Gia' dal titolo, il Corriere lascia intuire come il tutto sia un fallimento. Gli studenti, infatti - dice il Corriere - bocciano il Kindle. Non solo: "alcuni hanno preferito riconsegnare l’e-reader e ritornare al libro analogico."
Ammazza, una tragedia sto Kindle.
Pero'. Pero' poi uno va a leggere l'articolo originale, in inglese, del giornale dell'Universita' di Princeton e scopre che le cose non stanno proprio cosi'.
Per esempio, si scopre subito che nessuno ha bocciato niente: il titolo dice che il Kindle deve ancora convincere gli studenti universitari. Sarete d'accordo con me che una cosa e' dover convincere ancora qualcuno. Un'altra cosa e' essere stati bocciati.
Ma andiamo oltre. Nell'articolo americano si dice chiaramente: "Though using a Kindle is voluntary, no one has opted out..."
Ma come? Il Corriere non ha detto che alcuni hanno riconsegnato l'e-reader e sono tornati ai vecchi libri? Be', nella fonte originale si dice esattamente il contrario: che nonostante l'uso del Kindle sia volontario, e nonostante alcuni problemi siano emersi, NESSUNO ha lasciato il programma. Nessuno.
Non solo. Il Corriere, sempre scegliendo in modo molto selettivo cosa copiare dall'articolo originale, scrive "Altro inconveniente: le versioni elettroniche dei libri non hanno i numeri di pagina". Che e' verissimo. Pero' si dimentica (per caso, senza dubbio), di copiare anche la frase immediatamente successiva, che dice che, se e' vero che non ci sono numeri di pagina, ci sono "location numbers", e cioe' un sistema di numerazione diverso, che viene definito "convenient for reading", e cioe' pratico per la lettura. Il problema, dicono - e giustamente - e' che questa numerazione ha un senso solo se insegni a una classe in cui tutti hanno un Kindle: se meta' dei tuoi alunni hanno un Kindle, ma l'altra meta' no, e' un casino. Questo il senso delle parole della persona intervistata dal giornale americano. Ma per il Corriere, il tutto si risolve con un "non ci sono i numeri di pagina".
Per cui, riassumendo: se leggi la fonte originale scopri che il Kindle, si', sta dando qualche problema nella sperimentazione universitaria, perche' gli studenti non sono abituati a studiare senza supporto cartaceo. Se leggi il Corriere, invece, il tutto e' stato bocciato e la storia e' finita.
Poi non lamentiamoci se Amazon se ne sta ben lontana dall'Italia, relegandoci in un medioevo tecnologico e culturale.
6 commenti:
Avevo visto il titoletto su Corriere.it e mi era venuta voglia di mandartelo. Poi, conoscendo la qualità della stampa italiana, non avendolo mai usato e - soprattutto - aspettando il tablet/reader Apple, ho rinunciato.
il problema è che non sanno l'inglese
Pizzaiolo, grazie comunque. Il problema e' che in Italia mi pare ci sia un atteggiamento di scherno verso il progresso, come quando diciamo che tutti gli altri popoli sono peggiori di noi perche' alla fine si vestono male e noi ci sappiamo fare i nodi alla cravatta piu' fighi.
Mah.
Elle, si', assolutamente: mi chiedo quanta parte sia malafede, e quanta parte sia ignoranza.
guarda, qualunque cosa scriva qualunque giornale italiano sulla scuola è una stronzata. grande, piccola, voluta o non voluta, ma pur sempre una stronzata. perchè nessuno ha la professionalità di andare a verificare quello che sta scrivendo.
Lo sai come la penso. L'Italia e il terzo mondo ...scommetto che far un po il Kindle spopolera pure in Somalia mentre in Italia rimarremo nel medioevo tecnologico. -Dama cammellaia
Noisette, lo vedi che di fondo io e te si va d'accordo?
Dama cammellaia (?): hai ragione, non e' un caso che amazon non veda in italia. Non si fidano delle poste. E ho detto tutto.
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