La riconoscete?
17/11/11
16/11/11
Il miglior commento al "nuovo" Governo Monti
Si potrebbe chiedere dove siano i tanto annunciati "giovani", dove siano le tanto annunciate "donne". Ma il miglior commento alla lista dei Ministri di questo nuovo governo l'ho visto oggi su Facebook, a firma di Pigi Battista.
"Tuttavia sconcerta la repentina esclusione della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare".
(Se non capite il riferimento, consiglio di riguardare il secondo tragico fantozzi).
"Tuttavia sconcerta la repentina esclusione della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare".
(Se non capite il riferimento, consiglio di riguardare il secondo tragico fantozzi).
Donne giapponesi
"La notte e' dunque essenzialmente dominio dei maschi che vi si tuffano come gatti agili, sornioni, aggressivi, coi peli elettrizzati e gli occhi lucenti di belle voglie, in cerca di compagnie; ed e' opinione unanime che, di tutte le gatte dell'universo, quelle giapponesi siano di gran lunga le piu' dolci, le piu' piacevoli, le piu' tenere. Un fatto e' indubbio: nessuna donna sa, come quella giapponese, vendersi con grazia. E per vendersi non intendo la brutalita' del sesso; voglio dire genericamente accompagnarsi all'uomo contro mercede per tenergli compagnia: puo' essere soltanto un sorriso versando il sake' nella minuscola tazza di porcellana, ma te lo porge come tu fossi l'unico, il solo, l'eterno, e lei la dolce piccola umile schiava. Molte di queste cartteristiche, le quali dal punto di vista egocentrico maschiile sono indubbiamente delle doti, vanno ormai perdendosi. Anzi un fatto: alcune donne passano dalla piu' squisita finezza alla piu' selvaggia brutalita' di modi, di voci, di gesti, di parole. Il tuffo non avviene da una tradizione (quella orientale) ad un'altra (quella d'Europa o d'America), ma dalla civilita' al nulla. E' barbarie anno zero. Fortunatamente questo fenomeno sembra piuttosto limitato. La stragrande maggioranza delle giapponesi cambia invece di vestitito, di lingua, d'acconciatura di capelli, di abitudini dietetiche, di tecnica erotica, di letture, di divertimenti, di religione, di calzature, di sottovesti, di medicine, pur mantenendo umilita', grazia, dolcezza, capacita' di comprensione e quello sguardo d'uccellino caduto ora ora dal nido che predispone l'uomo a tutto, anche ad essere perfidamente ingannato.
[...]
Le americane sono senza dubbio eccellenti mogli, delle mamme generose e sollecite prima, delle matriarche poi, a cui i figli finiscono per guardare come faro e guida nella vita, ma invano l'uomo cercherebbe in esse l'amante. Conoscere le giapponesi e trovarsi improvvisamente dinanzi alla rivelazione della donna sotto una luce ch'egli non s'immaginava neppure possibile, ecco la meravigliosa esperienza riservata all'uomo americano approdando sulle rive di quell'arcipelago. Nella giapponese egli scopriva le tenerezze piu' raffinate, scopriva l'abbandono, scopriva un animo arricchito dalla sofferenza, sensibilissimo alla poesia, desideroso di dedizione; per la prima volta in vita sua avvertiva d'essere un uomo intero, non solo mezza coppia. Certo scopriva pure delle nanovre sinuose di gatta, un linguaggio di sguardi, sospiri, suggerimenti, un'arte pericolosa di sgraffi invisibili e di tranelli talvolta odiosi; ma tutto cio' era squisitamente femminile, infondo cosi' nuovo! Poi v'era l'atteggiamento innocente e delizioso di chi non ha peccato originale nel sangue, verso le dolci volutta' della vita; si badi bene, questo non vuol dire raffinatezza erotica, al contrario, per generare quella occorre compressione d'istinti - sono molto piu' erotici infatti gli occidentali, uomini e donne, dei giapponesi - significa piuttosto una serena accettazione di quanto la vita puo' offrire di gradevole (cibi, bevande, riposo, bagno, amore, cose belle, arte) invece di carpere diem, di strappare affannatamente il sorriso al pentimento. Infine v'era l'incanto fisico: la malia d'un musetto esotico, il voluttuoso contrasto d'una pelle senza imperfezioni, ambrata, degni davvero di figlie e nipoti delle divinita' dei cieli e del mare".
Questa descrizione si riferisce alle donne giapponesi degli anni '50 del secolo scorso. Molte cose (non tutte) sono cambiate, ovviamente. Altro che Murakami e il suo deludente 1Q84. Volete leggere un libro affascinante sul Giappone, con personaggi veri, e una descrizione della vita giapponese dagli anni '30 del secolo scorso fino a dieci anni fa? Ore Giapponesi,di Fosco Maraini.
[...]
Le americane sono senza dubbio eccellenti mogli, delle mamme generose e sollecite prima, delle matriarche poi, a cui i figli finiscono per guardare come faro e guida nella vita, ma invano l'uomo cercherebbe in esse l'amante. Conoscere le giapponesi e trovarsi improvvisamente dinanzi alla rivelazione della donna sotto una luce ch'egli non s'immaginava neppure possibile, ecco la meravigliosa esperienza riservata all'uomo americano approdando sulle rive di quell'arcipelago. Nella giapponese egli scopriva le tenerezze piu' raffinate, scopriva l'abbandono, scopriva un animo arricchito dalla sofferenza, sensibilissimo alla poesia, desideroso di dedizione; per la prima volta in vita sua avvertiva d'essere un uomo intero, non solo mezza coppia. Certo scopriva pure delle nanovre sinuose di gatta, un linguaggio di sguardi, sospiri, suggerimenti, un'arte pericolosa di sgraffi invisibili e di tranelli talvolta odiosi; ma tutto cio' era squisitamente femminile, infondo cosi' nuovo! Poi v'era l'atteggiamento innocente e delizioso di chi non ha peccato originale nel sangue, verso le dolci volutta' della vita; si badi bene, questo non vuol dire raffinatezza erotica, al contrario, per generare quella occorre compressione d'istinti - sono molto piu' erotici infatti gli occidentali, uomini e donne, dei giapponesi - significa piuttosto una serena accettazione di quanto la vita puo' offrire di gradevole (cibi, bevande, riposo, bagno, amore, cose belle, arte) invece di carpere diem, di strappare affannatamente il sorriso al pentimento. Infine v'era l'incanto fisico: la malia d'un musetto esotico, il voluttuoso contrasto d'una pelle senza imperfezioni, ambrata, degni davvero di figlie e nipoti delle divinita' dei cieli e del mare".
Questa descrizione si riferisce alle donne giapponesi degli anni '50 del secolo scorso. Molte cose (non tutte) sono cambiate, ovviamente. Altro che Murakami e il suo deludente 1Q84. Volete leggere un libro affascinante sul Giappone, con personaggi veri, e una descrizione della vita giapponese dagli anni '30 del secolo scorso fino a dieci anni fa? Ore Giapponesi,di Fosco Maraini.
13/11/11
1Q84: delusione Murakami
1Q84 e' l'ultimo libro di Haruki Murakami. Pubblicato originariamente in Giappone in tre libri separati nel 2009 e 2010, e' stato osannato dai lettori e dai critici giapponesi. La prima edizione giapponese ando' esaurita nel giro di un giorno, e raggiunse il milione di copie vendute nel giro di un mese.
Dal momento che sono un grande appassionato di Murakami, avevo prenotato mesi addietro la mia bella copia della versione americana, uscita il 25 ottobre scorso. Purtroppo il libro, dopo una prima parte meravigliosa, mi ha lasciato l'amaro in bocca, e lo reputo in assoluto uno dei libri piu' deboli dell'autore. In questo post vi spiego perche'.
Prima di procedere devo fare una precisazione. A differenza del volume edito da Einaudi che trovate in questi giorni nelle librerie italiane, la versione americana che ho letto io contiene tutti e tre i volumi originari. Einaudi ha pensato bene di racchiudere solo i primi due volumi originali nel libro in vendita adesso, mentre il terzo lo pubblichera' piu' avanti. Non voglio infierire sul prezzo dei libri in Italia piu' di quanto abbia gia' fatto, ma vi faccio notare che il libro americano (copertina rigida, bellissima carta, tutti e tre i volumi) l'ho pagato 16$/11 euri. In Italia voi pagate 20 Euri un'edizione in brossura, con 2/3 della storia. Pero' quando dico queste cose sui blog letterari, autori pubblicati che passano il tempo a blaterare dei pericoli di Amazon mi trattano da barbaro e pezzente, per cui magari sbaglio io. Bonta' loro...
Le mie impressioni qui sotto si riferiscono quindi all'INTERO libro di Murakami. Ho condensato tutti gli spoiler in un paio di paragrafi, ben indicati, e scritti in rosso. Temo pero' che un po' di spoileraggio sia inevitabile per poter davvero spiegare bene il senso della mia profonda delusione. Per cui se non volete rovinarvi il gusto di essere delusi autonomamente dalla lettura del libro, smettete di leggere ora. Se invece amate il rischio andiamo avanti.
Il libro racconta la storia di due trentenni, Aoyame e Tengo. Aoyame e' un'assassina di professione che nel tempo libero insegna fitness, mentre Tengo e' un professore di matematica che nel tempo libero scrive romanzi. Per vie traverse che non sto a svelare, i due si ritrovano in lotta con una misteriosa setta religiosa, Sakigake, e contro esseri definiti nel libro originale Little People (io tradurrei con "piccoli uomini" o "ometti", dato il contesto che non spiego, ma non so Armitano che scelta abbia fatto). Allo stesso tempo, si muovono alla ricerca l'uno dell'altro. Il tutto in una Tokyo con due lune nel cielo, in un mondo parallelo al 1984 nel quale la storia comincia, e che Aoyame definisce 1Q84, dove Q sta per Question mark, punto di domanda.
La prima parte del libro, fin dalle primissime pagine, e' davvero molto bella, ed e' difficile non rimanere incollati al testo. Il senso di mistero, di un qualcosa che sta per accadere ma che e' difficile da spiegare, caratteristico di moltissimi libri di Murakami, si avverte subito. Ma, specialmente da meta' in poi, il libro finisce per perdersi in un lungo ripetersi di cliche' visti e rivisti, con una storia che stenta a procedere, con personaggi pronti ad accettare i fatti piu' incredibili senza battere d'occhio. E si arriva alla fine del libro, dopo quasi 1000 pagine, con la netta impressione di aver buttato via del danaro.
Il New York Times - al quale il libro non e' piaciuto per niente, e che ha addirittura dedicato due articoli molto duri nei confronti del testo - dice che 1Q84 e' un libro nel quale non accade nulla, e alla fine del quale si arriva sfiniti, e ci si sente un po' presi in giro (l'altro articolo del NYT e' questo). Sono pienamente d'accordo. L'impressione che ho avuto e' di un Murakami quasi manieristico, un Murakami che cercava di scrivere un libro alla Murakami senza avere davvero una storia da raccontare. In quasi tutti i libri di Murakami, il non spiegato, il sottinteso, e' a volte piu' importante dei pochi particolari chiariti. Ma se in altri casi i silenzi, la mancanza di spiegazione servivano proprio a plasmare la storia, in questo caso pare siano solo un artificio di stile per non svelare che in fondo in fondo non c'e' nulla da svelare.
Leggendolo mi sono ricordato del mio amico Pablo, uno spagnolo all'apparenza tenebroso, e che un giorno mi confido': io quando sto zitto, e' perche' non ho nulla da dire, ma le donne italiane invece pensano che io nasconda chissa' quale segreto nella mia anima e vogliono scoparmi per quello. Ecco, preciso. Questo libro e' il mio amico Pablo.
L'unico messaggio di fondo che e' possibile rintracciare nel testo e' che il male e il bene non non sono mai
chiari e netti, e che hanno bisogno l'uno dell'altro come la luce dell'ombra. (Grazie al cazzo, direi io). Ma il messaggio in questo caso e' particolarmente pericoloso, soprattutto perche' si sta parlando nel libro di stupri di bambine di dieci anni...
Ora, non e' che un libro debba per forza essere pieno d'azione o di messaggi importanti per essere un buon libro. Pero' un libro dove 1) non succede quasi nulla e 2) non c'e' un messaggio di fondo e' un libro deludente. Per dire: nel Deserto dei Tartari si potrebbe dire che "non succede niente", pero' un messaggio di fondo c'e'. E lo stesso si potrebbe dire per Norwegian Wood, che per me rimane il capolavoro di Murakami. Qui invece non c'e' niente.
Sono molti i problemi di 1Q84. In primo luogo i personaggi, che sembrano l'ennesima ripetizione stanca dei mille personaggi apparsi in precedenza nei libri di Murakami. Il trentenne che si ritrova un po' fallito, dopo un'infanzia di promesse? C'e'. La donna misteriosa che scompare? C'e'. La donna risoluta, al quale i personaggi maschili finiranno per aggrapparsi? Presente. L'animale parlante o che comunque e' portatore di chissa' quali messaggi nascosti? C'e' anche lui. Il personaggio positivo omosessuale? Presente. Il fantasma? Poteva mai mancare? Non siamo ai livelli di ripetizione della tipologia dei personaggi dei libri di Andrea de Carlo di cui avevo parlato in questo post (che resta uno dei piu' letti del blog) ma non ne siamo lontani, purtroppo.
La sola differenza di questi personaggi rispetto al passato e' che Murakami li fa trombare come conigli, descrivendo nei minimi particolari dimensioni e forma del pene, delle tette, delle vagine, anche e soprattutto quando parla di minorenni. Sembra un D'Annunzio invecchiato in piena crisi priapica. E' un libro per Berlusconi questo.
I personaggi non sono solo stereotipati al massimo, ma hanno anche un comportamento difficilmente credibile. Vedono una seconda luna su nel cielo? Oh be', chissa' cos'e', ma insomma, la realta' e' quella che e'. Come come, scusa, Murakami? Magari un po' di lavoro in piu' per convincermi che si', la seconda luna in cielo e' terribile, e Aoyame (e non solo lei) fa un po' di fatica ad accettarla no, eh? Amici e conoscenti che spariscono? O be', cose che capitano. Un'assassina di professione, attentissima ad evitare ogni legame che possa crearle problemi, ma che fa amicizia con una poliziotta per andare a fare sesso di gruppo? Come no. Tutti i giorni, a Muraka'!
No. Decisamente no.
Si ha poi la netta impressione che Murakami abbia sofferto della sindrome di Lost, il serial televisivo finito lasciando mille misteri insoluti.
SPOILER
Fin dalle prime pagine del libro, Murakami ci mostra un Tengo ossessionato dalla sparizione della madre. Per 2/3 buoni del libro, questa sparizione sara' menzionata e dibattuta in lungo e in largo, creando nel lettore l'impressione che sia un elemento importante del puzzle che faticosamente Murakami sta mettendo in piedi. Poi piu' nulla. Non se ne fa piu' cenno fino quasi alle ultime pagine, quando in due righe un personaggio minore ci svela il mistero. Mistero senz'alcuna influenza sulla storia. E qui uno s'incazza. Perche' o questa sparizione della madre era importante, e allora hai fatto bene a scardinarci i coglioni per 700 pagine, ricordandocela ogni due pagine; oppure non era importante, e hai fatto bene a risolverla in due righe, con un personaggio minore. Ma o l'una o l'altra. Le due cose insieme non funzionano, caro il mio Murakami.
FINE SPOILER
Un ulteriore problema e' dato dal bisogno che Murakami sente di descrivere ogni cosa che i suoi personaggi vedono o indossano o toccano nei minimi dettagli. Questo accade in tutti i libri di Murakami: il maglione che indossa X non e' blu, ma e' "un maglione blu, dall'aria trasandata, liso in piu' punti, di una lana prodotta con pecore irlandesi allevate in pascoli biologici, e che al tatto sembra quasi seta". Quest'approccio non funziona in 1Q84, che e' gravato da mille ripetizioni. Posso accettare una volta la descrizione del maglione, ma non posso accettare di ritrovarmela ogni cento pagine. Ho capito com'e' il maglione, non devi ripetermelo ogni volta che entra in gioco. Purtroppo invece - forse per la natura del romanzo originariamente pubblicato in tre volumi - le ripetizioni abbondano, e appesantiscono un libro che gia' fa fatica ad avanzare.
E poi veniamo al problema finale. Io non ho niente contro i libri di mille pagine, anzi. Ma ho molto contro i libri che nonostante le mille pagine, lasciano il lettore senza una risposta che sia una. E badate che non si tratta di lasciare libero il lettore d'interpretare che cosa succeda, stile finale del film Inception. Qui si tratta di lasciare il lettore senza una risposta che sia una. Questa per me e' un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di persone che hanno speso dei soldi per comprare il tuo libro, caro autore. Esempi? Quanti ne volete...
SPOILER
Chi cazzo sono i Little People? Possibile che non bastino 1000 pagine a darci almeno un accenno? E in cosa consiste la loro grande e presunta saggezza, se l'unica cosa che dicono in tutto il libro e' "ho ho", esattamente come un Babbo Natale qualunque? A che cazzo servono le Air chrysalis? Perche' vengono fatte? Perche' a volte contengono una cosa, a volte un'altra? Chi e' - o meglio cos'e' - Fuka-Eri? Ci viene detto che risponde a forze opposte ai Little People...di grazia, quali sono queste forze? Cosa o chi sono? Cosa cazzo sono i Dohta e i Maza? Perche' me li tiri in mezzo a meta' libro, e poi non me li spieghi? Come mai Sakigake cambia idea all'improvviso su Aoyame, ed e' disposta a lasciarla andare?
Ho reso l'idea della mia incazzatura?
Tutto questo non vuol dire che 1Q84 non abbia dei passaggi meravigliosi. L'incontro e il colloquio tra Aoyame e Leader e' da rileggere mille volte. E il libro e' anche molto interessante dal punto di vista antropologico, perche' spiega molto della mentalita' del giapponese contemporaneo. Ma questo non basta a salvare un libro come questo.
Ora ho il nuovo King e il nuovo Craig Thomspon per le mani. Spero non mi deludano come questo.
Voto: 5/10
Dal momento che sono un grande appassionato di Murakami, avevo prenotato mesi addietro la mia bella copia della versione americana, uscita il 25 ottobre scorso. Purtroppo il libro, dopo una prima parte meravigliosa, mi ha lasciato l'amaro in bocca, e lo reputo in assoluto uno dei libri piu' deboli dell'autore. In questo post vi spiego perche'.
Prima di procedere devo fare una precisazione. A differenza del volume edito da Einaudi che trovate in questi giorni nelle librerie italiane, la versione americana che ho letto io contiene tutti e tre i volumi originari. Einaudi ha pensato bene di racchiudere solo i primi due volumi originali nel libro in vendita adesso, mentre il terzo lo pubblichera' piu' avanti. Non voglio infierire sul prezzo dei libri in Italia piu' di quanto abbia gia' fatto, ma vi faccio notare che il libro americano (copertina rigida, bellissima carta, tutti e tre i volumi) l'ho pagato 16$/11 euri. In Italia voi pagate 20 Euri un'edizione in brossura, con 2/3 della storia. Pero' quando dico queste cose sui blog letterari, autori pubblicati che passano il tempo a blaterare dei pericoli di Amazon mi trattano da barbaro e pezzente, per cui magari sbaglio io. Bonta' loro...
Le mie impressioni qui sotto si riferiscono quindi all'INTERO libro di Murakami. Ho condensato tutti gli spoiler in un paio di paragrafi, ben indicati, e scritti in rosso. Temo pero' che un po' di spoileraggio sia inevitabile per poter davvero spiegare bene il senso della mia profonda delusione. Per cui se non volete rovinarvi il gusto di essere delusi autonomamente dalla lettura del libro, smettete di leggere ora. Se invece amate il rischio andiamo avanti.
Il libro racconta la storia di due trentenni, Aoyame e Tengo. Aoyame e' un'assassina di professione che nel tempo libero insegna fitness, mentre Tengo e' un professore di matematica che nel tempo libero scrive romanzi. Per vie traverse che non sto a svelare, i due si ritrovano in lotta con una misteriosa setta religiosa, Sakigake, e contro esseri definiti nel libro originale Little People (io tradurrei con "piccoli uomini" o "ometti", dato il contesto che non spiego, ma non so Armitano che scelta abbia fatto). Allo stesso tempo, si muovono alla ricerca l'uno dell'altro. Il tutto in una Tokyo con due lune nel cielo, in un mondo parallelo al 1984 nel quale la storia comincia, e che Aoyame definisce 1Q84, dove Q sta per Question mark, punto di domanda.
La prima parte del libro, fin dalle primissime pagine, e' davvero molto bella, ed e' difficile non rimanere incollati al testo. Il senso di mistero, di un qualcosa che sta per accadere ma che e' difficile da spiegare, caratteristico di moltissimi libri di Murakami, si avverte subito. Ma, specialmente da meta' in poi, il libro finisce per perdersi in un lungo ripetersi di cliche' visti e rivisti, con una storia che stenta a procedere, con personaggi pronti ad accettare i fatti piu' incredibili senza battere d'occhio. E si arriva alla fine del libro, dopo quasi 1000 pagine, con la netta impressione di aver buttato via del danaro.
Il New York Times - al quale il libro non e' piaciuto per niente, e che ha addirittura dedicato due articoli molto duri nei confronti del testo - dice che 1Q84 e' un libro nel quale non accade nulla, e alla fine del quale si arriva sfiniti, e ci si sente un po' presi in giro (l'altro articolo del NYT e' questo). Sono pienamente d'accordo. L'impressione che ho avuto e' di un Murakami quasi manieristico, un Murakami che cercava di scrivere un libro alla Murakami senza avere davvero una storia da raccontare. In quasi tutti i libri di Murakami, il non spiegato, il sottinteso, e' a volte piu' importante dei pochi particolari chiariti. Ma se in altri casi i silenzi, la mancanza di spiegazione servivano proprio a plasmare la storia, in questo caso pare siano solo un artificio di stile per non svelare che in fondo in fondo non c'e' nulla da svelare.
Leggendolo mi sono ricordato del mio amico Pablo, uno spagnolo all'apparenza tenebroso, e che un giorno mi confido': io quando sto zitto, e' perche' non ho nulla da dire, ma le donne italiane invece pensano che io nasconda chissa' quale segreto nella mia anima e vogliono scoparmi per quello. Ecco, preciso. Questo libro e' il mio amico Pablo.
L'unico messaggio di fondo che e' possibile rintracciare nel testo e' che il male e il bene non non sono mai
chiari e netti, e che hanno bisogno l'uno dell'altro come la luce dell'ombra. (Grazie al cazzo, direi io). Ma il messaggio in questo caso e' particolarmente pericoloso, soprattutto perche' si sta parlando nel libro di stupri di bambine di dieci anni...
Ora, non e' che un libro debba per forza essere pieno d'azione o di messaggi importanti per essere un buon libro. Pero' un libro dove 1) non succede quasi nulla e 2) non c'e' un messaggio di fondo e' un libro deludente. Per dire: nel Deserto dei Tartari si potrebbe dire che "non succede niente", pero' un messaggio di fondo c'e'. E lo stesso si potrebbe dire per Norwegian Wood, che per me rimane il capolavoro di Murakami. Qui invece non c'e' niente.
Sono molti i problemi di 1Q84. In primo luogo i personaggi, che sembrano l'ennesima ripetizione stanca dei mille personaggi apparsi in precedenza nei libri di Murakami. Il trentenne che si ritrova un po' fallito, dopo un'infanzia di promesse? C'e'. La donna misteriosa che scompare? C'e'. La donna risoluta, al quale i personaggi maschili finiranno per aggrapparsi? Presente. L'animale parlante o che comunque e' portatore di chissa' quali messaggi nascosti? C'e' anche lui. Il personaggio positivo omosessuale? Presente. Il fantasma? Poteva mai mancare? Non siamo ai livelli di ripetizione della tipologia dei personaggi dei libri di Andrea de Carlo di cui avevo parlato in questo post (che resta uno dei piu' letti del blog) ma non ne siamo lontani, purtroppo.
La sola differenza di questi personaggi rispetto al passato e' che Murakami li fa trombare come conigli, descrivendo nei minimi particolari dimensioni e forma del pene, delle tette, delle vagine, anche e soprattutto quando parla di minorenni. Sembra un D'Annunzio invecchiato in piena crisi priapica. E' un libro per Berlusconi questo.
I personaggi non sono solo stereotipati al massimo, ma hanno anche un comportamento difficilmente credibile. Vedono una seconda luna su nel cielo? Oh be', chissa' cos'e', ma insomma, la realta' e' quella che e'. Come come, scusa, Murakami? Magari un po' di lavoro in piu' per convincermi che si', la seconda luna in cielo e' terribile, e Aoyame (e non solo lei) fa un po' di fatica ad accettarla no, eh? Amici e conoscenti che spariscono? O be', cose che capitano. Un'assassina di professione, attentissima ad evitare ogni legame che possa crearle problemi, ma che fa amicizia con una poliziotta per andare a fare sesso di gruppo? Come no. Tutti i giorni, a Muraka'!
No. Decisamente no.
Si ha poi la netta impressione che Murakami abbia sofferto della sindrome di Lost, il serial televisivo finito lasciando mille misteri insoluti.
SPOILER
Fin dalle prime pagine del libro, Murakami ci mostra un Tengo ossessionato dalla sparizione della madre. Per 2/3 buoni del libro, questa sparizione sara' menzionata e dibattuta in lungo e in largo, creando nel lettore l'impressione che sia un elemento importante del puzzle che faticosamente Murakami sta mettendo in piedi. Poi piu' nulla. Non se ne fa piu' cenno fino quasi alle ultime pagine, quando in due righe un personaggio minore ci svela il mistero. Mistero senz'alcuna influenza sulla storia. E qui uno s'incazza. Perche' o questa sparizione della madre era importante, e allora hai fatto bene a scardinarci i coglioni per 700 pagine, ricordandocela ogni due pagine; oppure non era importante, e hai fatto bene a risolverla in due righe, con un personaggio minore. Ma o l'una o l'altra. Le due cose insieme non funzionano, caro il mio Murakami.
FINE SPOILER
Un ulteriore problema e' dato dal bisogno che Murakami sente di descrivere ogni cosa che i suoi personaggi vedono o indossano o toccano nei minimi dettagli. Questo accade in tutti i libri di Murakami: il maglione che indossa X non e' blu, ma e' "un maglione blu, dall'aria trasandata, liso in piu' punti, di una lana prodotta con pecore irlandesi allevate in pascoli biologici, e che al tatto sembra quasi seta". Quest'approccio non funziona in 1Q84, che e' gravato da mille ripetizioni. Posso accettare una volta la descrizione del maglione, ma non posso accettare di ritrovarmela ogni cento pagine. Ho capito com'e' il maglione, non devi ripetermelo ogni volta che entra in gioco. Purtroppo invece - forse per la natura del romanzo originariamente pubblicato in tre volumi - le ripetizioni abbondano, e appesantiscono un libro che gia' fa fatica ad avanzare.
E poi veniamo al problema finale. Io non ho niente contro i libri di mille pagine, anzi. Ma ho molto contro i libri che nonostante le mille pagine, lasciano il lettore senza una risposta che sia una. E badate che non si tratta di lasciare libero il lettore d'interpretare che cosa succeda, stile finale del film Inception. Qui si tratta di lasciare il lettore senza una risposta che sia una. Questa per me e' un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di persone che hanno speso dei soldi per comprare il tuo libro, caro autore. Esempi? Quanti ne volete...
SPOILER
Chi cazzo sono i Little People? Possibile che non bastino 1000 pagine a darci almeno un accenno? E in cosa consiste la loro grande e presunta saggezza, se l'unica cosa che dicono in tutto il libro e' "ho ho", esattamente come un Babbo Natale qualunque? A che cazzo servono le Air chrysalis? Perche' vengono fatte? Perche' a volte contengono una cosa, a volte un'altra? Chi e' - o meglio cos'e' - Fuka-Eri? Ci viene detto che risponde a forze opposte ai Little People...di grazia, quali sono queste forze? Cosa o chi sono? Cosa cazzo sono i Dohta e i Maza? Perche' me li tiri in mezzo a meta' libro, e poi non me li spieghi? Come mai Sakigake cambia idea all'improvviso su Aoyame, ed e' disposta a lasciarla andare?
Ho reso l'idea della mia incazzatura?
Tutto questo non vuol dire che 1Q84 non abbia dei passaggi meravigliosi. L'incontro e il colloquio tra Aoyame e Leader e' da rileggere mille volte. E il libro e' anche molto interessante dal punto di vista antropologico, perche' spiega molto della mentalita' del giapponese contemporaneo. Ma questo non basta a salvare un libro come questo.
Ora ho il nuovo King e il nuovo Craig Thomspon per le mani. Spero non mi deludano come questo.
Voto: 5/10
11/11/11
Friday Pin-up / 19 - versione palindroma
Anche questa pin-up e' palindroma: nel senso che come la rigiri la rigiri, mi viene sempre voglia di tromballa.
10/11/11
MotE
Mentre e' in corso il salone motociclistico di Milano, l'Eicma, appaiono le prime immagini delle moto che saranno presentate al salone internazionale di Tokyo a Dicembre. E io mi sono innamorato di questa Yamaha Ryoku, da 250cc.
Dell'Eicma invece, la moto che mi ha colpito di piu' e' questa Moab della Husqvarna, marchio svedese ora in mano a BMW. Il fanale anteriore e' da urlo, ma anche tutto il resto e' proprio bello.
Poi invece ho trovato un video della mia piccolina, ma vestita di bianco. E devo dire che anche in bianco e' proprio bella. Ma in nero, versione Honey Badger, e' molto meno paciosa...
Harley-Davidson XR 1200X from Johanes Duarte on Vimeo.
Dell'Eicma invece, la moto che mi ha colpito di piu' e' questa Moab della Husqvarna, marchio svedese ora in mano a BMW. Il fanale anteriore e' da urlo, ma anche tutto il resto e' proprio bello.
Poi invece ho trovato un video della mia piccolina, ma vestita di bianco. E devo dire che anche in bianco e' proprio bella. Ma in nero, versione Honey Badger, e' molto meno paciosa...
Harley-Davidson XR 1200X from Johanes Duarte on Vimeo.
09/11/11
Cerrrrto, come no?
Io ho pensato esattamente la stessa cosa quando ho sentito dell'idea di far comprare il debito pubblico dagli italiani. Via Makkox.
07/11/11
Napoli, Italia, anno del Signore 2011
Riprendo da Desperate but not serious. Non ho niente da aggiungere.
Video qui. (ho dovuto togliere il video perche' partiva in automatico non appena uno arrivava sulla pagine del blog, e francamente mi scassava i maroni.
Video qui. (ho dovuto togliere il video perche' partiva in automatico non appena uno arrivava sulla pagine del blog, e francamente mi scassava i maroni.
04/11/11
Friday Pin-up/18 - speciale Novembre
Dopo Halloween, viene il giorno dei morti. Celebriamo anche quello. Le foto sono prese da 666 photography, una fotografa texana famosa nel mondo delle pin up.
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