni (se ricordo bene).

Sulla "Torre Nera" concordo quasi con te. Mi sono piaciuti fino al quarto. Il quinto ha iniziato ad innervosirmi ed il sesto mi ha proprio deluso. Il settimo ovviamente non l'ho letto, avevo paura di bruciarmi King.

Demonio Pellegrino ha detto...

Abo - a breve pubblico un post con i libri piu' letti negli USA nel 2010. Non dico che qui sia tutto meglio, ci mancherebbe. E poi e' un mercato molto chiuso alla narrativa non in lingua inglese (unica eccezione recente e' stato Stig Larsson). Pero' comprando libri in inglese non mi e' MAI capitato d'incappare in ciofeche spinte come nel caso degli italiani. Non perche' le ciofeche non ci siano: ma perche' non sempre vengono spinte, e gli scrittori non vivono sotto quella cappa di omerta' presente in italia. E' un mio vecchio pallino: l'hai mai sentito tu uno scrittore italiano dire che un altro scrittore italiano scrive col culo? No. In America invece accade (King che dice che la Meyer scrive di merda e' l'esempio piu' noto). C'e' un mio post su questo argomento di qualche tempo fa.

Ripeto: per me gli unici che scrivono davvero bene, e senza sempre guardare il proprio piccolo ombelico in Italia al momento sono i Wu Ming e Evangelisti. (E la Fallaci, ma ormai e' morta). Non e' un caso che questi tre abbiano un sacco di successo all'estero, credo.

Luca - non so,ho visto il programma troppe poche volte (la puntata col Trota, quella con la Parodi di cotto e mangiat) per avere un'opinione complessa sulla questione.

Dama: ecco, quello lo lasciamo, eh...auguri a te!

Consigliere, mi fai paura con la Torre nera: se il quinto e il sesto sono peggio del primo (e per ora del secondo), stiamo messi malissimo...

'povna ha detto...

Sugli italiani continuo a concordare con il tuo giudizio iniziale nonostante (o forse proprio per) gli ulteriori nomi che sono stati evocati (faccio eccezione, parziale, per Pincio, ma solo fino a prima della Ragazza che non era lei e, forse, per il primissimo Lagioia pre-Einaudi). Che gli scrittori italiani si facciano cupola tra loro mi pare un dato di fatto, visto che i principali lavorano, collaborano, traducono per le stesse case editrici che li pubblicano e scrivono per tutti i principali inserti di cultura di riviste e quotidiani. E' un triste gioco di quattro cantoni. Pino scrive per la casa editrice di Lino e lo recensisce Gino che a sua volta lavora per la casa editrice di Pino e quando pubblica lo recensisce Lino. E via e via, ho sentito con le mie orecchie giudizi su autori e romanzi da bocche che appartenevano allo stesso corpo le cui mani vergavano, il giorno dopo, recensioni di segno opposto.
Poi c'è il fatto anche, secondo me, che agli italiani manca (tranne poche eccezioni) l'idea dello scrivere per raccontare storie, cioè la base dello scrivere tout court. Devono sempre avere una Idea, Qualcosa di Grande da dire. E questo atteggiamento molto turris eburnea fa sì che in Italia manchi la capacità di una narrazione medio-lunga e una solida fascia media.

Demonio Pellegrino ha detto...

Povna, non avrei saputo dirlo meglio (e infatti non l'ho detto meglio...)!!! Il problema e' proprio quello! Gli italiani non raccontano storie! Devono sempre importi il grande pensiero! E infatti quelli che citavo come eccezioni (Wu Ming, Evangelisti...) le storie le raccontano!

Sei un piccolo genio.

'povna ha detto...

no, no: solo sotto l'influsso di un persistente hangover (anche se di ottima qualità). e, come è noto, in vino (sed etiam in armagnac) veritas... ;-)

Anonimo ha detto...

si fanno tre nomi e si parla di italiani, come se non ci fosse altro da dire della categoria.
Boh, non capisco.

Luca

Demonio Pellegrino ha detto...

Luca, sono io a non capire: di nomi se ne sono fatti parecchi, e semplicemente abbiamo opinioni diverse. Che problema c'e'?

Fabio Sebastiani ha detto...

A me, Demonio, non ha mai deluso sui libri. Grazie per Q, Buzzati e King.
Grazie anche per i soldi che mi farai risparmiare (Murgia e Vonnegut).

Fabio

Demonio Pellegrino ha detto...

Fabio, grazie a te. Su Vonnegut pero' ammetto che sono in nettissima minoranza. Quasi tutti quello che lo hanno letto lo hanno amato, per cui boh, magari prova!

Anonimo ha detto...

Di nomi se ne saranno fatti una decina e questo è bastato a farsi un'idea dell'Italia letteraria.
Niente di male ad avere opinioni differenti, ma qui si è fatto di un' opinione un fatto.

Per prima cosa non si può dire che gli italiani scrittori siano una cerchia ristretta che si passa la palla e si passano i lavori, come diceva un certo Povna e come tu concordavi.
Degli scrittori veneti, per esempio, tali Bugaro e Franzoso, sono avvocati e non sono giornalisti e in più scrivono libri. Per cui nessuna lobby intellettuale o cos'altro.

Per secondo, qui si è scritto che gli scrittori italiani vogliono sempre avere un'idea folgorante e non si adeguano a raccontare le storie.
Sempre i due scrittori sopra, hanno scritto due libri nell'ultimo anno (Crudo Nord Est e Ragazze del Nord Est) dove si racconta niente di più che esperienze di vita nel nord est degli ultimi vent'anni, delineando senza orpelli stilistici la struttura sociologica di una parte di paese.

Però io non dico che questi due scrittori sono l'Italia letteraria, dico che sono due scrittori che scrivono in tal modo.
Nel vostro caso, dire che dieci scrittori sono l'Italia libraia e per di più scadente non è corretto né onesto, perché vi ho portato esempi che confutano la vostra sequela di opinioni per me fin troppo deduttive.
Per cui siete liberi di dire che questi dieci scrittori sono scadenti per questo e questo motivo ( e in questo caso, se ben argomentata, la vostra opinione potrebbe essere un fatto riscontrato), ma dire che tutta l' Italia che scrive si risolve nei vostri dieci nomi e dedurre per di più che questa Italia scrive male, beh mi pare un sillogismo un po' tirato e furbescamente celato sotto il manto dell'opinione.
Tutto qui.

Luca

Anonimo ha detto...

Il problema, in Italia, è l'asservitismo (in pratica qui è pieno di yes-man, non so lì negli States...) di critici, riviste letterarie e scrittori a chi fa comodo loro.
Se vuoi leggere delle opere di qualità, hai maggiore fortuna rivolgendoti ai piccoli editori. Che, purtroppo, scontano la propria piccolezza e rimangono nell'ombra. La scarsa pubblicità svolta a loro favore li emargina da librerie, grande distribuzione e via dicendo. Questa emarginazione è un grave danno per numerosi scrittori di grande qualità (che restano sconosciuti) per i piccoli editori (che non vendono) ma, soprattutto, per i lettori.
L'ho scritto più volte e continuerò a denunciare questo "razzismo" editoriale.
Ciao e buon 2011.
Paola

Demonio Pellegrino ha detto...

Luca, forse non hai letto bene il mio post. Io ho scritto "Per quanto mi sforzi di leggere i libri di cui si parla maggiormente in Italia ogni anno, li trovo sempre largamente al di sotto 1) delle aspettative, 2) del can can mediatico, e 3) di quello che pubblicano autori non italiani. Per storia, per struttura, per lingua."

Ripeto: "i libri di cui si parla maggiormente in Italia".

Ora, si puo' discutere su tutto quello che vuoi, tranne che sul fatto che i nomi di cui piu' si e' parlato quest'anno sui media generalisti sono stati (ripeto) avallone, murgia, ammanniti, piperno, pennacchi.

E - come ogni volta che leggo libri italiani pompati dai media - rimango deluso.

Io ho detto questo. Poi: ci saranno anche autori ottimi che fanno libri magnifici e che raccontano storie bellissime. Ma io quando faccio il mio periodico giro in Italia, leggo quello di cui si parla maggiormente. Errore mio? Sicuramente. Ma il fatto che autori mezzi sconosciuti (perdonami, ma per quanto io conosca Ragazze del Nord Est, non e' sicuramente un libro di cui si sia parlato ai livelli degli altri citati) che valgano tantissimo e che pero' non vendono, siamo d'accordo.

Sul fatto che in Italia ci sia una cupola letteraria, poi, mi viene da ridere a che si pensi a negarlo. Davvero. Ci sono talmente tanti blog che raccontano come vanno le cose (e io ti pubblico perche' tu sei suoi cugino, pero' poi tu mi fai una bella recensione a mio cognato) che non devo essere io a raccontarlo.

Devo ripetermi? I libri di cui si parla maggioramente in Italia in media FANNO CAGARE. E questa e' la mia opinione. Quelli di cui si parla meno saranno stupendi, che ti devo dire. Pero' siccome la vita e' breve e il tempo per leggere e' breve, la mia voglia di rischiare con gli italiani va sempre piu' scemando.

PM: concordo sul servilismo. Con un pero'. Non sempre i piccoli editori pubblicano meraviglie. E rimane il fatto che in Italia, un mercato in cui si legge poco, i libri pubblicati ogni anni siano migliaia (anche qui, cifre facilissime da trovare). Tutte meraviglie?

Anonimo ha detto...

In effetti mi sono basato sulla contraddittorietà dei commenti.

Per il resto posso augurarci (perché pure io sono drogato di libri, ahimé) di leggere meno e meglio.

p.s.: leggevo che hai fatto un master in olanda o belgio o non so.
Posso contattarti in privato per info o sono passati troppi anni?
Sto cercando master o dottorati possibilmente all'estero.
Se non vuoi, come non detto.

Luca

'povna ha detto...

Con titubanza, e senza voler mettere legna sul fuoco, solo per dire che anche io ho solo detto che i nomi citati non mi facevano cambiare idea. Il che non significa che basavo il mio giudizio SOLO sui nomi fatti, ma, viceversa, che i nomi ricordati non servivano a farmi cambiare un'opinione che non si basa sulla lettura esclusiva di questa decina o quindicina, ma su molti, molti di più. Anche gli esempi che Luca fa, e che conosco, mentre da un lato sono, questo lo ammetto senza riserve, alieni dalla Grande Idea, dall'altro vanno nella direzione del reportage sociale che è altra caratteristica tipica dell'Italia di oggi (quella fotografata, per esempio e solo per esempio, dal Best Off 2004 curato da Pascale per Minimum Fax). Non è propriamente quello che intendevo con "raccontare storie", tanto è vero che all'estero si potrebbero contendere l'etichetta di "piece of non fiction".
Sulla questione della 'cupola', non parlavo di scrittori che sono giornalisti, ma parlo di scrittori che scrivono recensioni, che sono 'nel giro', che è cosa diversa, ma purtroppo l'unica o una delle poche possibilità di avere sistematiche recensioni nazionali, cioè visibilità, più o meno giustificata (quindi vendite, quindi ristampe, quindi traduzioni all'estero etc etc). Paradossalmente, gli esempi di Bugaro e Franzoso che tu fai (anche se appunto secondo me di genere diverso dalla pura fiction) io credo dimostrino quello che si diceva. Poi, che c'entra, potrei anche io citare quelle che secondo me sono o sono state eccezioni, ma ciò non cambia almeno per ora e purtroppo, la mia percezione 'immobile', poco dinamica sub specie purae fictionis, del panorama italiano.
Poi ovviamente le opinioni sono opinioni, e va benissimo così.
L'unica certezza è che la 'povna è femmina. E questo, invece, è un fatto. :-)

Anonimo ha detto...

Povna, che tu sia certamente femmina non può che aggradarmi, sub specie aeternitatis.
Tuttavia tre cose non mi sono ancora chiare:
-Perché crudo Nord Est sarebbe "piece of non fiction"? Vivo anche a Padova e ti assicuro che quella è
-Perché non valutare le eccezioni come il bello del mobile panorama letterario nazionale?
-Perché le recensioni dovrebbero sempre essere pilotate dalla nicchia; in sostanza se tu non le scriveresti, perché dovrebbero scriverle loro? Cos'è, tutta la cerchia letteraria può e deve macchiarsi di cattiva coscienza?

Non so, mi pare che la teoria del complottismo promozionale (mi si spieghi anche perché e quando pure Franzoso e Bugaro ci dovrebbero cascare o ci sono cascati, cosa mi perdo?), del nepotismo italico, dell' olismo perennemente si serie b dell'Itaia nostra siano
rincalzi di ragionamento buoni quando non si sa più a cosa pensare.

Con rispetto, sia mai, è solo che le opinioni non mi tornano.

Luca

Sir Robin ha detto...

Però hai ragione, demonio: anche io quando si tratta di un autore italiano specie, naturalmente, se giovane e esordiente mi accosto con la massima diffidenza e raramente la diffidenza è malriposta. Peccato.
Saranno discorsi triti e qualunquistici, però è verissimo che la presenza di un volto nella rubrica televisiva dedicata ai libri è inversamente proporzionale al valore della pubblicazione. Stessa cosa vale per i premi. E, non c’è bisogno di dirlo, la televisione conta, e molto.
La cronaca editoriale è un genere assolutamente inedito in Italia (ogni tanto capita di intercettare qualche aneddoto, di straforo oppure escono libri di memorie di cinquanta anni fa) ma sarebbe oltremodo eloquente, I presume.
Per questo spero che si moltiplichino i siti, i blog e i social di recensione, possibilmente la più schietta possibile e la più dettagliata possibile con tanto di citazioni e considerazioni “sul pezzo”. Basta slogan e numerini. Se una cosa vale e apre porte, va detto perchè. In rete lo spazio non manca.

'povna ha detto...

Luca, al volo, che poi divento noiosa:
- perché mi sembra che "potrebbero aspirare" a piece of non fiction l'ho scritto sopra, perché lo stile della fiction si avvicina molto, come tu stesso (o almeno così mi è parso) dicevi nel tuo primo interno, al reportage sociale
- sul cosiddetto complottismo recensionistico: l'ho detto nel primo intervento, non so perché lo fanno, però lo fanno: non è complottismo, l'ho visto coi miei occhi. e non una volta sola (e, sia chiaro, nemmeno dieci, parlo di numeri, come volte, sicuramente a tre cifre). Non volevo, ma a questo punto devo aggiungerlo: la mia purtroppo è conoscenza di prima mano e mestiere, non complottismo, ma esperienza. E non solo di lettore (lettrice).
- proprio per quanto detto sopra, mi astengo dal rispondere alla terza (che significa, in soldoni: ci provo, a valutare le eccezioni, ogni giorno. Non sempre ci azzecco, ovviamente; e sicuramente non sempre ci riesco). In ogni caso, però, le eccezioni, per definizioni, non definiscono, se mai confermano la regola.

Con assoluto rispetto e divertimento per una piacevole discussione. A' la prochaine.

'povna ha detto...

ps. dimenticavo: concordo moltissimo sulla questione siti e rete, spesso molto, molto più affidabili (se non altro per la varietà delle possibilità comparative) - lunga vita!

Anonimo ha detto...

grazie Povna, pure io mi fermo qui, solo perché certe conversazioni come questa, piacevole e ragionata e appassionata, di solito le prediligo guardandosi negli occhi, magari la sera quasi notte, magari cenando e di certo in compagnia di qualche bicchiere di rosso quello buono.

Alla prossima.

Luca

Demonio Pellegrino ha detto...

Luca: certo che puoi scrivermi per la questione master. Il mio indirizzo e' demoniopellegrino CHIOCCIOLA yahoo PUNTO com.

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