13/11/11

1Q84: delusione Murakami

1Q84 e' l'ultimo libro di Haruki Murakami. Pubblicato originariamente in Giappone in tre libri separati nel 2009 e 2010, e' stato osannato dai lettori e dai critici giapponesi. La prima edizione giapponese ando' esaurita nel giro di un giorno, e raggiunse il milione di copie vendute nel giro di un mese.

Dal momento che sono un grande appassionato di Murakami, avevo prenotato mesi addietro la mia bella copia della versione americana, uscita il 25 ottobre scorso. Purtroppo il libro, dopo una prima parte meravigliosa, mi ha lasciato l'amaro in bocca, e lo reputo in assoluto uno dei libri piu' deboli dell'autore. In questo post vi spiego perche'.

Prima di procedere devo fare una precisazione. A differenza del volume edito da Einaudi che trovate in questi giorni nelle librerie italiane, la versione americana che ho letto io contiene tutti e tre i volumi originari. Einaudi ha pensato bene di racchiudere solo i primi due volumi originali nel libro in vendita adesso, mentre il terzo lo pubblichera' piu' avanti. Non voglio infierire sul prezzo dei libri in Italia piu' di quanto abbia gia' fatto, ma vi faccio notare che il libro americano (copertina rigida, bellissima carta, tutti e tre i volumi) l'ho pagato 16$/11 euri. In Italia voi pagate 20 Euri un'edizione in brossura, con 2/3 della storia. Pero' quando dico queste cose sui blog letterari, autori pubblicati che passano il tempo a blaterare dei pericoli di Amazon mi trattano da barbaro e pezzente, per cui magari sbaglio io. Bonta' loro...

Le mie impressioni qui sotto si riferiscono quindi all'INTERO libro di Murakami. Ho condensato tutti gli spoiler in un paio di paragrafi, ben indicati, e scritti in rosso. Temo pero' che un po' di spoileraggio sia inevitabile per poter davvero spiegare bene il senso della mia profonda delusione. Per cui se non volete rovinarvi il gusto di essere delusi autonomamente dalla lettura del libro, smettete di leggere ora. Se invece amate il rischio andiamo avanti.

Il libro racconta la storia di due trentenni, Aoyame e Tengo. Aoyame e' un'assassina di professione che nel tempo libero insegna fitness, mentre Tengo e' un professore di matematica che nel tempo libero scrive romanzi. Per vie traverse che non sto a svelare, i due si ritrovano in lotta con una misteriosa setta religiosa, Sakigake, e contro esseri definiti nel libro originale Little People (io tradurrei con "piccoli uomini" o "ometti", dato il contesto che non spiego, ma non so Armitano che scelta abbia fatto). Allo stesso tempo, si muovono alla ricerca l'uno dell'altro. Il tutto in una Tokyo con due lune nel cielo, in un mondo parallelo al 1984 nel quale la storia comincia, e che Aoyame definisce 1Q84, dove Q sta per Question mark, punto di domanda.

La prima parte del libro, fin dalle primissime pagine, e' davvero molto bella, ed e' difficile non rimanere incollati al testo. Il senso di mistero, di un qualcosa che sta per accadere ma che e' difficile da spiegare, caratteristico di moltissimi libri di Murakami, si avverte subito. Ma, specialmente da meta' in poi, il libro finisce per perdersi in un lungo ripetersi di cliche' visti e rivisti, con una storia che stenta a procedere, con personaggi pronti ad accettare i fatti piu' incredibili senza battere d'occhio. E si arriva alla fine del libro, dopo quasi 1000 pagine, con la netta impressione di aver buttato via del danaro.

Il New York Times - al quale il libro non e' piaciuto per niente, e che ha addirittura dedicato due articoli molto duri nei confronti del testo - dice che 1Q84 e' un libro nel quale non accade nulla, e alla fine del quale si arriva sfiniti, e ci si sente un po' presi in giro (l'altro articolo del NYT e' questo). Sono pienamente d'accordo. L'impressione che ho avuto e' di un Murakami quasi manieristico, un Murakami che cercava di scrivere un libro alla Murakami senza avere davvero una storia da raccontare. In quasi tutti i libri di Murakami, il non spiegato, il sottinteso, e' a volte piu' importante dei pochi particolari chiariti. Ma se in altri casi i silenzi, la mancanza di spiegazione servivano proprio a plasmare la storia, in questo caso pare siano solo un artificio di stile per non svelare che in fondo in fondo non c'e' nulla da svelare.

Leggendolo mi sono ricordato del mio amico Pablo, uno spagnolo all'apparenza tenebroso, e che un giorno mi confido': io quando sto zitto, e' perche' non ho nulla da dire, ma le donne italiane invece pensano che io nasconda chissa' quale segreto nella mia anima e vogliono scoparmi per quello. Ecco, preciso. Questo libro e' il mio amico Pablo.

L'unico messaggio di fondo che e' possibile rintracciare nel testo e' che il male e il bene non non sono mai
chiari e netti, e che hanno bisogno l'uno dell'altro come la luce dell'ombra. (Grazie al cazzo, direi io). Ma il messaggio in questo caso e' particolarmente pericoloso, soprattutto perche' si sta parlando nel libro di stupri di bambine di dieci anni...

Ora, non e' che un libro debba per forza essere pieno d'azione o di messaggi importanti per essere un buon libro. Pero' un libro dove 1) non succede quasi nulla e 2) non c'e' un messaggio di fondo e' un libro deludente. Per dire: nel Deserto dei Tartari si potrebbe dire che "non succede niente", pero' un messaggio di fondo c'e'. E lo stesso si potrebbe dire per Norwegian Wood, che per me rimane il capolavoro di Murakami. Qui invece non c'e' niente.

Sono molti i problemi di 1Q84. In primo luogo i personaggi, che sembrano l'ennesima ripetizione stanca dei mille personaggi apparsi in precedenza nei libri di Murakami. Il trentenne che si ritrova un po' fallito, dopo un'infanzia di promesse? C'e'. La donna misteriosa che scompare? C'e'. La donna risoluta, al quale i personaggi maschili finiranno per aggrapparsi? Presente. L'animale parlante o che comunque e' portatore di chissa' quali messaggi nascosti? C'e' anche lui. Il personaggio positivo omosessuale? Presente. Il fantasma? Poteva mai mancare? Non siamo ai livelli di ripetizione della tipologia dei personaggi dei libri di Andrea de Carlo di cui avevo parlato in questo post (che resta uno dei piu' letti del blog) ma non ne siamo lontani, purtroppo.

La sola differenza di questi personaggi rispetto al passato e' che Murakami li fa trombare come conigli, descrivendo nei minimi particolari dimensioni e forma del pene, delle tette, delle vagine, anche e soprattutto quando parla di minorenni. Sembra un D'Annunzio invecchiato in piena crisi priapica. E' un libro per Berlusconi questo.

I personaggi non sono solo stereotipati al massimo, ma hanno anche un comportamento difficilmente credibile. Vedono una seconda luna su nel cielo? Oh be', chissa' cos'e', ma insomma, la realta' e' quella che e'. Come come, scusa, Murakami? Magari un po' di lavoro in piu' per convincermi che si', la seconda luna in cielo e' terribile, e Aoyame (e non solo lei) fa un po' di fatica ad accettarla no, eh? Amici e conoscenti che spariscono? O be', cose che capitano. Un'assassina di professione, attentissima ad evitare ogni legame che possa crearle problemi, ma che fa amicizia con una poliziotta per andare a fare sesso di gruppo? Come no. Tutti i giorni, a Muraka'!

No. Decisamente no.

Si ha poi la netta impressione che Murakami abbia sofferto della sindrome di Lost, il serial televisivo finito lasciando mille misteri insoluti.
SPOILER
Fin dalle prime pagine del libro, Murakami ci mostra un Tengo ossessionato dalla sparizione della madre. Per 2/3 buoni del libro, questa sparizione sara' menzionata e dibattuta in lungo e in largo, creando nel lettore l'impressione che sia un elemento importante del puzzle che faticosamente Murakami sta mettendo in piedi. Poi piu' nulla. Non se ne fa piu' cenno fino quasi alle ultime pagine, quando in due righe un personaggio minore ci svela il mistero. Mistero senz'alcuna influenza sulla storia. E qui uno s'incazza. Perche' o questa sparizione della madre era importante, e allora hai fatto bene a scardinarci i coglioni per 700 pagine, ricordandocela ogni due pagine; oppure non era importante, e hai fatto bene a risolverla in due righe, con un personaggio minore. Ma o l'una o l'altra. Le due cose insieme non funzionano, caro il mio Murakami.
FINE SPOILER

Un ulteriore problema e' dato dal bisogno che Murakami sente di descrivere ogni cosa che i suoi personaggi vedono o indossano o toccano nei minimi dettagli. Questo accade in tutti i libri di Murakami: il maglione che indossa X non e' blu, ma e' "un maglione blu, dall'aria trasandata, liso in piu' punti, di una lana prodotta con pecore irlandesi allevate in pascoli biologici, e che al tatto sembra quasi seta". Quest'approccio non funziona in 1Q84, che e' gravato da mille ripetizioni. Posso accettare una volta la descrizione del maglione, ma non posso accettare di ritrovarmela ogni cento pagine. Ho capito com'e' il maglione, non devi ripetermelo ogni volta che entra in gioco. Purtroppo invece - forse per la natura del romanzo originariamente pubblicato in tre volumi - le ripetizioni abbondano, e appesantiscono un libro che gia' fa fatica ad avanzare.

E poi veniamo al problema finale. Io non ho niente contro i libri di mille pagine, anzi. Ma ho molto contro i libri che nonostante le mille pagine, lasciano il lettore senza una risposta che sia una. E badate che non si tratta di lasciare libero il lettore d'interpretare che cosa succeda, stile finale del film Inception. Qui si tratta di lasciare il lettore senza una risposta che sia una. Questa per me e' un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di persone che hanno speso dei soldi per comprare il tuo libro, caro autore. Esempi? Quanti ne volete...

SPOILER

Chi cazzo sono i Little People? Possibile che non bastino 1000 pagine a darci almeno un accenno? E in cosa consiste la loro grande e presunta saggezza, se l'unica cosa che dicono in tutto il libro e' "ho ho", esattamente come un Babbo Natale qualunque? A che cazzo servono le Air chrysalis? Perche' vengono fatte? Perche' a volte contengono una cosa, a volte un'altra? Chi e' - o meglio cos'e' - Fuka-Eri? Ci viene detto che risponde a forze opposte ai Little People...di grazia, quali sono queste forze? Cosa o chi sono? Cosa cazzo sono i Dohta e i Maza? Perche' me li tiri in mezzo a meta' libro, e poi non me li spieghi? Come mai Sakigake cambia idea all'improvviso su Aoyame, ed e' disposta a lasciarla andare?  


Ho reso l'idea della mia incazzatura? 


Tutto questo non vuol dire che 1Q84 non abbia dei passaggi meravigliosi. L'incontro e il colloquio tra Aoyame e Leader e' da rileggere mille volte. E il libro e' anche molto interessante dal punto di vista antropologico, perche' spiega molto della mentalita' del giapponese contemporaneo. Ma questo non basta a salvare un libro come questo.

Ora ho il nuovo King e il nuovo Craig Thomspon per le mani. Spero non mi deludano come questo.

Voto: 5/10

30 commenti:

gs ha detto...

"l'ho pagato 16$/11 euri. In Italia voi pagate 20 Euri un'edizione in brossura, con 2/3 della storia" Tutte le volte che scrivi cose del genere mi viene una fitta allo stomaco e la gastrite si risveglia...

Demonio Pellegrino ha detto...

Gatta, ma perche' anche te - come me - allora sei una barbara incolta che bada solo al prezzo, e non capisce come il vero lettore, quello davvero innamorato dei libri, del prezzo se ne frega. Perche' se vai a leggere i blog davvero colti, del prezzo non si parla mai, perche' non conta...

Cmq, parlando di prezzo, risparmia i soldi, e non lo comprare questo libro...

Anonimo ha detto...

Q e' la pronuncia di 9 in giapponese, altro che Question mark

Demonio Pellegrino ha detto...

Anonimo, fanno sempre piacere commenti sui libri fatti da chi, evidentemente, non ha letto i libri in questione.

Si', Q e 9 in giapponese hanno suoni molto simili, e Murakami non ha scelto il titolo a caso. Ma proprio perche' non ha scelto il titolo a caso, lo spiega molto bene nel libro. Quando Aoyame si rende conto di essere in un mondo parallelo, decide di chiamarlo 1Q84, dove "Q is for question mark". Vuoi il numero di pagina?

Quando hai letto il libro e vuoi parlarne, sono qui. Commentare dopo aver letto due righe su Repubblica - sempre le solite, sulla pronuncia di Q e 9 o sul presunto richiamo all'orwelliano 1984 - e' un po' triste.

la povna ha detto...

Non ho letto questo Murakami (e la tua circonstaziata recensione mi spinge a dire che ho fatto bene), però mi pare, a conferma di quanto dici, che la questione del punto di domanda sposti ovviamente la questione della sci-fi e del mondo alternativo su un piano sicuramente più sofisticato del 'banale' 9.

ps. del tutto OT per dirti che da oggi sono qua: http://nemoinslumberland.wordpress.com/

Demonio Pellegrino ha detto...

Povna, Murakami sapeva bene che la questine del Q sarebbe stata un bel gioco di parole per i giapponesi...ma sapeva anche che per tutti gli altri non avrebbe significato nulla. Da qui la scelta di spiegare nel testo che Q "is for question mark". Un anno che pone delle domande. Pero', ripeto, bisogna leggere il libro per saperlo, oppure basta fare una ricerca su google. Leggere due righe sul corriere con le solite minchiatine e' riduttivo.

Grazie del nuovo link!

la povna ha detto...

Sì, sicuramente la consapevolezza c'era tutta e quando un autore diventa bestseller fuori dalla sua nazione il problema se lo pone. Ricordo che Coe dichiarò una volta in una intervista che negli ultimi romanzi aveva diminuito i giochi di parole molto molto british, oppure trovava il modo di inserire, giustificata, nel testo, la spiegazione di qualcosa troppo inner joke, esattamente per questo motivo!

Bipepi ha detto...

sò rimasta MALISSIMO dopo aver letto la tua recensione. chè già pregustavo il momento in cui l'avrei iniziato...

Demonio Pellegrino ha detto...

Stefania, benvenuta. Figurati quanto male ci sono rimasto io a leggerlo...bellissimo almeno fino a meta' (ed anzi il secondo volume e' per molti versi il migliore, come in ogni trilogia che si rispetti), ma davvero nell'ultima parte Murakami perde il filo, introduce nuove voci narranti secondarie, non spiega nulla, e semplicemente fa annoiare a morte il lettore.

Davvero una delusione enorme.

dreca ha detto...

premetto che per ora ho letto solo il primo libro, in italiano. Diciamo quindi che le parti del post segnalate in rosso le ho lette con un occhio solo mezzo chiuso...non si sa mai.
Ovvio che la tua è un'opinione, così come la mia, spero entrambe accettabili anche se non condivisibili.
La mia impressione è che se si legge 1q84 "solo" come un romanzo si potrebbe restare delusi...a mio modestissimo parere in questo c'è qualcos'altro. Murakami si sta dando ai lettori...prima con l'arte di correre, poi con kafka sulla spiaggia. Dirai che sono libri diversi...forse...certamente, ma dietro c'è lo stesso uomo che forse ha un progetto più ampio.
Gli stilemi che si ripetono ci sono, ma personalmente, a me fa un estremo piacere che ci siano. Ogni volta io spero di rincontrare l'uomo-pecora, ad esempio.
La descrizione che si ripete. Achille piè veloce...ogni volta Achille è sempre piè veloce...alla dodicesima volta che Omero lo ripete ti viene quasi di fare il verso "ah...non Achille quello lento?!"Alla 50esima dici come un mantra Achille piè veloce e da lì in poi è com se si condensassero significati multipli in quella ridondanza.

Demonio Pellegrino ha detto...

Dreca, benvenuto/a, e grazie per il commento. Il libro mi ha accattivato all'inizio, soprattutto fino alla meta' del secondo volume (il secondo volume e' il migliore dei tre, secondo me). Ma la delusione, alla fine del giro in giostra, e' enorme.

Riparliamone quando avrai letto anche il terzo. Altrimenti non si riesce a capire da cosa derivi la mia delusione.

Sulla questione delle ripetizioni: e' vero che le ripetizioni possono a volte servire a rafforzare il concetto e a riconfermare alcuni punti di una storia. Ma qui da meta' in poi sono nauseabonde. Dopo 500 pagine di Ayame e Tengo, e dopo aver ripercordo in lungo e in largo come si sono incontrati, cosa hanno provato, e via dicendo, non ho bisogno che di nuovo tu mi ridica tutto. Non ho bisogno di avere l'ennesima descrizione della personalita' di Komatsu, perche' sono 700 pagine che me ne parli, e me l'hai gia' data 8 volte almeno. Non ho bisogno che tu mi spieghi di nuovo, per l'ennesima volta, il rapporto tra Tengo e l'insegnamento della matematica.

Per utilizzare il tuo ottimo esempio, qui non e' che come Achille pie' veloce: e' come se ogni volta che si parla di Achille si ripetesse l'intera descrizione di Achille. ogni volta. Ogni fottutissima volta.

Mi limito a segnalare che questo problema delle ripetizioni in questo specifico libro e' stato rimarcato un po' da tutti, critici e non che hanno letto tutto il libro. Anche da quelli a cui il libro e' piaciuto. Non lo dico perche' voglia celarmi dietro l'autorita' altrui, figurati. Solo perche' pare essere opinione condivisa.

Comunque, ripeto, leggilo tutto (terzo libro incluso) e poi ne riparliamo!

leox ha detto...

off topic, forse:
'a Demo', ma che cazzo ci vai a fare, ancora, nei blog letterari? ;)

(che poi: io che sono un lettore stra-superficiale, che al limite ma proprio al limite qualche recensione su anobii, se proprio deve, e rizzati. Io, dicevo, manco li so, 'sti blog letterari. Evito. Mi fa più piacere leggere un commento tuo, ad esempio, che sei un lettore col quale condivido alcuni gusti ma-per-fortuna-non-tutti-sennò-sai-che-noia, piuttosto che quello del critico di professione. Che poi, dei critici, ci sarebbe tanto ma tanto da dire, e non solo di quelli letterari. Insomma, lasciali straparlare, che si fottano)

(ah, saluti...)

Annalisa ha detto...

Già ero incerta se comprarlo o no. Ora ho una certezza in più, nella mia vita. Grazie :-)

Demonio Pellegrino ha detto...

Leox, hai ragione. E' tempo perso.

Annalisa, se leggi le recensioni su anobii della versione italiana sono quasi tutte positive. Pero' sono recensioni che si basano su un libro incompleto.

Io posso dire con tutta sicurezza che dopo questo libro (l'ultima di una serie di delusioni di Murakami) non mi affrettero' piu' in libreria a comprare un suo libro. Murakami ha scritto UN romanzo stupendo (Norwegian Wood), una novella meravigliosa (A sude del confine, a ovest del mare) e alcuni racconti belli. Ma i suoi romanzi per me sono stati fonte di delusione troppe volte per dargli ancora credito.

La vita e' breve, le letture possibili sono troppe per perderle dietro a uno che mi scrive ste minchiate come 1q84.

Aliceland ha detto...

La tua recensione mi è stata molto utile, confermo che non leggerò il terzo volume, ma leggerò invece Norwegian Wood.
Infatti mi piace come scrive Murakami e mi è rimasta la voglia di leggere un suo romanzo che sia anche una bella storia.

Demonio Pellegrino ha detto...

Aliceland, benvenuta. Mi spiace averti rovinato la festa...

Aliceland ha detto...

Don't worry... guardo il lato positivo: 20 euri risparmiati!!
;-)

lilith33 ha detto...

Caro Demo- spero mi permetterai il nickname- sono pienamente d'accordo con la tua recensione.
Premetto che sono una fan sfegatata dell'aihmé vecchio murakami annoverando " the wind-up bird chronicle" e "a wild sheep chase" tra i miei libri preferiti. "1Q84" a confronto è stata una grossa delusione, non solo dal punto di vista strutturale narrativo che pecca di ridondanze, clichés, inutili lungaggini e al contempo mancati chiarimenti su punti essenziali ma soprattutto dal punto di vista dello stesso intreccio, completamente privo di sostanza. E evidente che l'autore in mancanza di argomenti convincenti cerca di arrampicarsi sugli specchi creando una storia che non sta in piedi. Patetico è a questo punto l'esplicito richiamo sessuale che predomina tra le pagine del libro, quasi un disperato tentativo di destare l'attenzione del lettore esasperato.
Mi dispiace dirlo ma credo che ormai Murakami dopo aver raggiunto l'apice si stia ormai avviando a un inesorabile declino. Definire 1Q84 un capolavoro non è altro che un abile manovra pubblicitaria per restare a galla e svuotare le tasche del pubblico...ha funzionato anche con me che ho speso 16 dollari più spedizione

Demonio Pellegrino ha detto...

Lilith, benvenuta. Vedo che sono davvero poche le persone che avendo letto i tre libri continuano a sostenere che 1q84 sia un capolavoro (ovviamente lascio da parte i critici italiani, che hanno scoperto ora Murakami e stanno gridando al miracolo...chissa' se l'hanno letto davvero).

Io spero che Murakami abbia ancora qualcosa da dare, soprattutto nei racconti brevi, che mi paiono il suo forte. Pup' darsi sia una fase, che spero passera'.

Asfodelo ha detto...

Da fan di Murakami sono purtroppo pienamente concorde con Demonio.
Il libro mi è piaciuto ma lascia aperte troppe questioni che avrebbero dovuto invece avere una risposta. E' come se in Dance Dance Dance non fosse venuto fuori chi era l'assassino delle prostitute. Amareggiato.

Anonimo ha detto...

Io sono quasi alla fine del 2° libro e personalmente mi sta' piacendo moltissimo...Non conosco a pino la tua opinione perché non ho letto alcune parti per via degli spoiler,ma ti posso dire che a me sta' risultando un libro che intrattiene con una bella trama intrigante,scritto bene e certe volte con metafore e insegnamenti profondi...Non so' te...
P.S. Sono un altro Anonimo

claudia ha detto...

completamente d accordo con demo. e devo dire che il filone tengo- madre- nhk era quello
che mi aveva preso di piu'. potrai capire quindi la delusione....

Anonimo ha detto...

Non sono assolutamente d'accordo con la tua recensione.

Lamentarsi delle descrizioni e della ripetitività di Murakami è come arrabbiarsi perché l'acqua del mare è salata. Beh, allora vai a nuotare in piscina, se non ti piace il sale...

Norwegian wood è il romanzo di Murakami che più si allontana dal suo "vero" stile, è completamente atipico e sembra quasi di un altro autore. Evidentemente tu preferisci un altro genere di cose, capita!

Cercare spiegazioni, un senso compiuto, significati allergorici spinti come siamo abituati a fare noi occidentali, nei suoi romanzi, è impossibile. Bisogna semplicemente leggerli provando ad immaginare la realtà irreale che descrive per vedere se suscita qualche domanda o emozione.

E, per l'amor del cielo, non puoi dire che questo romanzo non lo faccia.

Mi spiace leggere i commenti di tanti capr... no spè, non volevo offendere nessuno, di tanti "che non ragionano con la propria testa" che, sulla base della tua recensione, hanno deciso di non tuffarsi nella piscina di punti interrogativi che è 1q84.

Male male, peggio per voi, io mi son divertito e ci ho sguazzato per un paio di settimane e anche con grande, grande piacere.

Hoo-hoo!

jack5d ha detto...

francamente alcune cose te le sei inventate, hai voluto distruggere un ottima lettura, usa un po di intelletto per darti le risposte, l'autore te le ha date ma tele hai perse nella lingua inglese.... per me é un introspettiva, il cui unico difetto sta nel dilungarsi un po troppo su alcune questioni in descrizioni eccessive, anche se fatte brillantemente. p.s. le risposte te le puoi dare da solo ragionando,pensando,immaginando, é la libertà più grande che uno scrittore possa darti alla fine di una storia !!!!

Demonio Pellegrino ha detto...

@Jack5d: interessante come uno che chiaramente non sa scrivere in italiano (il tuo uso degli accenti e degli apostrofi e' da brivido) mi accusi di non aver capito la bellezza del libro a causa della mia (da te presunta) scarsa conoscenza della lingua inglese.

Imbarazzante. Per te, non per me.

Anonimo ha detto...

Murakami non va letto per ottenere risposte, ma piuttosto per andartele a cercare. Il fatto che tu volessi la spiegazione dei little people e delle crisalidi d'aria è abbastanza patetico e fa vedere quanto non sei attento alla poetica di Murakami. Superficiale almeno come quelli che non leggeranno più il libro perché tu ne hai fatto un'esilarante recensione da giornalista privo d'introspezione. Non che come scrittore non abbia i suoi limiti, ma i punti negativi che hai sollevato fanno ridere

Demonio Pellegrino ha detto...

Sai cosa fa piu' ridere di quello che ho scritto io? Uno stronzo che arriva e dice le cazzate che hai detto tu. puppamelo. E se vuoi scriver di nuovo firmati, stronzo.

Anonimo ha detto...

Hoo-hoo finale è da baci! Condivido. Io ho appena finito il 2 volume e sono abbastanza presa.

3nastri ha detto...

Se mi rode di aver perso tempo a laggere questo libro? Mi rode. La penso esattamente come te. Il 3 libro è noioso scontato e inutile. Non spiega una mazza e chiude la storia con questi due che non si vedono da 20 anni e sono lobotomizzati. Che delusione. Profanda. Un vai a fare in culo Murakami te lo meriti perché il tempo che mi hai tolto lo avrei dedicato ben volentieri a letture migliori

Ama Driade ha detto...

A me e' piaciuto davvero molto, il terzo libro perde un po' il ritmo e forse alcuni passaggi sono ridondanti, ma sono aspetti secondari rispetto all'insieme che e' veramente conturbante...devo dire poi che nonostante non ci siano veri e propri momenti con dei grandi spiegoni alla fine a me e' risultato tutto piu' o meno chiaro, e le cose che Murakami ha lasciato in sospeso sinceramente non mi hanno arrecato disturbo...ci sta tutto.

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