23/09/09

Scrittori che si odiano

Nella sezione dei commenti ad un post di Lara Manni l'altro giorno, una commentatrice ha detto una cosa sacrosanta secondo me: c'e' molta ipocrisia in chi recensisce i libri (riassumo), nessuno ha le palle di dire quando un libro fa veramente schifo, e' tutto un darsi pacche sulle spalle. Alcuni scrittori presenti si sono risentiti. Non si fa di sparlare dei colleghi, dicono, si guardino gli anglosassoni per esempio: quando mai si e' sentito uno scrittore anglosassone parlare male di un collega?

Ecco, questa e' una fesseria. L'ho detto nei commenti, e lo ripeto qui: di esempi di scrittori anglosassoni che si sono presi a sputi, anche molto recentemente, ce ne sono parecchi. E qui ne riporto alcuni.

Partiamo dall'amato Stephen King. Nel Novembre del 2008, King ha una raccolta di racconti (Just after Sunset) in uscita. In molti - e probabilmente anche lui - si aspettano che la raccolta vada subito al primo posto della classifica dei bestseller del New York Times. Ma questo non accade, e King finisce al secondo posto: al primo si piazza The Christmas Sweater, di Glenn Beck, uscito proprio lo stesso giorno del libro di King.

Glenn Beck non e' un nome molto conosciuto in Italia, ma in America e' un fenomeno: scrittore di narrativa e di vari saggi, speaker radiofonico, presentatore televisivo, vende milioni di copie dei suoi libri e ha uno show con un rating stratosferico alla TV. Dai suoi detrattori e' accusato di essere un populista della peggior risma. Sta di fatto che e' uno di quei pochissimi scrittori ad aver piazzato al numero uno della lista dei bestseller del New York Times sia lavori di fiction sia lavori non-fiction, al pari di John Grisham e Patricia Cornwell, per dire. La sua storia la trovate qui.

Insomma, nel novembre scorso quando uscirono i risultati di vendita, King non la prese benissimo, e intervistato sulla questione, defini' Beck "the mentally challenged younger brother of Satan", e cioe' il fratello mezzo scemo di Satana.

Non proprio un commento carino.

Ma King non si e' limitato a Beck: nel Febbrario 2009, a una domanda su quali fossero, secondo lui, le differenze maggiori tra la Stephenie Meyer di Twilight e la Rowling di Harry Potter, King disse che "la vera differenza e' che Jo Rowling e' una scrittrice fantastica, mentre Stephenie Meyer scrive coi piedi. Non e' un granche' brava".

Gli estratti, in inglese, di quello che disse li trovate qui. Nello stesso articolo troverete anche altri giudizi molto duri su altri scrittori suoi colleghi: lo scrittore dei libri di Perry Mason, Stanley Gardner, fu bollato con un "terribile", Dean Koontz, che comunque secondo King e' un ottimo scrittore, "a volte scrive in maniera molto brutta", e anche Patterson e' uno scrittore terribile.

Ovviamente non c'e' solo King. Parliamo di un altro grande scrittore (ironico): Dan Brown. Il suo ultimo libro, The Lost Symbol, sta vendendo in America e in Gran Bretagna come venderebbe dell'acqua in mezzo al deserto del Sahara. Eppero' Philip Pulmann, creatore della trilogia Queste oscure materie (autore da 15 milioni di copie, mica pizza e fichi), proprio la settimana scorsa ha detto che Brown "popola i suoi libri di personaggi completamente piatti e bidimensionali...la sua fondamentale ignoranza su come si comportano le persone e' impressionante, e li fa dialogare tra loro in modo assolutamente irrealistico...non sa come far funzionare i normali meccanismi letterari, ma non gli interessano neanche, e ha milioni di lettori. Non c'e' niente di male in quello che fa, ma di certo la sua non e' una gran scrittura".

Chi e' che diceva che glli autori anglosassoni non dicono chiaramente quando un libro di un loro collega fa cagare?

Ma continuiamo. Nel 2008 la Rowling di Harry Potter denuncia la casa editrice del Lexicon di Harry Potter, scritto da Steven Vander Ark come una guida alla saga del maghetto. La Rowling infatti sosteneva che Vander Ark si era limitato a copiare passaggi dai suoi vari libri, mettendoli semplicemente in un ordine diverso. Orson Scott Card s'incazza di brutto, e scrive che la Rowling dovrebbe vergognarsi, per vari motivi, tra cui lquello di aver "preso in prestito" parecchie idee, e addirittura la trama della serie, da altri libri. E infatti la Rowling ha parecchi processi in corso, essendo stato accusata di aver scopiazzato un po' troppo.

"La sua ipocrisia" dice Scott Card della Rowling "e' talmente grande che mi fa mancare il respiro...la Rowling non ha nessun posto in cui andare e non ha niente da fare, ora che la serie di Harry Potter e' finita...farebbe di tutto per ottenere rispettabilita' letteraria. Nonostante abbia guadagnato piu' soldi della regina o di Oprah Winfrey in alcuni anni, ha dovuto sopportare di vedere i proprio libri pubblicati non sulla lista dei bestseller, ma nella lista dei libri per ragazzi. I soloni della letteratura considerano il suo lavoro come una sorta di subletteratura, non degna di essere davvero discussa. E questo la fa impazzire".

Non solo. Scott Card la definisce una presuntuosa, boriosa codarda, per aver detto che Dumbledore, personaggio della sua saga, era omosessuale, ma senza aver avuto le palle di scriverlo nero su bianco nei libri, per paura di avere problemi di vendita...

Ripeto la domanda: chi era che diceva che nel mondo anglosassone gli autori non si attaccano tra di loro?

Ma andiamo indietro. Nel 2oo4 Dale Peck, uno scrittore di cui ammetto di non aver letto niente, ma che ha scritto comunque parecchio, ha preso a pugni in faccia Stanley Crouch (altro scrittore) in un ristorante. Il motivo? Un paio di anni prima, Peck aveva recensito in modo non particolarmente lusinghiero un romanzo di Crouch. Crouch, intervistato sull'argomento dal periodico Salon, aveva detto che non gli importava di quello che pensava Peck, che era una checca isterica. Peck se l'era legata al dito, e bum, pugno in faccia.

Si potrebbe continuare, ma non credo sia necessario. Il punto e' che, semplicemente, sostenere che nel mondo letterario anglosassone gli scrittori non si attachino tra di loro e' un errore (o una menzogna). Sarebbe bene che i nostri scrittori, sempre pronti a leccarsi il culo a vicenda quando parlano l'uno dell'altro (a meno che non sia un nuovo autore che non viene dal giro giusto, perche' in tal caso, tutti pronti ad azzannarlo) prendessero esempio: se un libro fa schifo, ditelo. Non dite "libro eclettico, interessante e molto arguto, con punte di introspezione veraci". Perche' non vuol dire un cazzo.

22 commenti:

FireArrow ha detto...

Infatti sono migliori le recensioni scritte da lettori disinteressati.
Ne scrivo qualcuna, di tanto in tanto, sui libri che leggo (purtroppo, negli ultimi tempi, sono in stand by...). Di solito descrivo le sensazioni che provo (positive o negative) durante la mia lettura.
Sinceramente non mi capita spesso di trovare libri "che non mi piacciono" per cui, piccoli difetti a parte, le mie opinioni sono quasi sempre positive.
Però, chi lo fa di mestiere dovrebbe essere molto obiettivo (anche dal punto di vista tecnico).
Il problema è che in Italia l'elite degli scrittori viene sempre riverita, qualsiasi cosa scriva. Gli sconosciuti o gli emergenti, invece, ricevono sempre strali infuocati (non sono io, lo giuro!) oppure sonore stroncature...
Non parliamo poi degli editori ché, quello, è un capitolo ancora peggiore. E mi fa inc...are di brutto.

Trippi ha detto...

quando scrivi così ti adoro!

Demonio Pellegrino ha detto...

FireArrow, il problema e' che e' non si trova mai uno scrittore italiano che dica chiaramente "sai che c'e', quel libro di X fa proprio cagare ed e' scritto coi piedi". E non mi si dica che non accade perche' libri brutti non esistono...

Trippi, se vuoi monetizzare la tua adorazione ti do il mio numero di conto: se mi mandi du' euri mi fai un favore...

Il Duca di Baionette ha detto...

Bell'articolo. Orson Scott Card me lo ricordavo e anche King vs Meyer, ma Philip Pulmann mi ha stupito. LOL. ^__^

Ma la consapevolezza di come sia il mondo là fuori non fermerà i lecchini italiani dal continuare a mentire "su come stiano le cose all'estero" (non ci credo che Barone non lo sapesse: lo sapevo perfino io che fuori è "diverso") per giustificare il proprio approccio alla ricerca di amichetti.

Demonio Pellegrino ha detto...

Ciao Carraronan, benvenuto. Pulmann ci e' andato giu' durino.

Ascolta, io questo Barone non so chi sia, ed e' sicuramente un mio limite. Ma quando ha scritto quella cosa sul blog di Lara mi sono cascate le braccia (anzi, i bracci, come si dice a Pisa). Gamberetta aveva posto un problema reale, indipendentemente dal suo background o da quello che ha fatto in passato.

FireArrow ha detto...

Mai sentito parlare di "Do ut des"?
Beh, credo proprio che si tratti di questo. Oggi io NON STRONCO te, tu domani non stronchi me.
Quando si dice connivenza e leccapiedismo, gli italiani sanno dare il meglio (leggesi peggio) di sé.

E guarda, per restare nel nostro piccolo, questa cosa l'ho proprio rilevata (e anche pubblicamente denunciata) in un contest letterario in internet.
Se vuoi, ti racconterò in dettaglio....

Demonio Pellegrino ha detto...

Ma infatti si tratta proprio di questo. E capita ANCHE (e mi verrebbe da aggiungere: soprattutto) proprio in ambiti internettiani, anche se sui giornali non si cherza.

non nascondiamoci dietro a un dito: quante volte nei concorsi letterari internettiani si vota per amicizia o per leccare il culo allo scrittore un po' piu' noto che vi partecipa?

Quello che mi premeva sottolineare e' che dire che nel mondo anglosassone non ci si manda affanculo e' un errore o una menzogna.

Lara ha detto...

Spiazzata! Di Beck non lo sapevo!
Quanto agli italiani.
Credo di aver già detto come la penso in proposito e vado subito alla prassi: non lecco, ma se una cosa non mi è piaciuta non ne parlo. Ma non perchè mi aspetti qualcosa da qualcuno: semplicemente, perchè non me la sento io. A) non sono un critico B) so quanto fa male una critica.
Se per caso conosco la persona in questione e trovo da ridire sul suo lavoro, e trovo che sia perfettibile, glielo scrivo privatamente. Ma questo avviene prima, in betareading, semmai.
Non è una questione di paura, almeno per me, non è una questione di "cricca" o di circolo delle signore, Duca :)
Ovviamente parlo PER ME. E' una questione di carattere, infatti.

Demonio Pellegrino ha detto...

Ciao Lara, bentornata! Qui si parla del fatto che in Italia e' raro trovare uno scrittore che intervenga dicendo che il libro di X fa proprio cagare. E secondo me non e' una cosa sana. Io lo voglio sapere quali libri sono brutti secondo un autore che mi piace. Questo non influenzera' il mio giudizio finale (per esempio, secondo me Beck scrive bene), ma mi piace saperlo.

In Italia mi pare sia tutto imbalsamato: non parliamo male di Tizio perche' poi forse Tizio sara' in posizione di potere tra un paio d'anni e non mi fara' passare il libro X, e cose cosi'.

La tua obiezione la capisco. ma tu in realta' in alcuni casi ti sei esposta chiaramente, e hai detto, per esempio, che la Mazzantini dice cazzate (riassumo). Ma non l'hai attaccata perche' non fa parte della tua cricca, ma perche' ha proprio detto cazzate.

Oh.

Lara ha detto...

Verissimo. E mi sono esposta anche sulla Meyer, e più di una volta: e lei sì che fa parte della cricca, e so benissimo che in quel caso ho rischiato di alienarmi qualcosa o qualcuno.
Però Mazzantini e Meyer rappresentano due casi limite, perchè i loro libri, almeno per me, sono l'esempio perfetto delle cose che NON voglio scrivere.
Gli italiani: alcuni mi sono piaciuti e l'ho detto. Di altri (nomi e cognomi: Licia Troisi) non dico nulla per un altro motivo ancora: non leggo quel tipo di fantasy. Non mi piace il post-elfico (Tolkien sì, Terry Brooks NO). Allo stesso modo, non leggo Federico Ghirardi o Elisa Rosso: sono, almeno al momento, lontana da quel tipo di narrazione.
Parlarne, dunque, non ha senso. Almeno da parte mia.

Demonio Pellegrino ha detto...

Ecco, ma ora ti faccio una domanda: hai mai lettosu un giornale che la Mazzantini scrive libri paraculi (sia detto per inciso che a me Non ti muovere piacque)? No.

Ammanniti? Da quando hanno fatto il film Io non paura e' tutto un leccargli il culo. Anche se il suo ultimo libro era parecchio brutto.

E lo vogliamo dire chiaramente che Carofiglio scrive benino, ma niente di piu'? O abbiamo paura (non parlo di te) del fatto che siccome e' magistrato E politico, prima o poi ci possa mettere in galera?

Mi pareva Gamberetta avesse detto una cosa sensata: tutti a dire come siamo fighi, ma nessuno a dire chi figo non lo e' per paura d'inimicarselo/li...

Anonimo ha detto...

A me le recensioni italiane piacciono molto, sembrano delle articolatissime supercazzole. Come di fuochi fatui.

lafrangia

Demonio Pellegrino ha detto...

Esatto Frangia, proprio come se fosse antani.

Annalisa ha detto...

Sono abbastanza d'accordo sull'ipocrisia, non mi sono mai immaginata o attesa che gli anglosassoni fossero tutti dei santi e degli amiconi e, se si può mescolare il sacro con il profano, devo dire che è questo atteggiamento che mi ha portato ad abbandonare a poco a poco tutti i blog che trattano in qualche modo di scrittura o ne parlano soltanto o pubblicano raconti eccetera.
Visto che si parla di ipocrisia, devo dire che mi sono stancata di perdere tempo a leggere raccontini definiti splendidi, a far passare paginate di roba con le virgole un po' a caso e i commenti entusiasti e commossi di chi affermava ci trovassimo di fronte a una meraviglia letteraria, che meglio di così nessuno avrebbe potuto fare.
Perché, anche se dopo tutto non mi aspetto davvero di trovare sul Web un Marquez o un King o una Munro, penso che se un raccontino è "carino" e modesto, non debba essere applaudito alla follia.
Pare dunque che l'ipocrisia sui commenti cominci fin da piccoli. Perché i grandi (*) dovrebbero esserne immuni?

(*) escludo naturalmente il grande D'Orrico: quando lui trova un capolavoro del secolo ogni due settimane, dobbiamo inchinarci e correre a comprarlo :-)

immaginauta ha detto...

Ghirardi e Rosso? Non scherziamo. Come sparare sulla croce rossa.
Strazzulla? Penosa.
Paolo Giordano? Fighetto incapace.
Margaret Mazzantini? Più gambe che penna.

Ecco, me la sono presa sia con il mainstream che con la cerchia del fantasy.

Direi che sono a posto, se poi di GL ho voglia di dire un gran bene...

Demonio Pellegrino ha detto...

Annalisa: sante parole. A volte leggo roba su internet e mi viene voglia di prendere un martello e spaccare il pc. Poi leggo i commenti e tutti sono li' a farsi le seghe (perdonate il francesismo) su un testo che sarebbe buono per stampare e accenderci un bel fuoco.

D'orrico, tra l'altro, non mi piace granche'...

Immaginauta, benvenuto. Concordo sulla Mazzantini (anche se ripeto che il suo non ti muovere mi piacque). Degli altri che citi ho letto solo uno della Strazzulla, e mi e' sembrato banale.

Non sono un appassionato di fantasy.

GL non l'ho letto.

Francesco ha detto...

Per la cronaca (mi incasino tra vecchi e nuovi account): l'Immaginauta sono io, cioè Francesco Dimitri.
E in realtà sono d'accordo con il tuo post. E vado ancora oltre. A volte i lettori hanno tutto il diritto anche di fare recensioni preventive. Giusto per sfatare un altro luogo comune.

Demonio Pellegrino ha detto...

Allora benvenuto Francesco!

Sulle recensioni preventive di pancia ti direi subito che sono d'accordo: c'e' una parte di me che vorrebbe buttare al cesso tutta la Troisi senza averla letta...o usare il nuovo libro della Mazzantini come un peso da mettere sopra le melanzane per fare in modo che ne esca il sale.

pero' poi mi dico che senza leggerli i libri non li posso sfanculare...Anche se facci odelle eccezioni, per esempip: prima che qualcuno mi veda in mano con un uovo libro di de Carlo deve venire jessica Simpson a dirmi che se lo leggo viene a letto con me. Ma la sua offerta non basterebbe per farmi leggere il nuovo di Dan Brown, per dire.

Emacs77 ha detto...

ho letto ora questo interessante post ... essendo stato presente a quello flammato ribadisco un concetto: chi giudica la bontà di un testo dovrebbe essere il Lettore. Che in quanto tale, in quanto diciamo "utilizzatore finale" della storia, ha tutto il diritto di esprimere la propria spietata opinione.
Ora direte: sì ma uno scrittore quando si esprime su un prodotto altrui lo fa in veste di lettore. Vero, ma è comunque un lettore coinvolto che potrebbe facilmente venire tacciato di secondi fini. Quindi a mio parere lo scrittore dovrebbe perlomeno avere grande accortezza nel commentare il lavoro dei colleghi - e non per timore di ritorsioni o quieto vivere. Che poi i critici e i recensori di mestiere non abbiano scusanti di questo tipo siamo pienamente d'accordo. Che poi gli scrittori queste cose le facciano comunque (come da te ampiamente documentato) siamo altresì d'accordo.
Chioso sul discorso "criticare senza aver letto": io me ne rendo spesso colpevole, ammetto. Ma specie in considerazione del costo della cultura (!!!) uno non può comprarsi l'universo mondo solo per poter poi dire che faceva, con permesso, cagare. Ne compri uno, di quell'autore. Due? E poi basta, poi lo bocci in toto, specie se riconosci (o credi di) che lo scrittore è difficilmente definibile come tale.

Demonio Pellegrino ha detto...

Ema, d'accorso sulla critica preventiva (il gia' citato De carlo col cavolo che vedra' altri miei soldi). Ma a me lettore farebbe piacere leggere quello che Eco, per esempio, pensa di De Carlo. O quello che Veronesi pensa di Ammanniti.

Non e' possibile che in Italia ci sia quest'atmosfera rarefatta attorno agli autori, come se appartenessero ad una razza diversa, intoccabile, e che forma blocco compatto.

lauraetlory ha detto...

Arrivo anche io solo ora ed e' un peccato, mi sarebbe piaciuto intervenire prima.
Comunque...
Sarebbe bene che i nostri scrittori, sempre pronti a leccarsi il culo a vicenda quando parlano l'uno dell'altro (a meno che non sia un nuovo autore che non viene dal giro giusto, perche' in tal caso, tutti pronti ad azzannarlo) prendessero esempio: se un libro fa schifo, ditelo. Non dite "libro eclettico, interessante e molto arguto, con punte di introspezione veraci". Perche' non vuol dire un cazzo.

Io quando leggo questo genere di cose un po' mi incazzo. Perche' e' una generalizzazione che troppo spesso mi sono sentita sbattere in faccia. Partiamo dal presupposto che una cazzuta come Oriana Fallaci disse piu' o meno testualmente: "se un libro non mi piace, io non lo stronco. Ho troppo rispetto per la fatica che c'e' dietro".
C'e' anche, tra noi scrittori ancora non famosi, che pensa che a un esordiente non serve una stroncatura pubblica, vista la difficolta' a farsi conoscere ed apprezzare. Detto questo, io non stronco quasi (notare il quasi) mai. Mi e' capitato di scrivere in senso negativo di Andrea Vitali (Olive comprese) e di Milena Agus (Mal di pietre). L'ho fatto perche' questi due autori (e i relativi titoli) venivano presentati come capolavori assoluti che io ho messo in relazione con romanzi di argomento piu' o meno analogo, scritti da autori non molto noti e, a mio parere, decisamente migliori.
Contrariamente a quanto molti fanno, non lecco il culo a chi e' piu' famoso di me. Ne' in forma pubblica, tantomeno privata. Se un libro non mi piace (ne sanno qualcosa sulle catene di lettura in Anobii) lo dico a chiare lettere. Il che' poi significa che gli autori mi odiano a vita.
Quindi, anche se io non conto niente e sono scrittrice solo perche' scrivo e non perche' qualcuno se ne sia accorto, evitiamo di generalizzare. Per piacere.
Laura

p.s. a me quando mi toccano sui libri e sul corollario dei libri mi girano, scusa.

Demonio Pellegrino ha detto...

Laura, io mi riferivo a scrittori famosi. nelle pagine culturali di repubblica e il corriere e' tutto un "ah, meraviglioso", o "bello questo, fantastico questo", con recensioni che davvero non vogliono dire nulla.

Se un libro fa schifo, e ti si chiede: com'e' questo libro? Puoi dire "non ne parlo perche' non commento i libri che non mi piacciono", e allora hai gia' dato una risposta. Oppure puoi dire "fa schifo". O puoi scrivere (ed e' questo che capita spesso in italia) che il "libro e' figlio di un tempo in cui l'arte e' assuefatta alla membrana del menga". Che non vuol dire una mazza.

In ogni caso il mio post era in risposta a quei fenomeni che mi dicevano che nel mondo letterario anglosassone non ci si prende a calci in culo...e ho dimostrato il contrario.

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