16/11/11

Donne giapponesi

"La notte e' dunque essenzialmente dominio dei maschi che vi si tuffano come gatti agili, sornioni, aggressivi, coi peli elettrizzati e gli occhi lucenti di belle voglie, in cerca di compagnie; ed e' opinione unanime che, di tutte le gatte dell'universo, quelle giapponesi siano di gran lunga le piu' dolci, le piu' piacevoli, le piu' tenere. Un fatto e' indubbio: nessuna donna sa, come quella giapponese, vendersi con grazia. E per vendersi non intendo la brutalita' del sesso; voglio dire genericamente accompagnarsi all'uomo contro mercede per tenergli compagnia: puo' essere soltanto un sorriso versando il sake' nella minuscola tazza di porcellana, ma te lo porge come tu fossi l'unico, il solo, l'eterno, e lei la dolce piccola umile schiava. Molte di queste cartteristiche, le quali dal punto di vista egocentrico maschiile sono indubbiamente delle doti, vanno ormai perdendosi. Anzi un fatto: alcune donne passano dalla piu' squisita finezza alla piu' selvaggia brutalita' di modi, di voci, di gesti, di parole. Il tuffo non avviene da una tradizione (quella orientale) ad un'altra (quella d'Europa o d'America), ma dalla civilita' al nulla. E' barbarie anno zero. Fortunatamente questo fenomeno sembra piuttosto limitato. La stragrande maggioranza delle giapponesi cambia invece di vestitito, di lingua, d'acconciatura di capelli, di abitudini dietetiche, di tecnica erotica, di letture, di divertimenti, di religione, di calzature, di sottovesti, di medicine, pur mantenendo umilita', grazia, dolcezza, capacita' di comprensione e quello sguardo d'uccellino caduto ora ora dal nido che predispone l'uomo a tutto, anche ad essere perfidamente ingannato.


[...]


Le americane sono senza dubbio eccellenti mogli, delle mamme generose e sollecite prima, delle matriarche poi, a cui i figli finiscono per guardare come faro e guida nella vita, ma invano l'uomo cercherebbe in esse l'amante. Conoscere le giapponesi e trovarsi improvvisamente dinanzi alla rivelazione della donna sotto una luce ch'egli non s'immaginava neppure possibile, ecco la meravigliosa esperienza riservata all'uomo americano approdando sulle rive di quell'arcipelago. Nella giapponese egli scopriva le tenerezze piu' raffinate, scopriva l'abbandono, scopriva un animo arricchito dalla sofferenza, sensibilissimo alla poesia, desideroso di dedizione; per la prima volta in vita sua avvertiva d'essere un uomo intero, non solo mezza coppia. Certo scopriva pure delle nanovre sinuose di gatta, un linguaggio di sguardi, sospiri, suggerimenti, un'arte pericolosa di sgraffi invisibili e di tranelli talvolta odiosi; ma tutto cio' era squisitamente femminile, infondo cosi' nuovo! Poi v'era l'atteggiamento innocente e delizioso di chi non ha peccato originale nel sangue, verso le dolci volutta' della vita; si badi bene, questo non vuol dire raffinatezza erotica, al contrario, per generare quella occorre compressione d'istinti - sono molto piu' erotici infatti gli occidentali, uomini e donne, dei giapponesi - significa piuttosto una serena accettazione di quanto la vita puo' offrire di gradevole (cibi, bevande, riposo, bagno, amore, cose belle, arte) invece di carpere diem, di strappare affannatamente il sorriso al pentimento. Infine v'era l'incanto fisico: la malia d'un musetto esotico, il voluttuoso contrasto d'una pelle senza imperfezioni, ambrata, degni davvero di figlie e nipoti delle divinita' dei cieli e del mare". 

Questa descrizione si riferisce alle donne giapponesi degli anni '50 del secolo scorso. Molte cose (non tutte) sono cambiate, ovviamente. Altro che Murakami e il suo deludente 1Q84. Volete leggere un libro affascinante sul Giappone, con personaggi veri, e una descrizione della vita giapponese dagli anni '30 del secolo scorso fino a dieci anni fa? Ore Giapponesi,di Fosco Maraini.


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso suggerire anche "Case, amori, universi"?
bellissimo..

eli

Mele ha detto...

... qual farfalletta svolazza e posa
con tal grazietta silenziosa
che di rincorrerla furor m'assale
se pure infrangerne dovessi l'ale...

Demonio Pellegrino ha detto...

Eli, non ho letto il romanzo di Maraini, ma me lo segno. Grazie!

Mele: Puccini aveva capito la violenta passione che puo' far perdere la testa per una giapponese...e ai suoi tempi non erano ancora state toccate dall'avanzata americana...

Anonimo ha detto...

"Ore giapponesi" l'ho trovato un po' pesante in alcuni punti... Ma "Case, amori, universi" "fila" che è un piacere! spero piacerà anche a te!
eli

Demonio Pellegrino ha detto...

Purtroppo i quaderni di viaggio come questo sono sempre un po' pesanti in alcuni punti, almeno quelli che ho letto io. Proprio perche', se fatti bene, coprono una parte vaste delle societa' di cui si parla, e' inevitabile per il lettore capitare su una parte piu' pesanti in alcuni punti.

Inazuma Luke ha detto...

...A me è piaciuto molto Tokyo Station di Martin Cruz Smith (quello di Gorky park). Se solo avessi più tempo... Anch'io ho una passione viscerale per il Giappone e sulle mie avventure giapponesi avrei da raccontare.
Ma... Il tempo... Accidenti

Demonio Pellegrino ha detto...

non l'ho letto. Devo rimediare.

Racconta racconta...

Elena A. ha detto...

Ho visutto nel Giappone ,è vero le donne sono cambiate,ma la società è sempre maschilista. Elena A.

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