31/10/08
Lungo intervallo - Intervallo 1
27/10/08
L'Aprilia Mana è una merda. Questa è la verità
La mia odissea con la Mana:
- La rottura in prova
- I primi km: applausi e vaffanculo
- Il tagliando dei 1000km
- A cinque mesi dall'acquisto i problemi infiniti...
- La mana si ferma. Restera' ferma per due mesi, senza che si riesca a capire quale sia il problema.
26/10/08
Felicità...
22/10/08
Altri cinque libri
Continuiamo a parlare di libri, perché la scorsa estate ho davvero letto dei libri meravigliosi. Credo sia stato uno de piu' bei periodi di lettura della mia vita adulta, e non è roba da poco, visto che leggo parecchio. Per cui, dopo la recensione di Mondo senza Fine, eccovi qua sotto qualche altro consiglio librario, tra quelli che mi hanno colpito di più.
Il Castello nella Foresta, di Norman Mailer.
L'ultimo libro di Mailer, di cui non ho letto nient'altro, mi ha attirato per la storia in quarta di copertina, che normalmente non leggo. Segno del destino. Perché è davvero un romanzo molto bello, che racconta la storia del padre di Adolf Hitler, non quella di Adolf...Assolutamente spettacolare la scelta della voce narrante, che vi viene svelata dopo un'ottantina di pagine...perché effettivamente, uno all'inizio si dice "ma sto tizio chi è per sapere tutte queste cose"? Non diro' di piu', per non rovinare la sorpresa, ma e' un libro che si posa difficilmente una volta cominciato a leggere.
Nemico, amico, amante, di Alice Munro
Non avevo mai letto niente della Munro, e dopo questo libro mi domando perche'. I personaggi sono tratteggiati con una finezza semplicemente sopraffina, le storie sono bellissime. Piu' volte mi sono scoperto a chiudere gli occhi godendo appieno i brividi che la lettura provocava sulla mia schiena. Quanti libri hanno mai fatto altrettanto? Pochi? Nessuno? Paradossalmente, il primo racconto della raccolta, che dà il titolo al libro, è quello meno valido, secondo me.
Ho paura di provare a leggere qualcos'altro della Munro e scoprire che era tutto merito della traduzione...Non credo si possa fare meglio di questa raccolta.Anche se leggendo in giro mi pare di capire che la Munro sia una garanzia.
La storia, di Elsa Morante
Ho ripreso in mano un romanzo della Morante dopo moltissimi anni dai tempi de L'isola di arturo, uno dei libri che mi ha avvicinato alla lettura, facendomi capire che i libri non erano una roba per vecchi falliti. Le aspettative per La Storia erano quindi molto alte, anche se non sapevo troppo cosa aspettarmi. Non conoscevo la trama, non conoscevo niente, e mi sono rifiutato di leggere le trame sparse qua e là e sulla quarta di copertina. Il libro mi ha semplicemente chiamato dallo scaffale, come capita spesso.
Molto bello. Pesante in alcuni punti, pesantissimo. A volte mi trovavo a saltare o a leggere velocissimamente pagine e pagine che nulla aggiungevano e niente toglievano all'economia della storia. Erano solo orpelli barocchi. Pero' per alcuni immagino che questo sia una cosa positiva.
Il linguaggio utilizzato, poi, è davvero maestosamente bello, e la storia raccontata è talmente triste e straziante da farti quasi stare male.
American Psycho, di Bret Easton Ellis
Avevo visto il film e mi era piaciucchiato. Ma non mi aveva preparato alla fantastica pazzia del libro, di una violenza inaudita. Un libro osceno e allo stesso tempo fenomenale. Non è possibile smettere di leggerlo, anche se il raccapriccio cresce con la storia, fino a diventare ribrezzo in alcuni punti. Ma è come quando in autostrada c'è un incidente, e ti scopri a guardare l'accartocciamento delle macchine, immaginando i corpi devastati dall'incidente. Qui non devi immaginarti niente. La devastazione della mente del protoganista e dei corpi delle sue vittime è illustrata nel dettaglio. Ed è un percorso che affascina, davvero.
Scritto benissimo, alterna pagine e capitoli interi di tranquillo alienamento yuppie anni '80, dove nessuno riconosce nessuno, e tutti chiamano tutti con il nome di qualcun'altro, a pagine di mutilazioni inenarrabili (ma l'autore le ha narrate, e bene: indimenticabile il gioco del topo, che nel film non c'è...non poteva esserci), e pagine in cui il protagonista si lancia in deliziose elucubrazioni musicali, commentando i Genesis, Witney Houston, con una conoscenza e competenza e dolcezza che rendono tutto il resto perfetto e incredibile.
L'unico mio rimpianto è di non averlo letto in inglese.
Non ora, non qui, di Erri de Luca
Di Erri de Luca non mi fidavo, e non mi fido neanche adesso. Mi pare faccia un po' troppo il fenomeno, e sia troppo manieristico. Avevo letto un solo libro suo, Tre cavalli, e mi era piaciuto. Pero', non so perché, non avevo più letto nulla. Fino a un paio di giorni fa, quando una conoscente mi segnala questo libro come uno dei più belli in assoluto. L'ho comprato, già storcendo la bocca per le dimensioni striminzite. Ma mi sono dovuto rapidamente ricredere.
E' una lettura breve, ma molto intensa. Uno di quei libri che sai già, mentre lo stai leggendo, che vorrai rileggere al più presto, in un lungo pomeriggio, soffermandoti e chiudendo gli occhi spesso, per assaporare tutti i ricordi e le sensazioni che quasi ognifrase sa trasmetterti. Davvero bello.
20/10/08
18/10/08
Saviano: "so fatti suoi, è 'nu scemo, non sono cose che lo riguardano"
17/10/08
Economist leghista
16/10/08
Wall-E
Wall-E, in uscita nelle sale cinematografiche in questi giorni, e’ l’ultimo cartone animato della Disney/Pixar, quella di Nemo, e del tarpone schifoso Ratatouille (di cui avevo ampiamente già parlato qui).
Wall-E e’ un robottino sgangherato macina-spazzatura, che continua ad accatastare piccolo cubi di rifiuti in una Terra deserta. Gli umani infatti se ne sono andati 400 anni prima su un’enorme nave spaziale per sfuggire alla morte del pianeta, dovuta per l’appunto all’inquinamento. Wall-E continua imperterrito nel suo lavoro, fino a quando incontra EV-A un robot femmina bianco e lucido come un prodotto Apple, innamorandosene immediatamente, e seguendola in un'avventura spaziale…e non dico altro!
Carino, ben fatto, ma, oggettivamente, niente di che. Il messaggio ambientalista di fondo è un po’ trito e ritrito. Certo, mi direte voi, se il mondo muore è colpa nostra e dei rifiuti. Sì, va bene, ma che due palle. L’unica cosa che fa davvero ridere di gusto è il modo in cui sono tratteggiati gli umani (americani), tutti ormai completamente obesi e ignoranti (“we will grow a pizza plant!!!”) una bella critica alla società americana (ennesimo stereotipo, vabbè…).
La Pixar continua anche nella tradizione del cazzo di cercare di far diventare simpatici animali da sempre considerati (a ragione) schifosi: se in Ratatouille c’era il tarpone come personaggio principale, qui abbiamo lo scarafaggio come amico di Wall-E. Che schifo!
Temo anche che molti dei giochi di parole che ci sono nel film (la catena di supermercati Buy 'N Large, per esempio) andranno completamente perduti in italiano, rendendo il tutto ancora piu' insulso.
Assolutamente perdibile, come film.
11/10/08
No Motomonagiata
Divertitevi nel giro romagnolo e se vedemo spero un'altra volta, quando questa motomangiata potremo organizzarla per bene.
Io domani mi sa che vado al mare...
Per chi, come me, ha amato “I pilastri della terra” di Ken Follett, la decisione se leggere o meno “Mondo senza Fine”, il sequel pubblicato da poco, è sofferta. Perché il rischio è davvero molto alto: i Pilastri è infatti un libro perfetto (a parte la fine che mi sembro’ un po’ tirata via, cosa bizzarra per un libro di mille pagine), e un sequel che appare a così tanti anni di distanza, può fare più danni della grandine, rovinando anche i ricordi del libro precedente.
È con questo sentimento di paura e angoscia che ne ho procrastinato a lungo la lettura. L’edizione inglese, con una copertina rigida, ma molto più maneggevole dell’edizione italiana (che e’ un mattone che non entra in valigia) mi guardava da tempo. Ma continuavo a trovare scuse per non leggerlo. Alla fine ho ceduto.
E adesso, dopo tre settimane di lettura, l’ho finito, e soffro. Soffro di una sensazione di abbandono. Mi manca la sensazione di sapere che a casa, in un libro, c’e’ una storia coinvolgente che mi aspetta dopo cena per prendermi, staccarmi dal mondo, e farmi fantasticare ancora, proprio come aveva saputo fare i Pilastri 12 anni fa.
Dio quanto l’ho amato! C’e’ tutto quello che cerco in un romanzo storico: un’ambientazione ricostruita nei minimi dettagli, riferimenti storici puntuali e verificabili, passione, amore, vendetta, trame. Una storia che scorre, scritta divinamente con personaggi ben caratterizzati. Perfetto, davvero.
La perfezione non sarebbe perfezione senza un difetto pero’. E l’unico è questo: all’inizio il libro risulta una lettura non facile. E’ uno di quei libri che non puoi prendere dieci minuti la sera prima di andare a letto, leggendo dieci pagine per poi chiuderlo. Perché altrimenti non sei in grado di entrare nei personaggi, non sei in grado di ricordarti chi fa cosa, e chi odia/ama chi. Ci vuole un piccolo sforzo, un investimento nelle prime 80-100 pagine. Che andrebbero lette tutto d’un colpo, magari in un week-end. Ma è un investimento che ripaga di tutto. Perché poi sarete in una storia che non vi abbandonerà più, costruita meravigliosamente, e che potrete riprendere e abbandonare a vostro piacimento, anche leggendo solo dieci pagine per volta.
Se poi, come me, adorate il basso Medio Evo, avrete addirittura un bonus: la descrizione dei danni della peste, che sterminò centinaia di migliaia di persone nel XIV secolo, dei metodi di cura utilizzati, delle procedure per creare tessuti colorati da vendere al mercato...
Follett mi aveva deluso con le sue ultime fatiche, ma qui torniamo a livelli stratosferici. Leggetelo. Non ve ne pentirete.
Mi manca