“I am finished”. Queste sono le ultime parole che Daniel Plainview, il personaggio interpretato dal fantastico Daniel Day Lewis, fresco del suo meritatissimo secondo Oscar, proferisce prima dei titoli di coda. “I am finished”: un’espressione dal duplice significato in inglese, che può voler dire sia “ho finito” (ed e’ cosi’ che viene tradotta nella versione italiana) ma anche “sono finito, non ho piu’ scampo”. Interpretazione assolutamente possible, dato il contesto.
Questa doppiezza nelle ultime parole riflette la doppiezza di fondo di tutto il film…una storia nella quale non ci si puo’ immedisamare completamente né con il protagonista, il petroliere Daniel Plainview, né con il suo antagonistam, il predicatore Eli Sunday: violento, avido, accecato dal profitto, il primo, un truffatore, avido quanto il primo, e che si nutre della credulità altrui il secondo.
Il film racconta l’ascesa di un petroliere nella California del primo ‘900. Un’ascesa dolorosa, anche fisicamente. Questa è una dimensione che non manca mai, quasi in nessuna scena del film: il dolore fisico, la fatica, la ricchezza come un qualcosa da conquistare con la fortuna, certo, ma anche con il duro lavoro che ti spacca la schiena, le gambe, che ti fa mancare l’aria, ti scava la pelle e t’ingobbisce le spalle.
Ma è anche la storia del capitalismo della “old economy”. La storia di un periodo nel quale i nuovi capitalisti generavano benessere – dovevano generare benessere – nelle comunità povere dove si insediavano. E fa una certa impressione sentire Daniel Plainview descrivere i suoi progetti sociali per la comunità nella quale ha scoperto giacimenti petroliferi: strade, scuole, irrigazione, e pane. Quel pane che solo un secolo fa, nella potente America, era privilegio di pochi. Fa venire un brivido dietro la schiena, perché ti fa capire molto dell’America: l’America è il capitalismo. È nata dal capitalismo, si è sviluppata grazie al capitalismo, ha dominato e domina tutt’ora grazie al capitalismo. E questo film ti aiuta a capire, o meglio, a ricordare, quando tutto è cominciato.
La descrizione del periodo e’ assolutamente magistrale: un’era nella quale uomini guidati da fiuto e dalla voglia di sporcarsi le mani, in tutti i sensi, potevano ancora generare ricchezze inaudite per se stessi, e portare progresso per gli altri. Dovremo aspettare cento anni, fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, con il boom della Net Economy, per avere qualcosa di simile.
Difetti del film? Nessuno, davvero. Daniel Day Lewis si conferma un attore straordinario (tra l’altro ho scoperto che è appassionato di motociclismo, per cui anche meglio), e anche il suo antagonista, Paul Dano, che mi aveva già colpito in “Little Miss Sunshine”, è bravissimo. Sono sicuro che avrà una lunga carriera fortunata, se lo vorrà.
Una menzione particolare va fatta per la colonna sonora: M E R A V I G L I O S A. Ti tiene incollato alla poltrona, creando una tensione quasi pari a quella che Lewis sa creare guardandoti da sotto i baffi. Quasi una protagonista a pieno titolo, la musica.
Oddio, a volerlo trovare, un difetto questo film – nella sua versione italiana – ce l’ha: il titolo. Sarebbe stato più corretto tradurre l’originale, “There will be blood”, con “Scorrera’ il sangue”, certamente non con “Il petroliere”. Ma questo è un problema di vecchia data: i titolisti italiani credono di essere più intelligenti di quelli che hanno fatto il film, e generano mostri. Che dire di “Se mi lasci ti cancello”, che nella versione originale era “Eternal sunshine of the spotless mind”? O di “Prima ti sposo, poi ti rovino”, che sembra un titolo dei fratelli Vanzina, per l’originale “Intolerable Cruelty”?
Mah.
16 commenti:
Non voglio riaprire una "ferita" sul tema del cambiamento dei Titoli originali di film libri e nomi o su traduzioni aberranti a cui ho avuto mdo di assistere....mi vengono ancora i brividi. Non riesco a trovare nessuna giustificazione.....se non che pure 'ste persone devono prendere uno stipendio. Però leggendo qua e là ho scoperto che il libro da cui è tratto il film si chiama "Oil". Quindi forse nel dare il titolo il Petroliere, in Italia, si sia voluto mantenere uno stretto legame con il titolo originale del libro....un vero paradosso per i nostri traduttori.
Ma torniamo al film....quando ho finito di vederlo mi ha lasciato una sensazione di incompletezza..non so perchè. Non so nemmeno che cosa avrei dovuto aspettarmi per dire la verità, sapevo solo che era un "Filmone" acclamato dalla critica...
Ancora adesso ad esempio non ho capito perchè il figlio, dopo l'incidente diventa così cattivo verso il padre.
Eppure non mi pare che l'abbia mai trattato male, o gli abbia fatto mancare qualcosa.
Sono d'accordo con te sul fatto che la musica riesce a mettere ansia, come il protagonista stesso....non riesci mai a respirare bene durante il film...non c'è un momento rilassante, solo fatica, rabbia, violenza e soldi.
Un' immagine cruda del capitalismo...mi fa quasi schifo.
Tutto il cinismo del personaggio si racchiude in un suo discorso:"Sei uno arrabbiato tu Henry?....Sei invidioso?...Io sento la competizione in me...non voglio che gli altri riescano..Odio la maggior parte della gente io....
Alcune volte guardo le persone e non ci trovo niente di attraente...Voglio guadagnare così tanto da poter restare lontano da tutti..."
Film troppo lungo, personaggi che nelle riprese rimanevano troppo lontani sullo sfondo di paesaggi meravigliosi, ma che non è opportuno fare durante i dialoghi...tutto dal solo punto di vista di daniel Plainview.
Daniel Day-Lewis mi piace nel ruolo del cattivo....qui ha una faccia che mette paura certe volte.
Ciao alessandro, sono d'accorso sul figlio; uno stronzo, doppio anche lui. Ok che diventa sordo, ma perche' rifiutarsi per anni di parlare al padre?
La frase che citi ha molto colpito anche me. Ma io ero almeno parzialmente d'accordo...
...avrei dovuto seguire le mie direttive iniziali e non leggere le tue recensioni dei film visti....belle, profonde ed analitiche come sempre....ma così mi levo tutto il gusto! qui addirittura citi frasi!
ciao demo......... ^_^
tutto ok?
pytta
p.s. mi firmo qui.......perchè non ci riesco come normalmente faccio...
questo non l'ho (ancora?) visto quindi non posso commentare...
per il momento sto cercando qualcuno che voglia venire a vedere Cloverfield: la mia ragazza si rifiuta, e gli amici si dileguano :-)
Grazie Pytta, troppo buona...pero' sto attento a non rovinare le trame...o no?
Gandalf, ci vengo io a vedere Clover. Dev'essere una figata.
Basta che mi dici dove e quando!!!
Stavolta potremmo sostituire la pizza con il cinema:-D
Gandalf e Demonio, siete sicuri di voler andare a vedere Cloverfield? Specialmente dopo aver mangiato una pizza?
Non so i vostri gusti in proposito di film e pizze....ma vi assicuro che il film in questione, nonostante possa vantare dietro alla regia di Matt Reevs un genio come J.J. Ambrams (vedi LOST)è davvero una pietanza malriuscita.
Odio i film girati con telecamere a mano, tipo the Blair Witch Project....e qua sembra di trovarsi di fronte all'ennesimo tenativo....con in più il mostro alla Godzilla...
Per me non vale la pena di andare al cinema a vederlo.
Altro film che è girato con telecamere a mano è REC (un horror con i soliti zombies infettanti).
Ammazza Alessandro, se me lo distruggi cosi'....
a me devo dire che blair witch project era abbastanza piaciuto...ma sulla mia lista ora c'e' No land for old men dei fratelli cohen...
stasera vado al cinema, sono ancora indeciso su cosa vedere:
american gangster oppure il petroliere?
si accettano consigli...
(certo che american gangster sta per uscire dalle sale mentre il petroliere è appena arrivato, quindi potrei andare a vederlo la prossima settimana.)
Almeno c'era una storia dietro the Blair Witch Project....e anche se non si vede mai niente, il film in se riesce a dare quel senso di suspence che ti costringe a vederlo fino alla fine...(per poi lasciarti con l'amaro in bocca e un senso di nausea per i movimenti troppo rapidi delle telecamere a mano...specie se, come me hai avuto la sfortuna di trovare posto al cinema nella seconda fila).
Su Cloverfield....non c'è una storia....e forse nell'intenzione dell'autore non ci doveva essere: è come analizzare o vedere i comportamenti della folla in preda al panico più totale, come riesce a reagire o come si fa sterminare....
Però questo non mi basta. Pretendo sempre almeno un accenno di spiegazione, io sono lo spettatore, non il protagonista della vicenda che è bene che non sappia che cosa deve succedere....no?
E poi quanto cavolo dura la batteria di una videocamera?....
Ti farai questa domanda, sicuramente, se vedrai il film....
A questo punto vedilo...dai sono curioso di sapere che ne pensi.
A proposito di "Non è un paese per vecchi"....Pensavo fosse una produzione italiana.....ambientata in italia, uno dei nostri tipici film sulla mafia....
.....e invece è una produzione americana, ambientata in america, uno dei loro tipici film sui matti serial killer.
Ma come si fà..... :)
dreamy, vai sul petroliere, vai, perche' american gangster secondo me e' una palla. Manca di pathos.
Alessandro: a sto punto Clover lo devo vedere per forza, dopo tutto quello che mi hai detto!!
...non penso che a. gangster sia una palla. violento si, ma anche crudo al punto giusto da farti capire la realtà di un mondo come quello.
demo: ....in questo caso hai anticipato la battuta finale.... ^_^
pytta
vabbe', dai, ma non ho detto come va a finire...
...ci mancava...... -_-
^_^
alla fine mi sono lasciato convincere e sono andato a vedere iul petroliere, veramente un bel film, musiche superlative, veramente un ottimo film. certo magari il titolo americano era piu adatto, ma questo è solo un mio parere.
a parte il mio piede sinistro - che non mi piacque per niente, non riesco a trovare un film di Daniel Dayu Lewis chye fosse brutto...
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