Scrivo questo post con un po’ di emozione. Come sa bene chi mi segue da tanto tempo, non mi piace parlare dei dettagli della mia vita privata. In questo caso mi sento di dover fare un’eccezione, se non altro per spiegare i motivi della mia scelta di rottura netta col passato.
Vorrei poter dire che la mia storia e' unica, particolare, ma mentirei. E' una storia comune a molti uomini di qualsiasi eta'. L'avrete gia' sentita da molti. Uomini non perfetti, ma che hanno cercato - forse troppo a lungo - di rispettare impegni, mantenere promesse, restando su strade gia' tracciate. E che alla fine hanno capito che cosi' non andava. Hanno scoperto che la vita era altro. Che la passione, quella vera, la si puo' contenere solo per un certo tempo, ma che prima o poi tracimera' trascinando con se' tutto: certezze, impegni, promesse.
La prima volta che la vidi era vestita di rosso. Un rosso carnale, sensuale, ma allo stesso tempo morbido e accogliente come un divano di velluto. La sua pelle bianca, nascosta da un cappello anch'esso rosso, era visible a mala pena, ma ebbe su di me un effetto incontrollable. Sentii il desiderio crescere dentro senza controllo, prepotente. Un figlio arrogante che reclama tutto.
Mia moglie era accanto a me, e non so dire se abbia capito inmediatamente. So che vedendola il senso di colpa mi assali’ selvaggio, per poi abbandonarmi immediatamente. Come un cane al guinzaglio che sente finalmente il collare spezzarsi: un attimo di sbandamento, un attimo di incertezza, di voglia di fedelta' per le vecchie carezze, ma poi via, la corsa libera. Senza piu' guardarsi indietro. Senza piu' pasti riscaldati, verso una vita randagia. Libera.
Sapevo che questa volta non avrei resistito. Anzi, che non avrei saputo resistere. Ma sapevo soprattutto che, forse per la prima volta, non volevo resistere.
Non sono state molte le volte in cui ho pensato di cambiare la mia vita, tutta, da capo a piedi, per una come lei. Ci sono state, certo, non posso negarlo. Ma qualche cosa mi ha sempre riportato nel comfort della mia familiarita’. Mere scappatelle al gusto di sapori sconosciuti, ma lontani e forse troppo esotici. O forse troppo familiari anch’essi per attirarmi in una nuova dimensione.
Prima ancora che le mie labbra toccassero la sua pelle sapevo che con lei sarebbe stato diverso. Sapevo che sarebbe stato tutto. Sapevo che non avrei trovato resistenza alcuna, il suo odore me lo diceva con chiarezza. Le sue parole, prima ancora che fossero parlate, mi erano chiare nella testa: “mordimi, toccami, spogliami, leccami. Sporcati di me, succhia le dita che colano di me”.
Nel momento in cui l’ho vista, sapevo che non ci sarebbe stata redenzione. Non ci sarebbe stato argine. La mia vita si sarebbe divisa tra un prima e un dopo. Il dopo sarebbe stata lei. Il prima non avrebbe avuto alcuna importanza se non come un percorso per arrivare a lei.
Ed eccomi qui. Ancora a guardare le sue foto, cercando di rivivere nella mia testa - in un loop infinito - il sapore del primo bacio.
Vi lascio una sua foto, e forse capirete anche voi del perche' ormai il mio amore abbia solo un nome: Red Velvet cupcake with cream cheese.