Cerchiamo di capire. C’e’ una ragazza uccisa con quattro violenti colpi alla testa. C’e’ il ragazzo che la trova nel sangue, chiama la polizia e va subito dai carabinieri. Non passa da casa: va subito dai carabinieri. Pero’ siccome ha le scarpe pulite, senza traccie di sangue, ecco che diventa un sospettato. Perche’ evidentemente (evidentemente secondo lorsignori magistrati e investigatori) se le e’ lavate. Ah gia’, ha pure detto che il volto della ragazza che ha trovato morta era pallido. O almeno la guancia destra che ha visto lui (il corpo non l’ha mosso). E anche questo non va bene, perche’ in realta’ la vittima aveva la faccia piena di sangue. Ma tutta la faccia? Pare. Si dice. Non si sa. Comunque per i media e' gia' bello che colpevole. Ah, dimenticavo: adesso e' venuto fuori che aveva detto che la vittima indossava un pigiama rosa. Ma secondo lorsignori magistrati e investigatori la luce era troppo fioca per capire il colore. Quindi colpevole. Mi vengono i brividi: che prove schiaccianti!!!
Poi ci sono le due cugine, perfette per farsi odiare subito: anoressiche, vallette fallite su cui tutti si sono scagliati a branco. Perche’ portano gli occhialoni neri, perche’ si fanno riprendere dalle telecamere, perche' hanno provato a sfondare nel mondo dello spettacolo e non ci sono riuscite (questo si', vero crimine ormai). Perche’ erano gelose della vittima (pare), amavano il ragazzo della vittima (pare), odiavano la vittima (pare), ma erano molto unite alla vittime (unica certezza).
Tutti i giornali (e dico tutti) si scagliano contro le veline fallite soprattutto perche’ hanno commesso un atto efferato. Hanno ammazzato il gatto di qualcuno? No. Hanno fatto messe sataniche? Pare di no. E’ uscito un filmino alla Paris Hilton con il ragazzo della vittima? Pare di no. Beh, allora cos’hanno fatto per essere gia’ colpevoli di tutto (perche’ diciamocelo: i giornali non lo scrivono, ma lo pensano tutti chiaramente: la vittima l’hanno ammazzata loro)? Hanno fatto un fotomontaggio. Si’, hanno chiesto a una fotografa di fare un fotomontaggio in modo da poter avere una foto con la vittima, tutte e tre sorridenti, da mettere su un mazzo di fiori.
Ora, di grazia, qual e’ il reato? O almeno la prova di colpevolezza? Vi prego, o numi del diritto, spiegatemi! O dei della colpevolezza, che avete mandato in galera Scattone e Ferraro, o voi che avevate deciso che il mostro di Firenze era Pacciani, un agricoltore illetterato, perche’ aveva dipinto un quadro con teste e tette mozze (salvo poi scoprire che il quadro era di un famoso pittore cileno: mostro anche lui?), voi che avete detto che la Franzoni era colpevole da subito. Spiegatemi.
E’ una prova il fotomontaggio? Magari saranno davvero loro le colpevoli, mica dico il contrario. Ma vogliamo aspettare un attimo e non accusarle di ogni bestialita’, solo per quell benedetto fotomontaggio?
Non c'e' da stare tranquilli. E non solo per colpa dei delinquenti. Mala tempora currunt.
2 commenti:
io la vedo cosi'. i giornalisti seguono il caso e non c'e' nulla di male. naturalmente, sarebbe meglio che lo si facesse in un modo piuttosto che in un altro, ma questo è un problema di fondo che si riallaccia a tutta la merda che va in tv, e di cui i nostri concittadini sono ghiotti.
ora, se io sono un giornalista e scopro (perche' l'ha scoperto un giornalista del corriere) che le cugine della vittima hanno fatto fare un fotomontaggio, lo hanno distribuito ai giornalisti, ci si sono fatte fotografare accanto, lasciandolo di fronte alla casa della loro cuginetta assassinata, ci hanno ricamato sopra con un memoriale in cui inventano di sana pianta circa venti righe di storia della foto che devo fare? tacere? notificare la cosa al magistrato nella speranza che sia abbastanza sveglio da notare la stranezza? no, io la pubblico e traggo conclusioni nei miei articoli, perché questo è il mio lavoro. e la cosa puo' giovare, perche' in alcuni casi (di nera e non) proprio il lavoro dei giornalisti ha aiutato a risolvere casi. insomma, il giornalista ha il diritto-dovere di fare cronaca per informare il pubblico di cio' che accade, di cosa ha scoperto: lo scoop. poi c'e' un problema di cosa sia l'oggetto dello scoop. nel caso di specie, io trovo sacrosanto che il giornalista metta nero su bianco quel che ha scoperto, traendone le sue conclusioni. se, invece, si i gornalisti rompessero le balle e inventassero storie su cugine che non hanno fatto un cazzo per stare sui giornali, sarebbe un'altra storia e mi troverei d'accordo con chi dice che va rispettato il dolore e la privacy.
nello specifico, sulle cugine, noto che, oltre alla storia del fotomontaggio, nel memoriale si afferma che la cugina è stata ammazzata "a martellate". Ora, dato che fino a prova contraria, l'arma del delitto non la conosce nessuno, io mi chiedo su che base la cara cuginetta scrive "a martellate"? forse non vuol dire molto, ma io, se fossi un magistrato vorrei vederci più chiaro.
Anonimo, hai ragione, ma qui si parla solo del fotomontaggio. Il memoriale e' venuto dopo (mi pare), e hai ragione nell'indicarne le incongruenze. Pero' e' vero che per i giornalisti erano gia' colpevoli solo per il fotomontaggio.
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