27/02/08

Genitori alla cazzo

Se n'era gia' parlato qui, ma a quanto pare ci risiamo. Ma tenerli per mano, sti figlioli, e fare attenzione a dove mettono i piedi, no, eh? Cioe', se la bambina mette il piede a cazzo di cane e si fa male, la colpa e' della scarpa? E hai il coraggio di chiedere 7 milioni di dollari? Ma sette milioni di calci nei denti, ti darei io.

Ma andate a cagare.

Io, approfittando della mia permanenza in Florida, me ne sono comprato un paio verdi limetta. Il mio quarto paio: ho quelle militari,un paio blu, quelle invernali e adesso queste...e se trovo le infradito all'aeroporto mi compro pure quelle.

Crocs RULE.

26/02/08

Le indicazioni di voto del Demonio Pellegrino

Nonostante i miei numerosi attacchi al centrodestra, vorrei chiarire una cosa: non ho nessunissima intenzione di votare Veltroni. Come ho già detto più volte, lo trovo ripugnante, e peggiore di Prodi. Prodi era pericoloso perché era una persona con idee secondo me malsane, e con le capacità intellettuali e tecniche per implementarle. La sua politica sulla tassazione parla da sola. Non era uno sbaglio...era la fedele attuazione dei suoi propositi. Veltroni è più pericoloso perché non si capisce assolutamente cosa voglia in concreto. E questo vuol dire che non abbiamo idea di quello che ci aspetterebbe, non sappiamo quale sirena avrà la meglio sulle sue orecchie...una mina vagante insomma. Un quaqquaraqquà che è sempre vissuto di politica. No grazie.

E poi trovo davvero disgustoso questo suo fare “whats’ america”, che lo fa assomigliare più all’Alberto Sordi di “Tu vuo’ fa l’Americano” che al suo nuovo mito Obama (ne ha parecchi, Veltroni, di miti...cambiano con il cambiar del vento) .

Detto questo, e nonostante la posizione di Grillo per il non voto sia a prima vista invitante, io a votare ci andrò. Volevo aggiungere “e darò la mia preferenza”, ma grazie alla riforma di Berlusconi – che il centrosinistra al potere per due anni si è ben guardato dal modificare... – noi popolo bue le preferenze non possiamo più darle. In cambio ci vogliono dare liste bloccate con le tettone del Grande Fratello...

Andrò a votare per due motivi: primo è che il non-voto sortirebbe il suo effetto scassa-sistema solo se a non votare fossimo in molti: diciamo il 60% della popolazione. Ma qui abbiamo un classico esempio del dilemma del prigioniero...come si fa a sapere che anche gli altri non voteranno? E se poi a non votare sono solo io e pochi altri, e al governo ci vanno sempre i soliti? No grazie. Io voto.

E poi il non voto alla Grillo non è una proposta: io sono anche a favore di bruciare tutto, e subito. Andiamo, con la spranga in mano, e pestiamoli tutti. Ok. E poi? La rivoluzione francese non ci ha insegnato niente? Se non ci sono piani per il poi, per il futuro, ci sarà sempre qualcun altro che li farà per noi, e approfitterà del vuoto che avremo creato noi per riempirlo. Per cui no grazie anche qui: se mi si dicesse “non votiamo e poi facciamo X, Y e Z” allora forse forse. Ma così no davvero.

Per cui andrò a votare. Per chi? Prima di dirvelo, devo fare un’annotazione. Io sono un italiano residente all’estero. E trovo immorale poter votare. Trovo immorale poter decidere, io, del livello di tassazione al quale saranno sottoposti i residenti in Italia per i prossimi cinque anni. Trovo immorale poter contribuire a decidere quanto pagherete per la scuola, quanto per la sanità, e tutto il resto.

Gli americani dicono “no taxation without representation”. Qui io invece ho “representation without taxation” (oddio, di tassazione qui in Belgio ne ho anche troppa, ma questo non è il punto...). Non è giusto.

Ed è anche per questo che il mio voto andrà destra: per la coalizione che promette di ridurre le tasse, e che ha al suo interno l’unica persona di cui io mi fidi al momento: Daniele Capezzone. Un vero liberista, libertario. L’unico che parla di programma shock per i primi cento giorni, d’introduzione della flat tax, di riavviare subito i cantieri. L’unico. Tutti gli altri sono dei miserabili. Tutti, nessuno escluso.

Ma è proprio questo che mi frena nel mio voto a Capezzone. Per votare Capezzone, NON potendo dare preferenze, dovrei semplicemente votare PDL. E non ho ancora visto chi sarebbe il candidato nella mia circosrizione estera. Dipenderà molto da quello. Ma per come stanno adesso le cose, temo che il PDL il mio voto non lo avrà.

Se il candidato del PDL nella mia circoscrizione estera sara' impresentabile, allora il mio voto andra' alla Lega. Per motivi molto semplici:
  • per la tassazione, di cui ho già parlato.
  • Perché è l’unico partito che ha il coraggio di combattere l’avanzata dell’Islam in Eurabia, e hail coraggio di rivendicare (anche se strumentalmente, ma qui non importa) la cristianità dell’Italia. Che non vuol dire bigottismo o conservatorismo sociale. Ma vuol dire sapere da dove veniamo, unico possibile punto di partenza per poter proporre un’integrazione vera: se non sai a cosa vuoi fare integrare gli altri, che integrazione vuoi proporre?
  • Perché sono sempre più convinto (e ne avevo già parlato) che lo Stato italiano sia attualmente totalmente incapace di fornire i servizi che dovrebbe invece fornire, e non credo ci siano possibilità di ripresa. Credo che solo abbandonando alcune zone del Meridione alle sue mafie, il resto d’Italia, non solo a Nord, forse, ce la potrà fare. Ripeto: forse.

Sono amareggiato, molto amareggiato. Questo mi pare l’unico modo. A meno che il PDL non mi soprenda con una candidatura meravigliosa per la circoscrizione estero...mi proporrei io, ma non ho tette. Mi sa che non ho futuro.

25/02/08

Il petroliere – There will be blood

“I am finished”. Queste sono le ultime parole che Daniel Plainview, il personaggio interpretato dal fantastico Daniel Day Lewis, fresco del suo meritatissimo secondo Oscar, proferisce prima dei titoli di coda. “I am finished”: un’espressione dal duplice significato in inglese, che può voler dire sia “ho finito” (ed e’ cosi’ che viene tradotta nella versione italiana) ma anche “sono finito, non ho piu’ scampo”. Interpretazione assolutamente possible, dato il contesto.

Questa doppiezza nelle ultime parole riflette la doppiezza di fondo di tutto il film…una storia nella quale non ci si puo’ immedisamare completamente né con il protagonista, il petroliere Daniel Plainview, né con il suo antagonistam, il predicatore Eli Sunday: violento, avido, accecato dal profitto, il primo, un truffatore, avido quanto il primo, e che si nutre della credulità altrui il secondo.

Il film racconta l’ascesa di un petroliere nella California del primo ‘900. Un’ascesa dolorosa, anche fisicamente. Questa è una dimensione che non manca mai, quasi in nessuna scena del film: il dolore fisico, la fatica, la ricchezza come un qualcosa da conquistare con la fortuna, certo, ma anche con il duro lavoro che ti spacca la schiena, le gambe, che ti fa mancare l’aria, ti scava la pelle e t’ingobbisce le spalle.

Ma è anche la storia del capitalismo della “old economy”. La storia di un periodo nel quale i nuovi capitalisti generavano benessere – dovevano generare benessere – nelle comunità povere dove si insediavano. E fa una certa impressione sentire Daniel Plainview descrivere i suoi progetti sociali per la comunità nella quale ha scoperto giacimenti petroliferi: strade, scuole, irrigazione, e pane. Quel pane che solo un secolo fa, nella potente America, era privilegio di pochi. Fa venire un brivido dietro la schiena, perché ti fa capire molto dell’America: l’America è il capitalismo. È nata dal capitalismo, si è sviluppata grazie al capitalismo, ha dominato e domina tutt’ora grazie al capitalismo. E questo film ti aiuta a capire, o meglio, a ricordare, quando tutto è cominciato.

La descrizione del periodo e’ assolutamente magistrale: un’era nella quale uomini guidati da fiuto e dalla voglia di sporcarsi le mani, in tutti i sensi, potevano ancora generare ricchezze inaudite per se stessi, e portare progresso per gli altri. Dovremo aspettare cento anni, fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, con il boom della Net Economy, per avere qualcosa di simile.

Difetti del film? Nessuno, davvero. Daniel Day Lewis si conferma un attore straordinario (tra l’altro ho scoperto che è appassionato di motociclismo, per cui anche meglio), e anche il suo antagonista, Paul Dano, che mi aveva già colpito in “Little Miss Sunshine”, è bravissimo. Sono sicuro che avrà una lunga carriera fortunata, se lo vorrà.

Una menzione particolare va fatta per la colonna sonora: M E R A V I G L I O S A. Ti tiene incollato alla poltrona, creando una tensione quasi pari a quella che Lewis sa creare guardandoti da sotto i baffi. Quasi una protagonista a pieno titolo, la musica.

Oddio, a volerlo trovare, un difetto questo film – nella sua versione italiana – ce l’ha: il titolo. Sarebbe stato più corretto tradurre l’originale, “There will be blood”, con “Scorrera’ il sangue”, certamente non con “Il petroliere”. Ma questo è un problema di vecchia data: i titolisti italiani credono di essere più intelligenti di quelli che hanno fatto il film, e generano mostri. Che dire di “Se mi lasci ti cancello”, che nella versione originale era “Eternal sunshine of the spotless mind”? O di “Prima ti sposo, poi ti rovino”, che sembra un titolo dei fratelli Vanzina, per l’originale “Intolerable Cruelty”?

Mah.

24/02/08

Prendere per il culo gli elettori

Non ho mai fatto mistero di votare centrodestra e del fatto che detesto Prodi e suoi accoliti sinistri. Trovo abbastanza ridicolo che si provi - e per certi versi si riesca - a far passare Veltroni per il nuovo che avanza, quando il tizio in questione è in politica da più di 30 anni: era leader comunista prima, pidiessino poi, diessino dopo, e democratico ora. Di votare sinistra non mi è mai passato per l'anticamera del cervello. Le cose che dice Veltroni e il modo in cui le dice mi fanno venire voglia di vomitare. E non dimentichiamoci che Veltroni ingloba il peggio di Prodi. E' solo più incompetente.

Trovo anche abbastanza ridicolo il risalto dato alle candidature femminili del PD: queste trentenni tutte cloni della Melandri, a giudicare dalle foto, quella Melandri che ha fatto della sua incosistenza e delle sue menzogne (memorabile quando nego' di aver passato capodanno nella Villa di Briatore in Kenya, nonostante ci fossero foto a ritrarla mentre ballava sulla spiaggia. Briatore avrebbe dovuto vergognarsi di averla invitata, non lei di esserci andata) un marchio di fabbrica. Mi auguro per loro - e per noi - che siano un po' meglio di lei.

Ma tutto questo non dà diritto ai capi del centrodestra di prenderci per il culo con le candidature per le prossime elezioni.

Come cazzo si fa anche solo a vociferare di candidare Angela Sozio, la rossa del Grande Fratello 3? Cioè una delle cinque giovani fanciulle con cui Berlusconi fu sgamato l'anno scorso in una delle sue ville???

Quali sono i suoi meriti, a parte quelli fisici mostrati apertamente nelle scene del Grande Fratello e nella mise bianca indossata con Berlusconi?

Ma davvero Berlusconi - o chi per lui - ci prende tutti per dementi? Davvero dovremmo stare a sentire una che ha il coraggio di gracchiare che quell'incontro con Berlusconi, in cui la prende per mano e tocca le tette alle altre, era una riunione dei giovani di Forza Italia?

Spiegami, cara Angela: la mano di Berlusconi sulla tetta sinistra della signorina con i capelli neri sulle sue ginocchia (come da foto qui di fianco: si vede poco, ma se fate attenzione si vede benissimo), era un analisi per una proposta di legge sulla gratuità dei controlli per il cancro al seno? Di grazia, illuminami.

Io sono tutto fuorché un bacchettone. Ma, come avevo già detto qui parlando di Fini, non mi piace che il centrodestra mi prenda per il culo, parlando dell'importanza della famiglia, e poi tradisca la moglie andando in giro a ingravidare vallette appesentatite, toccare tette giovanili, o a fare festini a base di droga e mignotte con la moglie a casa incinta di nove mesi, come nel caso del deputato Mele, che leggo non sarà ricandidato (almeno lui).

Perché, lo ripeto, io sono per la liberta’ individuale spinta spinta in materia sessuale. Per cui se vuoi andare a puttane, se vuoi fare le cose a tre, a cinque, a geometria variabile, e siete tutti d'accordo, fai pure . Pero’ se invece tu sei uno che rompe i coglioni alla gente con tutti i discorsi sul valore sacro della famiglia, su come la vera famiglia sia solo quella sposata in chiesa, e poi ti fai sgamare a fare altro, beh allora sei un miserabile.

E io non ti voto.

Poi pero' mi viene un dubbio: visto che ormai l'Italia è un paese di nani e ballerine, per stessa ammissione di Berlusca, forse sono ingiusto. Un parlamento che ne fosse sprovvisto non rifletterebbe al meglio la realtà del paese, no?

Comparativa pantaloni da moto quattro stagioni

Ed eccoci alla quinta puntata della rubrica "Motoconsumatore" (nella prima ci siamo occupati di caschi integrali, nella seconda di stivali da turismo, nella terza di giacche da moto e nella quarta di caschi jet). Stavolta ho fatto il riassunto della comparativa di pantaloni quattro stagioni apparsa su Motomag nel Febbraio 2007.

I 9 pantaloni testati hanno un prezzo molto diverso, da 129 a 529 Euri. I risultati sono stati abbastanza variegati. Alcuni dei pantaloni meno cari si sono dimostrati altrettanto validi dei pantaloni piu' cari...
I difetti più comuni sono stati quello di lasciar passare l'acqua attraverso le cuciture del cavallo dei pantaloni, o non avere protezioni regolabili. Molti di questi pantaloni, poi, non sono dei veri "quattro stagioni", perché hanno membrane interne che rendono inutili eventuali sistemi traforati, e che li rendono quindi inutilizzabili d'estate. I pantaloni testati sono i seguenti:

- BMW Streetguard 2 - Spidi Ergo 05 - Scott Terra
- Mac Adam Composit - Bering Dinson - Ixon Rider
- Hein Gericke Journey - Furygan TR2 - Frank Thomas FTW246

Modalità
I pantaloni sono stati testati sia con metodi all'antica (innaffiandoli con l'acqua, o semplicemente utilizzandoli sotto la pioggia) sia con metodi un po' piu' tecnologici (sensori piazzati qua e là). Sono stati poi verificati i dettagli pratici che possono facilitare la vita di ogni giorno: qualità e facilità delle regolazioni, numero e praticità delle tasche, qualità delle protezioni, presenza di membrane staccabili per un uso durante tutto l'anno, etc.
Per ognuno di questi aspetti i pantaloni ricevono da una a cinque stelle. Ricevono poi due voti espressi in decimali (come a scuola), per due aspetti: rapporto qualità/prezzo e qualità tecnica. Per cui ci sono due vincitori, uno tecnico, e uno qualità/ prezzo. In questo caso specifico non c'è l'"asino", cioè nessun pantalone è risultato largamente al di sotto delle aspettative/standard.
Le compagnie produttrici sono state tutte contattate per commentare i risultati, ma solo BMW, Spidi e Mac Adam hanno accettato l'invito...visto che i loro pantaloni si sono comportati molto bene.

Risultati
Il BMW Streetguard 2 è risultato il vincitore dal punto di vista tecnico, ma penalizzato da un rapporto qualità prezzo tra i peggiori. I 569 Euri da sborsare sono davvero troppi, tenendo in considerazione che altri pantaloni sono molto vicini al BMW come livello di qualità e costano molto meno. Lo Spidi Ergo è uno di questi, per esempio, con un voto tecnico di poco al di sotto del BMW ma con un rapporto qualità prezzo eccellente. E' risultato il più volivalente, anche se il suo punto di forza è allo stesso tempo il suo punto debole...

Ma il vicintore per rapporto qualità prezzo non è neanche lo Spidi, ma il Mac Adam, che per solo 129 Euri pare offrire moltissimo.

Gli Ixon, i Furygan e i Frank Thomas sono i pantaloni che ne sono usciti peggio, ma con voti non catastrofici.

I vincitori

BMW Streetguard 2
  • Voto tecnico: 8/10
  • Rapporto qualità prezzo: 5/10
  • Prezzo: 529 Euri
  • Aspetti positivi: livello delle rifiniture, sensazioni di sicurezza, perfetta tenuta all'acqua, possibilità di regolare le protezioni in varie posizioni.
  • Aspetti negativi: con temperature molto fredde si ha bisogno di una calzamaglia, nell'uso estivo il contatto con la fodera e le protezioni puo' risultare fastidioso, le protezioni, pur ben fatte, sembrano fragili.

Mac Adam Composit

  • Voto tecnico: 6/10
  • Rapporto qualità prezzo: 9/10
  • Prezzo: 129 Euri
  • Aspetti positivi: perfetta tenuta all'acqua, rapporto qualità prezzo, possibilità vera di usarlo in estate.
  • Aspetti negativi: protezioni solo alle ginocchia, materiale riflettente insufficiente, una sola tasca.

Gli altri

Spidi Ergo 05

  • Voto tecnico: 7/10
  • Rapporto qualità prezzo: 8/10
  • Prezzo: 260 Euri
  • Aspetti positivi: il sistema 3 in 1 - con differenti livelli di protezione dal freddo - assicura un uso vero su tutto l'arco dei 12 mesi; le protezioni sono ben fatte; il tessuto protegge bene dalle abrasioni.
  • Aspetti negativi: il sistema 3 in 1 ti obbliga a prevedere in anticipo di cosa avrai bisogno...non è molto pratico fermarsi sul bordo della strada a mettersi il sottopantaloni se si parte dal mare e si va in montagna e la temperatura cambia...; il tessuto s'impregna d'acqua dopo pochi kilometri, ma si puo' risolvere il problema spruzzando un impermeabilizzante; le protezioni non sono regolabili.

Ixon Rider

  • Voto tecnico: 5/10
  • Rapporto qualità prezzo: 6/10
  • Prezzo: 159 Euri
  • Aspetti positivi: protezione dal freddo, prezzo.
  • Aspetti negativi: si possono usare solo in inverno; assenza di protezioni sulle anche.

Tabella riassuntiva
Come al solito, ho riassunto i risultati in una tabella. Cliccatela per ingrandire.





20/02/08

In moto per le vie di Chernobyl


Il 25 aprile di 22 anni fa, nel 1986, lo scoppio di uno dei reattori della centrale nucleare di Chernobyl causo' la morte immediata di centinaia di persone, e la morte ritardata di svariate migliaia di persone (ma secondo un rapporto pubblicato nel 2005 dalle inutili Nazioni Unite a morire furono "ufficialmente" solamente in 56. Come se la morte per essere vera dovesse essere ufficializzata da un burocrate pagato migliaia di dollari a New York. Ma su questo rapporto ritornero' presto).

Il governo comunista dell'Unione Sovietica, infatti, ritenne opportuno non solo NON dare l'allarme ai propri cittadini se non con molto ritardo, ma anche inviare soldati in loco, senza alcuna forma di protezione, per cercare di bloccare la tragedia. Le conseguenze ve le lascio immaginare. Mi ricordo ancora - avevo tredici anni - le immagini alla televisione, con la nube tossica che si muoveva verso di noi, e mia madre a fare scorte di latte.

Elena Filatova è una donna ucraina appassionata di motociclismo. Nel 2004 divenne famosa nel web per aver pubblicato un reportage fotografico di uno dei suoi numerosi viaggi in moto nella "zona morta", una zona a 130km da Chernobyl. Una zona disabitata, dove tutto è esattamente com'era 22 anni fa: le strade sono vuote (o quasi), ci sono trattori e macchine lasciate in mezzo ai giardini, alle strade...

Avete presente le scene dei film post-disastri, quando le città sono completamente disabitate? Quando l'ultimo uomo si aggira sulla terra senza nessun altro? Ecco, qui è tutto vero. E mi ricordo ancora che la prima volta che vidi questo reportage non potei dormire la notte: la natura attorno a Chernobyl sembra bellissima, con alberi e piante. Ma guardando meglio, si scopre che le piante hanno una forma strana...e soprattutto, Elena dimostra che il livello di radiazioni appena si esce dalla strada principale è enorme.

Ma non c'è problema. Le strade potranno essere riaperte e le case abitate di nuovo tra poco meno di 1000 (mille) anni.

Ovviamente Elena ha avuto delle grane dal giorno della pubblicazione del reportage. Diciamo che non tutti erano proprio entusiasti del suo lavoro, che mostrava verità che i governi ucraini e russi non erano proprio impazienti di far conoscere.

Vi consiglio vivamente di leggere i foto reportage di Elena: il primo, quello del 2004, è il più allcucinante. Proprio perché è il primo, ti colpisce allo stomaco...Gli altri, l'ultimo dei quali del 2007, li trovate sulla homepage di Elena.

Troverete numerosi link a vari video, che mostrano la vita nelle cittadine vicino a Chernobyl giorni dopo il disastro, quando gli abitanti non sapevano ancora niente ed erano esposti a livelli di radiazioni MILIONI di volte superiori a quelli normali. Quando persone ignare partecipavano alla parata del 1 Maggio, festa del lavoro. Mentre i capi del partito e i notabili delle città erano partiti fin dal 26 aprile. Un video pero' ve lo voglio segnalare: è questo.

C'è anche una versione in italiano delle pagine di Elena, ma non so quanto la traduzione sia accurata.

Un'ultima cosa: Elena dice "I am not pro- or anti- nuclear activist, I am just a pro-human author, who thinks that Chernobyl is a warning to mankind. I do not think that atom itself is evil. It only becomes evil in human hands. Under the right conditions, atoms can serve humans".

Non potrei essere più d'accordo.

18/02/08

Motoconsumatore: comparativa caschi jet

Ed eccoci alla quarta puntata della rubrica del Motoconsumatore (nella prima ci siamo occupati di caschi integrali e nella seconda di stivali da turismo e nella terza di giacche da moto). Stavolta ho fatto il riassunto della comparativa di caschi Jet apparsa su Motomag del luglio 2007.

Con l'arrivo della primavera (ok, ora fa freddo, ma tra poco...), molti motociclisti passano dall'uso del casco integrale all'uso del casco jet. Personalmente ho sempre rifiutato di indossare caschi jet. Cadere, anche a 50km/h, e sbattere il mento con un casco jet vuol dire rovinarsi, a volte per sempre.

Nel luglio dell'anno scorso pero' per la prima volta in vita mia ho ceduto al fascino di un casco aperto un po' particolare, lo Schuberth J1. Pur essendo un vero jet, il J1 ha una barra di metallo a protezione del volto, che garantisce una protezione quasi pari a quella di un casco integrale in caso d'impatto. Il J1 è tra i caschi testati da Motomag, e sono contento che abbia ricevuto il massimo come voto tecnico. Ovviamente il tutto ha un costo...

Comunque, torniamo a noi. I caschi analizzati da Motomag sono tre di fascia e prezzo alto e sei di fascia media:
- Schuberth J1 - Shoei J-Wing - Arai SZ/F (i tre di fascia alta)
- Nolan N42 - HJC AC-3 - AGV Placet Stripes
- Caberg Downtown - Roof Rover - Premier JT2

Obiettivo e modalità
Motomag ha voluto mettere a confronto nove caschi jet eventualmente adatti ad un uso turistico (quindi anche in autostrada). Tre di questi caschi (Schuberth, Arai, Shoei) sono al top di gamma, con prezzi superiori ai 350 Euri. Gli altri caschi sono di gamma media, e costano tra i 135 e i 240 Euri.

I caschi sono stati testati in merito alla loro silenziosità, praticità (cioè all'esistenza e validità di dettagli che facilitano la vita, come interni staccabili, visierina anti sole, resistenza all'appannamento, facilità delle operazioni di aggancio/sgancio della visiera...), livello di finiture generali, confort, comodità in autostrada, prezzo. Per ognuno di questi aspetti i caschi ricevono da una a cinque stelle. I caschi ricevono poi due voti espressi in decimali (come a scuola), per due aspetti: rapporto qualità/prezzo e qualità tecnica. Per cui ci sono due vincitori, uno tecnico, e uno qualità/ prezzo. In questo caso specifico non c'è l'"asino", cioè nessun casco è risultato largamente al di sotto delle aspettative/standard.

Risultati
  • Lo Schuberth J1 è risultato il migliore casco in assoluto (8/10).
  • Il Nolan N42 è risultato il vincitore per il rapporto qualità prezzo (7/10).
  • Tutti i caschi sono risultati molto rumorosi, anche se alcuni (ma soprattutto il Nolan) quasi assordanti ad alte velocità (la prova è stata effettuata su una moto nuda).

Ho riassunto le caratteristiche principali dei caschi più comuni.

I VINCITORI:

Schuberth J1- Vincitore voto tecnico

  • Voto tecnico: 8/10
  • Rapporto qualità prezzo: 6/10
  • Prezzo 499 Euro
  • 5 stelle per praticità d'uso, protezione dal vento, aerazione, comportamento in autostrada.
  • Secondo Motomag, il J1 si colloca nettamente una spanna al di sopra di tutti i concorrenti. La barra di protezione addizionale sul mento in particolare pare abbia resistito a tutte le prove d'impatto che hanno fatto (buono a sapersi!! Io ho comprato questo casco proprio per questo!).
  • E' indicato come l'unico casco jet veramente in grado di sostituire un modulare o un integrale a fini turistici. (Io, nel mio piccolo, confermo: l'estate scorsa ci ho fatto 2000km in un lungo giro in Toscana e il casco è sempre stato fantastico).
  • Il prezzo pero' è ovviamente molto alto.

Nolan N42 - Vincitore rapporto qualità prezzo

  • Voto tecnico: 7/10
  • Rapporto qualità prezzo: 7/10
  • Prezzo 189 Euro
  • 5 stelle per i vari aspetti pratici.
  • Voto basso per l'insonorizzazione e per la scarsa aerazione (punto forte invece nel J1: appena si aprono le bocche, entra un flusso d'aria tale da calmare ogni bollore).
  • Nonostante tutto, è il casco che - visto il prezzo - rappresenta il miglior compromesso. (Agigunta mia: attenti pero' alla forma della testa, che si adatta a individui con la testa ovale e non tonda come la mia).

GLI ALTRI CASCHI:

Shoei J-Wing

  • Voto tecnico: 7/10
  • Rapporto qualità prezzo: 7/10
  • Prezzo 369 Euro
  • 5 stelle per il livello delle finiture.
  • Secondo Motomag, il vantaggio maggiore dello Shoei rispetto allo Schuberth e all'Arai è il rapporto qualità prezzo e il livello d'insonorizzazione.

Arai SZ/F

  • Voto tecnico: 7/10
  • Rapporto qualità prezzo: 6/10
  • Prezzo 429 Euro
  • 5 stelle per il livello di confort interno e per le finiture.
  • Secondo Motomag questo è un buon casco, ma il prezzo non è pienamente giustificato: non si possono staccare gli interni, non c'è una visiera anti sole...

Caberg Downtown

  • Voto tecnico: 5/10
  • Rapporto qualità prezzo: 7/10
  • Prezzo 169 Euro
  • Pessimo a livello di aerazione, visiera troppo corta per lunghi tratti in autostrada. La visiera solare è fastidiosa per chi ha gli occhiali (confermo: non ho potuto comprare questo casco perché la visierina non scendeva al di sopra dei miei occhiali...)

Silenziosità

Tutti i caschi sono stati considerati troppo rumorosi. Tutti superano il livello di 85db una volta superati i 90km/h. Secondo Motomag, a partire di 85db, l'organismo comincia a soffrire per il rumore, e a partire da 92db i tappi per le orecchie sarebbero necessari per evitare danni all'udito. NB: ogni aumento di 3dB equivale a RADDOPPIARE il rumore percepito (ALLUCINANTE).

CASCO 90km/h 130km/h 160km/h

AGV 88 98 102

Arai 88 97 100

Caberg 88 98 102

HJC 90 100 102

Nolan 92 101 105 Il più rumoroso

Premier 90 98 101

Roof 89 98 101

Schuberth 88 98 100

Shoei 88 95 100 Il più silenzioso

Tabella comparativa
Come al solito, ecco la tabella finale. Cliccate per aprirla.

15/02/08

Io sono leggenda - il film vs il libro


Sono andato a vedere "Io sono leggenda" senza grandi aspettative, perché avevo letto qua e là recensioni abbastanza negative. E poi, soprattutto, l'omonimo libro da cui è tratto, di Richard Matheson, è uno dei miei libri preferiti (di cui conservo la fantastica versione qui a lato, del 1996), e avevo un po' paura di rovinarmi l'immagine che del libro mi ero fatto nella testa.

Niente di più sbagliato. Per due motivi: il primo è che il film è davvero bello e ben fatto. Il secondo è che il film non ha niente a che spartire con il libro, racconta quasi un'altra storia. E anche il titolo, in fondo, è stato stravolto.

Mi spiego. Nel libro del 1954, Matheson immagina un mondo dove un'epidemia ha colpito l'intera popolazione della terra, (tranne il protagonista, Robert Neville), trasformandala in un branco di bestie feroci, che non possono sopportare la luce del sole e che quindi si muovono solo di notte. Come nel film. Ma le similitudini finiscono qua.

Mentre nel film il protagonista è un virologo famoso che dispone di tutti i mezzi per cercare la cura del morbo, nel libro Neville è una persona comune, uno di noi. Uno che barricandosi in casa di notte e circordandosi di aglio (non di croci...perché uno zombie non cristiano dovrebbe averne paura?), cerca di studiare testi di virologia e di capire come poter salvare il mondo. E' molto piu' facile quindi immedesimarsi con il personaggio del libro piuttosto che con il super scienziato del film che ha tutte le capacità di debellare il virus, guarda caso.

Non solo. Mentre il film è ambientato a New York, Matheson aveva ambientato il libro in una piccola città di provincia. Puo' apparire un dettaglio, ma non lo è: gran parte del terrore del protoganista del libro derivava proprio dall'incontrare ogni giorno i suoi ex vicini trasformatisi in bestie. Terrore psicologico che manca nel film.

Già questi due elementi potrebbero bastare per farvi capire come tra libro e film ci siano pochi punti in comune. Ma c'è un elemento in più che fa si' che non ci sia NESSUN punto in comune.

Nel libro, gli zombie hanno creato una vera e propria società parallela, con propri tribunali, proprie strutture organizzate. Nel film no. Anzi, il Neville interpretato da Will Smith, in uno dei suoi messaggi registrati per la posterità, dice che non c'è segno di organizzazione sociale tra gli zombie. Il film a un certo sembra suggerire un processo organizzativo tra le bestie, perché i casini di Neville cominciano proprio quando cattura una zombie donna che sembrerebbe essere la compagna del cattivone...ma il tema non è assolutamente sviluppato.

Questa differenza con il libro è fondamentale, perché nel caso del film il titolo, "Io sono leggenda" non ha senso, mentre nel libro si'. Genialmente, alla fine del suo libro, Matheson, cambia prospettiva. Il lettore si ritrova cosi' a rivivere la storia dalla parte degli zombi. I quali, raccogliendosi in gruppo, narrano ai bambini mostri loro figli la leggenda dell'ultimo uomo sulla terra, una bestia assassina, lui si' il vero mostro, che ha ammazzato cosi' tanti zombie da essere, per l'appunto, diventato leggenda.

(SE NON VOLETE SAPERE COME FINISCE IL FILM, ANDATE AL PARAGRAFO SUCCESSIVO) Nel film invece si spiega che Neville è diventato una leggenda dopo aver dato la propria vita per difendere il vaccino appeno scoperto, facendo in modo che venisse recapitato alla colonia umana ancora esistente.

Niente di tutto questo nel libro: non c'è salvezza, non c'è speranza, non c'è un ricordo di una leggenda di un salvatore. No, il normale, il buono, secondo i nostri canoni, sarà ricordato nei secoli come la bestia assassina, lui si' vero mostro, dai nuovi vincenti. I nuovi normali. Da qui il vero terrore.

Quindi? Vale la pena andare a vedere il film? Assolutamente si'. Ma varrebbe ancora più la pena poi andare in libreria e comprarsi il libro...edito ora da Fanucci.

(Per le altre recensioni cinematografiche del Demonio Pellegrino, clicca qui).

14/02/08

Capire Bruxelles


Bruxelles è anche questo: le direzioni cambiano e le distanze variano a seconda che a misurarle siano i valloni che parlano francese o i fiamminghi che parlano olandese.

E il problema è che a volte sono sbagliate tutte e due. La prima volta che tornai in macchina dall'aeroporto di Bruxelles verso il centro mi persi. Non ci potevo credere. Eppure ero sicuro di aver seguito le indicazioni per Bruxelles...

E infatti avevo fatto proprio quello. Solo che quando si vuole tornare a Bruxelles dall'aeroporto, NON bisogna seguire le indicazioni per Bruxelles, ma per Luik. Ovvio. Ma anche no.

Motoconsumatore: comparativa giacche da moto

Dopo la comparativa sui caschi integrali, e la comparativa sugli stivali da mototurismo, posto nella rubrica Motoconsumatore il riassunto della comparativa di 9 giubbotti invernali pubblicata a Gennaio sul giornale francese Motomag.

Nel caso non abbiate letto le comparative precedenti, ecco come funzionano. Nelle comparative di Motomag, ai prodotti viene dato un voto, sia in base al rapporto qualità/prezzo, sia in base alla loro qualità tecnica. Ci sono quindi due vincintori, uno tecnico e uno qualità/prezzo, che a volte coincidono e a volte no.

La cosa più interessante è che Motomag indica con chiarezza anche il prodotto più schifoso...e chiede ai fabbricanti di commentare i risultati. Abituati alla 'prudenza', chiamatela cosi', dei vari giornali di motociclismo italiani, che spesso si guardano ben dal dire che un certo prodotto fa schifo o che un certo prodotto X è molto meglio del prodotto Y anche se costa molto meno, la lettura di Motomag è una cosa piacevolmente sconcertante.

Io mi limito a riassumere i risultati dal francese, e di metterli a disposizioni dei motociclisti italiani. Nient'altro.

COMPARATIVA GIACCHE INVERNALI DA MOTOCICLISMO – Riassunto Motomag Dicembre 2007/Gennaio 2008

Obiettivo
Motomag ha messo a confronto nove giubbotti invernali in tessuto. La scelta è ricaduta sui giubbotti e non sulle giacche piu' lunghe, perché in Francia rappresentano l'80% delle vendite. Le giacche testate sono:

- Mac Adam Scrambler - Furygan Flancker - Alpinestars Ricard
- Spidi Armada - Bering Zephyr - Held Forca
- Ixon Serious - Dainese New Gator - All One Polaris

Modalità del test
Le giacche sono state testate in una galleria del vento capace di simulare tempeste con venti di 120 km/h, pioggia; cicloni...I tester erano equipaggiati di termometri particolari che rilevavano la temperatura nelle varie parti del corpo, mentre simulavano una velocità di 100km/h con una temperatura di -5 gradi... Per testarne l'impermeabilità, le giacche sono state innaffiate ben bene, dopo aver messo della carta assorbente all'interno...

Le giacche sono state testate anche in vista di un loro eventuale uso estivo, misurandone la traspirabilità.

Risultati
Anche questa volta ho preparato una tabella riassuntiva (in calce al post), riportando i voti dati da Motomag.
  • La giacca Spidi modello Armada è risultata la migliore dal punto di vista tecnico, calda e impermeabile.
  • La giacca Mac Adam, modello Scrambler, è la migliore dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo. E qui non capisco. Perché i tester dicono chiaramente che il tessuto si era impregnato d'acqua, e perché dopo pochi mesi di utilizzo pare ci fossero delle cuciture che cedevano...per cui davvero non capisco il voto positivo...
  • La Dainese ha un po' deluso, soprattutto perché lascia passare il freddo. E' di gran lunga la giacca più cara, costa tra il doppio e il triplo delle altre, ma la performance è in linea con le altre, anzi un po' peggio. Per cui soldi un po' buttati...
  • La All One Polaris (non so se sia venduta in Italia), si è presa un bel 4 come tecnica, e un bel 3 come rapporto qualità/prezzo, ed è stata indicata come il prodotto "somaro". La ditta si è rifiutata di commentare...

I vincitori:

Spidi Armada

  • Voto tecnico: 7/10
  • Rapporto qualità/prezzo: 6/10
  • Prezzo: 310 Euri
  • Temperatura dopo 20 minuti: 21 gradi al torso e 6 allo sterno.
  • Elementi positivi: rifiniture, calore, paraschiena omologato.
  • Elementi negativi: poche tasche interne, regolazioni limitate

Mac Adam Scrambler

  • Voto tecnico: 7/10 (ma vedi quanto ho scritto sopra...)
  • Rapporto qualità/prezzo: 8/10
  • Prezzo: 229 Euri
  • Temperatura dopo 20 minuti: 18 gradi al torso e 17,1 allo sterno.
  • Elementi positivi: rifiniture, confort, regolazioni.
  • Elementi negativi: "falso" paraschiena

Il prodotto somaro:
All one Polaris

  • Voto tecnico: 4/10
  • Rapporto qualità/prezzo: 3/10
  • Prezzo: 189 Euri
  • Temperatura dopo 20 minuti: 11 gradi al torso e -3 allo sterno.
  • Elementi positivi: impermeabilità, prezzo
  • Elementi negativi: "falso" paraschiena, calda d'estate e fredda d'inverno...
Tabella riassuntiva (clicca per ingrandire)


12/02/08

Ma te credi d'avé 'r culo di tre pezzi?

Ed eccoci alla seconda puntata della rubrica Io Parlo pisano. Nella prima puntata, che trovate qui, avevo già spiegato la fonetica e l'accento pisano, per cui passerei subito al conquibusse, per l'appunto.

"Avere 'r culo di tre pezzi". Essere speciale, avere piu' diritti degli altri. E' una frase che si usa quasi esclusivamente in modo denigratorio verso coloro che, per l'appunto, non vogliono sottostare alle regole comuni, e che agiscono come se non fossero come gli altri. Como coloro che ritengono, appunto, di avere il sedere composto da tre mele, mentre le parti di un sedere sono solo e soltanto due per tutti, poveri e ricchi. Esempio: se stessi facendo la fila per comprare il biglietto al cinema, e uno stolto cercasse di passarmi avanti, lo apostroferei con "oh, giovine? Ma te ti 'redi d'avé 'r culo di tre pezzi?"

"Caapranzo". Letteralmente "caca pranzo", quindi sedere, culo. Lo si usa spesso soprattutto quando la parte in questione è fonte di dolore fisico per svariati motivi. Esempi: "boia deh, e m'hai sfondato 'r caapranzo con quella favona li'", dirà la prostituta dopo il rapporto anale con un uomo superdotato. Oppure "boia deh, e cio' 'r caapranzo in fiamme per tutta la ribollita t'ho mangiato", dirà l'individuo affetto da flatulenze moleste.

"Se ni dai la fava, ti ci vole l'avvoato per fattela ridà". Una delle espressioni più belle del vernacolo pisano. Letteralmente vuol dire "se le dai il pene, il cazzo, ti ci vuole l'intervento dell'avvocato per fartelo restituire". Si indica cioè la particolare voracità sessuale di una donna, che non ne avrebbe mai abbastanza, sarebbe insaziabile. Al punto da dover chiedere l'intervento di un avvocato per poter recuperare il proprio pene. Parlando con un amico, e sfoggiando la classe che ci contraddistingue sempre, un pisano potrebbe dirgli: "boia deh, ieri sera mi sono trombato tu ma'...maremma maiala, mi c'è voluto l'avvoato per fammela ridà (sottinteso: la fava)!".

"E sai 'osa, e sono uscito senza pantaloni...". Frase molto comune, utilizzata per sottolineare un'azione che si è svolta con molto successo, con grande preparazione. "Sai 'osa? E sono uscito senza pantaloni", dirà il ragazzino dopo aver vinto una gara con la vespina truccata. A volte è utilizzata come sinonimo di "un friggo mia 'on l'acqua"(vedi qui).

"Mugolone". Onomatopeutico per "pompino". Difatti, la pratica del pompino è associata a mugolii e sussurri tipici dell'atto. "Boia deh', m'ha fatto un mugolone la tu' moglie e l'hanno sentita fino a Lucca", dirà il gentiluomo pisano all'amico di sempre.

11/02/08

Into the wild - recensione

Into the wild è uno di quei film che si prestano molto facilmente a due chiavi di lettura.

Nellla prima chiave di lettura, il film si potrebbe riassumere in questo modo: un giovane arrogante e socialmente disadattato - senza amici, senza ragazza, immerso solo nei suoi libri e borioso abbastanza da citare autori sconosciuti ogni tre minuti - decide di scappare dalla sua famiglia subito dopo la laurea. Da' 20 000 dollari in beneficienza, ne brucia - letteralmente - altri 500, e parte. Direzione Alaska. Perché? perché vuole sentirsi libero dalle cose materiali e vivere nella natura selvaggia, e DELLA natura selvaggia. Nel perseguire il suo obiettivo, incontrerà molte figure positive (fricchettoni, vecchi militari, contadini), facendo molto male ad alcune di loro, solo per perseguire il suo falso sogno di libertà. La fine si potrebbe riassumere in un detto pisano molto in voga: l'hai voluta la bicigretta? O pedala ora! E non dico altro.

Una seconda chiave di lettura, più clemente nei confronti del protagonista, potrebbe mettere l'accento sul fatto che il giovine in questione parta per cercare una rinascita interiore che crede sia possibile solo con il contatto diretto della natura. Vuole una riscoperta di Dio che non sia solo attraverso i rapporti interpersonali (che lui reputa comunque incapaci di generare felicità, a causa della famiglia di merda che si è ritrovato), ma attraverso un panteismo di fondo, per cui Dio è in tutte le cose. Raggiungerà il suo obiettivo, quello di vivere in simbiosi con la natura, ma si accorgerà lui stesso alla fine che la natura è matrigna, non madre, e che la felicità non è tale se non è condivisa.

Lasciando da parte questi due pipponi che mi sono fatto, mi è piaciuto il film o no? Si, mi è piaciuto. E' girato benissimo, ci sono scene mozzafiato, la storia - che è una storia vera - è molto bella. Con elementi molto americani che temo vadano perduti alla maggior parte degli occhi europei (la mitologia del West, che vede l'Alaska come la vera ultima frontiera, la semplicità e la purezza del contadino conscio che la felicità sta nel non farsi seghe mentali indicibili...).

Non si arriva pero' mai ad empatizzare completamente con il protagonista. E questo mi ha sorpreso. Pensavo che mi sarei identificato completamente (anch'io un paio di volte sono stato li' li' per mandare affanculo tutti e partire, ma non ho avuto le palle (l'incoscenza?) per farlo). E invece no. Perché il personaggio è troppo integro. E' un santo moderno invasato, che calpesta tutto pur di arrivare in Alaska. Memorabili in questo senso sono il volto della ragazzina in California, emblema di ogni pianto adolescenziale alla fine di un amore estivo, quando sai, ne sei convinto, che non potrai sopravvivere, che tutto è perduto. Bravissima. E ancora il pianto dell'anziano soldato che lo aiuta ad arrivare in Alaska. Quando anche lui sa che tutto è perduto, che non c'è più tempo, che anche l'ultima occasione è ormai passata.

Ecco, forse il film sta tutto in questi due pianti: nel rifiuto del protagonista di accettare l'amore degli altri, trovato senza cercarlo, nella convinzione che la felicità sia altrove. Si sbaglia. E lo scoprirà. Ma come in tutte le storie vere - e non dimentichiamoci che questa lo è - se ne accorgerà troppo tardi.

Bello davvero. (Per le recensioni di altri film clicca qui)

PS: la musica, del cantante dei Pearl Jeam, Eddie Vedder, è spettacolare. Vi lascio il video della colonna sonora, dal quale potrete anche capire molto bene l'atmosfera del film.

08/02/08

Ci abbiamo stancati e c'ne iamm a ffancul

Di Napoli, dell'immondizia e delle sue cause ho parlato svariate volte (l'ultima qui). Ma questo cartello credo che renda meglio di 1000 parole lo stato d'animo di molti abitanti.

PS: avete notato come ormai dell'emergenza rifiuti non si parli quasi piu'? Proprio quando si comincia a scoprire che alcuni collaboratori di Bassolino (come il subcommissario all'emergenza rifiuti Vanoli - stile subcomandante Marcos) prendevano 1 milione di euri all'anno? Domandina: se io prendo un milione d'euri all'anno per risolvere un problema...che interesse ho a risolverlo quel problema, visto che nel momento in cui lo risolvo smetto di prendere questo milioncino?

07/02/08

Motoconsumatore: comparativa stivali da turismo

Dopo la comparativa sui caschi integrali, posto nella rubrica Motoconsumatore un riassunto della comparativa di vari stivali da turismo pubblicata su Motomag nel Novembre scorso.
Come avevo già spiegato nella comparativa dei caschi, nei test di Motomag, ai prodotti viene dato un voto, sia in base al rapporto qualità/prezzo, sia in base alla loro qualità tecnica. Ma la cosa più interessante è che si indica con chiarezza anche il prodotto più schifoso... Nel caso degli stivali ce ne sono due che si sono meritati il titolo di “asini", con una performance molto discutibile.

COMPARATIVA STIVALI DA TURISMO – Riassunto Motomag November 2007

Obiettivo
Motomag ha messo a confronto nove paia di stivali da turismo di prezzo medio, venduti in Francia tra i 144 e i 180 Euri.

Gli stivali testati sono:

- Alpinestars Web GTX - Furygan Verone - Held Via - Vendramini Vector - Haix Fire Flash Pro - Forma Tour - BMW Allround - Hein Gericke Maxwell - Bering Travel

Purtroppo non hanno testato i Danese che ho comprato poco tempo fa.

Modalità del test
Tutti gli stivali sono stati indossati dai tester per migliaia di kilometri, in varie situazioni climatiche. Vari elementi sono stati poi analizzati:

  • Confort: sono stati valutate la morbidezza e la qualità dei materiali utilizzati.
  • Impermeabilità: i tester hanno innaffiato per 7 minuti i vari stivali con un getto molto potente, ogni due giorni, per svariate settimane. Il controllo dell’impermeabilità è stato fatto manualmente e verificando lo stato di umidità di palline di carta inserite previamente negli stivali.
  • Traspirabilità: i tester non disponevano di macchinari per testare gli stivali in questo senso, per cui li hanno giudicati con criteri soggettivi, e cioè valutando le sensazioni ai propri piedi dopo svariate ore di utilizzo.
  • Percezione dei comandi (freni, cambio)
  • Protezioni: Motomag ha fatto appello a un consigliere in sicurezza motociclistica per valutare le protezioni dei vari stivali.

Risultati

Anche questa volta ho preparato una tabella riassuntiva (in calce al post), riportando i voti dati da Motomag.

  • Il modello Alpinestar è risultato il migliore dal punto di vista tecnico e dal punto di vista rapporto qualità/prezzo. In tema di protezioni, è poi l’unico che prende in considerazione gli standard europei per la sicurezza degli stivali EN13634 (il cui rispetto non è pero' obbligatorio).
  • Vendramini è il migliore in termini di rapporto qualità/prezzo, ex aequo con l’Alpinestar. BMW si classifica terzo.
  • Il Bering e il Forma tour si sono aggiudicati il poco auspicabile premio “asino d’oro”. L’acqua entra dopo poco, e le protezioni lasciano a desiderare.

BMW, Vendramini e Held, contattati da Motomag, si sono limitati a felicitarsi per i risultati del test. Forma ha risposto dicendosi molto sopresa dei risultati, proponendo di fare un controtest, e fornendo un email al quale i vari utilizzatori possono rivolgersi.

Dite la verità: le avete mai viste voi comparative cosi’ su riviste italiane? Io No.

Tabella finale (clicca per leggere)


06/02/08

La Quaresima del Demonio Pellegrino

Oggi, con il Mercoledi' delle ceneri, si apre la Quaresima, il periodo di penitenza e conversione che permette ai csristiani di rito latino (ma anche ad altri? non lo so) di prepararsi alla Pasqua, che è il momento più solenne del Cattolicesimo, il momento in cui si celebra la risurrezione di Gesù.

Perché ve ne parlo? Sembrerà strano, visto il nome che mi sono dato per il blog (anche se il 'Pellegrino' lasciava già intendere un ritorno di spiritualità), e considerando le bestemmie che tiro quotidianamente, ma ho deciso, per la prima volta in vita mia, di celebrare il periodo di Quaresima. Per vari motivi che non sto ad elencare.

Ovviamente, nonostante il mio passato da chierichetto, ho dovuto darmi una bella ripassata alle regole. Molto utili si sono dimostrati in questo campo Wikipedia e il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica

Le privazioni imposte sono molto blande. Segno chiaro di come nel cristianesimo la preghiera non ha mai intralciato davvero il lavoro, come invece nel Ramadan dell'Islam. Il fatto che nessuno le pratichi più oggi, e che si venga derisi per il solo nominarle, è un segno forse di come ormai nei nostri tempi anche la minima privazione sia vissuta in Europa come una tragedia. E di come non ci sia scampo. Ma non voglio parlare dell'Eurabia oggi.

Allora, quali sono le regole quaresimali?
  • Il Mercoledi' delle Ceneri (quindi oggi) e il Venerdi' Santo si è tenuti al digiuno ecclesiastico: si puo' consumare un solo pasto, ma è comunque possibile fare un secondo spuntino leggero. Io ho appena fatto colazione, e mangero' stasera verso le 7. Niente di trascendentale.
  • L'astinenza dalle carni il venerdi' (che comunque sarebbe imposta ogni venerdi', non solo durante il periodo di Quaresima): si possono comunque mangiare pesce, uova e latticini. Non si possono pero' bere alcolici o mangiare cibi che potrebbero considerarsi lussuosi. Si' al bicchiere di vino bianco, ma no allo Champagne, per intendersi. Per cui venerdi' tonno e salmone. Non è poi cosi' male.
  • In Quaresima si dovrebbe pregare più intensamente, cercando un rapporto ancora più stretto con Dio. Non c'è problema: andremo a messa almeno una volta a settimana, cominciando stasera con la Messa delle ceneri.
  • E si dovrebbe fare la carità.

In realtà la Quaresima puo' manifestarsi in molti altri modi, come hanno riconosciuto gli stessi Vescovi, che "hanno suggerito, a tal proposito, nuove forme di penitenza accanto a quelle tradizionali, come l'astensione dal fumo e dalle bevande alcoliche, dalla ricerca di forme smodate di divertimento, dai comportamenti consumistici, il digiuno dalla televisione" (wikipedia).

Che farà il Demonio Pellegrino? Beh, innanzitutto, oggi digiuno, e, come ho già detto, mangero' un solo pasto (la cena) piu' la colazione. Negli altri giorni ho intenzione di eliminare completamente il consumo di cioccolata, pane, dolcetti e biscotti fighi per la colazione. Totale eliminazione degli alcolici. Totale eliminazione di cene al ristorante che non siano per motivi di lavoro. Totale rifiuto dello shopping, a meno che non sia per fare regali ad altri (compleanni, San Valentino) e a meno che non sia per la mia incolumità (sto pensando ad una giacca da moto con protezioni...in questo caso mi serve per non farmi male, no? Scusa patetica?). Poi voglio ricominciare ad andare a messa almeno una volta a settimana. E devolvere la somma X in beneficienza. E soprattutto eliminare le bestemmie.

A che serve tutto questo? A niente, in concreto (tranne la carità, forse). Ma forse serve a me stesso per dimostrare che posso vivere in modo un po' meno champagne. Mi aiuterà forse ad apprezzare di piu' le cose che ho. E non sia mai che riscopra la Fede che un tempo avevo, e che a volte torna a fare capolino, per poi ripartire impaurita.

Comunque non temete: sul sito si continua a scazzare come sempre. Solo che magari vi aggiorno ogni tanto di come vanno le cose.

Lorella, perché?

Avevo visto il video su Daveblog qualche tempo fa, ma vederla alla TV direttamente ieri sera mi ha fatto venire un colpo. La nuova sigla del programma "La sai l'ultima" con Lorella Cuccarini mi lascia allibito. Un misto di Jennifer Lopez, come dice Dave, ma anche di Britney Spears in "Oops I did it again" vestita da scolaretta troia, di Ricky Martin e ad un certo punto anche di Kylie Minogue con il cappuccio in "I cant' get you out of my head".

Anche guardandola ieri sera ero in imbarazzo. Attratto dalla Cuccarini, che è ancora una bellissima donna, e nel video, con la tuta trasparente fa un sesso maledetto (lo so, avevo appena parlato di Quaresima, ahem). Ma respinto dal suo tentativo imbarazzante di sembrare una ventenne con il vestitino che indossava nel programma. Tentativo che fallisce miseramente. Mah.


05/02/08

Recensione demoniaca: Saturno contro

Ieri sera ho avuto la sfortuna di vedere Saturno contro. Saturno contro parla di un gruppo di persone che non lavorano e hanno molto tempo per stare a non fare un cazzo da mane a sera. Un po' come il presidente del Senato Marini.

Molte di queste persone sono omosessuali. Una è drogata. Uno tradisce la moglie con una che si vede in due scene del film mentre fa la vamp senza poterserlo permettere. Un'altra è brutta, grassa e soprattutto non si fa i cazzi suoi.

Poi uno dei protagonisti, la voce narrante, all'improvviso va in coma o qualcosa del genere. E poi dopo un po' muore. E' giovane, e quindi lo spettatore si tocca un po' i coglioni. E magari pensa e spera che il fim sia anche un po' finito. Invece no. Ci tocca sorbircelo ancora per una buona mezz'ora, dove non succede assolutamente niente.

Ecco, questo è il film.

Poi ci sarebbero delle osservazioni da fare che esulano dal film, ma che nascono da li': per esempio Accorsi è invecchiato (e recita a cazzo). Ma siccome Accorsi era giovane come me quando ha fatto L'ultimo Bacio, allora anch'io sono ormai vecchio come lui. E la cosa mi fa un po' girare i coglioni (mi fa ancora piu' girare i coglioni il fatto che io non guadagni come lui, ma questa è un'altra storia). Poi si potrebbe parlare anche di Ambra Angiolini, che è l'unica cosa buona del film. Insieme a Favino, assolutamente sprecato qui.

E poi ci si potrebbe anche chiedere come mai uno che fa film alla cazzo come Ozpetek abbia cosi' successo in Italia (ma solo in Italia). E ci si potrebbe anche chiedere come mai nei suoi film si parli sempre e soltanto delle stesse cose (morte, finocchi, tradimento - stavolta mancava il nazismo, ma sono sicuro che si rifara' nel prossimo). E come mai usi sempre gli stessi attori, che fanno sempre esattamente gli stessi ruoli, con le stesse espressioni.

Questo post lancia la terza rubrica del Demonio Pellegrino (dopo io parlo pisano e il motoconsumatore): "Le recensioni demoniache", che contiene anche la recensione di Ratatouille che scrissi qualche mese fa. Anche in questo caso conto di aggiornare la rubrica regolarmente (cioè quando mi pare a me).

04/02/08

La nuova pelle del Demonio

No, non vi siete sbagliati: siete proprio sul sito del Demonio Pellegrino. Ma ho deciso di dare una rinfrescata al blog, cambiando template. Ho anche creato link (qui a destra) a due rubriche, che intendo aggiornare regolarmente: io parlo pisano e il motoconsumatore.

Nel passaggio al nuovo template, sono spariti tutti i link che avevo...per cui, se vedete che il vostro link non è piu' tra i miei preferiti, ditemelo, e lo rimetto. Non me li ricordo tutti.

Gerontocrazia

Io non sono uno di quelli che pensano che i politici debbano essere tutti giovani (e poi giovani cosa vuol dire? 40 anni? 30? Oppure 55, come i cosiddetti giovani della nostra politica, i vari Casini, Fini, Veltroni?). L'essere giovani non garantisce assolutamente una freschezza di idee né dinamismo né modernità. Anzi, spesso i giovani che vedo in giro, anche in politica, o sono degli esaltati o dei cazzoni.

Pero', allo stesso modo, non credo neanche che l'essere anziani sia una garanzia di equilibrio e di esperienza. Essere anziani puo' anche voler dire essere rincoglioniti, proprio per ragioni naturali. Puo' voler dire essere incapaci di percepire le nuove tendenze sociali e politiche.

Tenendo a mente questo, sono andato a sbirciare l'età dei vari protagonisti delle attuali vicende politiche:

Giorgio Napolitano: 83
Franco Marini: 75
Silvio Berlusconi: 72
Giuliano Amato: 70
Romano Prodi: 69
Fausto Bertinotti: 68
D'alema: 59
Veltroni: 56
Fini: 56
Casini 53

Per avere un termine di paragone: Bush è diventato presidente a 52 anni, Tony Blair a 44, Angela Merkel a 52, Sarkozy a 52.

Ecco, io mi sarei anche rotto i coglioni di sentire persone di 70 anni parlare del mio futuro come se capissero qualcosa del mio presente.

03/02/08

Motoconsumatore - comparativa caschi integrali

Parecchio tempo fa, avevo postato sul forum motociclistico di cui faccio parte un riassunto dal francese di una comparativa tra vari caschi integrali tra i 150 e 200 Euri apparsa su un giornale di motociclismo a cui sono abbonato, Moto Magazine (per gli amici "motomag").

Ogni mese motomag (rivista molto ben fatta) pubblica dei test su varie categorie di prodotti: caschi modulari, pantaloni, giacche, gilet para schiena, interfono, stivali, valigie rigide e morbide...La rubrica in questione si chiama “consomotard”, un acronimo tra consumatore e motociclista.

Vi garantisco che la lettura di Motomag, per uno abituato ai vari Motociclismo, Due ruote, In sella, è un’esperienza fantastica (e quanto mi costa dirlo, visto che la rivista è francese...): finalmente se un prodotto fa schifo, c’è qualcuno che dice “fa schifo”, e non “prodotto molto valido forse con alcune pecche assolutamente perdonabili”...le riviste italiane si dimostrano completamente schiave delle case motociclistiche, che le pagano con la lora pubblicità. Motomag no.

Nei test di Motomag, ai prodotti viene dato un voto, sia in base al rapporto qualità/prezzo, sia in base alla loro qualità tecnica.Ma la cosa più interessante è che si indica con chiarezza anche il prodotto più schifoso...I risultati vengono inviati alle case produttrici che poi possono commentare. È divertente leggere le scuse spesso accampate dalle aziende. Meno divertente se uno magari spende 200 Euri per proteggersi, e poi legge che il prodotto che ha comprato fa schifo.

Ecco, riposto qui sotto il riassunto che avevo fatto. E con questo post lancio la nuova rubrica “motoconsumatore”, nella quale, riassumero' una serie di comparative di vari proditti motociclistici, tratte da motomag.


COMPARATIVA CASCHI – Riassunto Motomag Maggio 2007
Obiettivo: Motomag ha messo a confronto nove caschi integrali di gamma media (tra i 150 e i 200 Euri), utilizzando un casco di lusso (l’Arai Chaser, 579 Euro) come referenza del mercato.

I caschi in comparativa sono:
- Lazer Dayton - Nolan N 62 - Shark S800 S
- AGV K - Vemar VTX - HJC CL-14
- Nitro N 1610 VN - Airoh Leox - Caberg 104

Credo che siano tutti commercializzati in Italia. Ho solo qualche dubbio per il Lazer, marca belga, molto presente in Francia e qui in Belgio, e che fino a poco tempo fa possedeva il marchio AGV, ora passato a Dainese.

Modalità del test
I caschi sono stati testati in merito alla loro 1) silenziosità, 2) praticità, cioè all’esistenza e validità di dettagli che facilitano la vita (interni staccabili, visierina anti sole, resistenza all’appannamento, facilità delle operazioni di aggancio...), al 3) livello di finizioni generali, al 4) livello di confort generale e al prezzo.

NB: Il comportamento in caso di impatto non è stato testato, perchè Motomag aveva già fatto una comparativa del genere nel 2005, che aveva dimostrato come il livello di protezione fosse in tutti i casi al di sopra degli standard legali imposti...

Per ognuno dei quattro aspetti citati sopra, i caschi ricevono un voto da 0 a cinque stelle. I caschi ricevono poi due voti espressi in decimali (come a scuola), per due aspetti: rapporto qualità/prezzo e qualità tecnica. Per cui ci sono due vincitori, uno tecnico, e uno qualità/ prezzo. In questo caso specifico non c’è “il somaro”, cioè nessun casco è risultato largamente al di sotto delle aspettative/standard, anche se il Caberg ne esce maluccio...

I caschi sono stati paragonati poi alla referenza, in questo caso l’Arai Chaser, dal costo di 579 Euro, cioè quasi tre volte il prezzo di alcuni dei caschi testati.

Risultati
Ho copiato in calce la tabella finale, che riassume i risultati. I vincitori sono stati il Lazer (vincitore tecnico e vincitore rapporto qualità prezzo) e il Nolan, vincitore rapporto qualità/prezzo (soprattutto nella sua versione “Classic”). Ho anche aggiunto la tabella con la silenziosità misurata con dei microfoni messi vicini alle orecchie.

Luoghi comuni sfatati/confermati dal test:

• I caschi in fibra testati (Nitro e Vemar) non sono risultati nè i più leggeri nè i più cari. Luoghi comuni sfatati, dunque...
• Alcuni dei caschi testati (200 euro) hanno dotazioni migliori dell’Arai a 579 Euro: interni smontabili, visierina contro il sole, mentoniera contro il vento...
• L’Arai resta nettamente migliore dal punto di vista della qualità dei materiali, dell’assemblaggio e del livello di rifiniture. Inavvicinabile dagli altri sotto questo aspetto.
• Nessuna differenza tra l’Arai e gli altri caschi esiste invece nella qualità dinamiche: silenziosità, aerazione, turbolenze ad alta velocità, appannamento della visiera. Anzi, spesso l’Arai si comporta peggio dei rivali meno cari..

Silenziosità
Tutti i caschi sono stati valutati troppo rumorosi. Tutti (eccezion fatta per il Lazer) superano il livello di 85db una volta superati i 90km/h. Secondo motomag, a partire di 85db, l’organismo comincia a soffrire per il rumore, e a partire da 92db i tappi per le orecchie sarebbero necessari per evitare danni all’udito.

NB: ogni aumento di 3dB equivale a RADDOPPIARE il rumore percepito (ALLUCINANTE). Consiglio personale mio: rinunciate al Caberg, al Shark o al Nolan se avete orecchie sensibili...

CASCO 90km/h 130km/h 160km/h

AGV 87 92 98 DB
Airoh 88 90 95
Arai 88 92 97
Caberg 90 97 100 Il più rumoroso
HJC 88 93 100
Lazer 82 88 92 Il più silenzioso
Nitro 88 90 95
Nolan 90 96 100
Shark 88 98 100
Vemar 88 91 98

Tabella finale
(cliccando la tabella s'ingrandisce e diventa leggibilissima)








02/02/08

La conferma di due luoghi comuni

Crescendo, ho sempre pensato che la maggior parte delle hostess fossero delle gran porcone, almeno in potenza (primo luogo comune) e che le francesi fossero anch'esse delle gran porcone (secondo luogo comune). Certo, sono generalizzazioni, per l'amor di Dio...

Pero' questo video di un hostess francese che si spoglia nella cabina di pilotaggio sembrerebbe dimostrare che a volte i luoghi comuni hanno un fondamento. (Chi capisce il francese noterà anche l'accento a porcona e le porcate a porcona che la presunta porcona dice...)

Ah, dimenticavo: speriamo che Air France compri presto Alitalia.

Il presidente del Senato ammette di essere in vacanza da una vita

Oggi, verso l'ora di pranzo, ho sentito il Presidente del Senato Marini (la giovane speranza politica italiana incaricata dall'altrettanto giovane Presidente della Repubblica di provare il possibile pur di NON farci votare) dire testualmente questo.

Domanda del giornalista: c'è ancora una spiraglio? (nel senso, ritiene sia possibile creare un governicchio per rimandare le elzioni che sarebbero vinte dal centrodestra?)

Risposta di Marini: "certo che si', altrimenti lunedi' prossimo invece di lavorare sarei in vacanza".

Ora, mi risulta che lunedi' prossimo, in ogni caso Marini dovrebbe essere al Senato a presiederne i lavori. Non sia mai che, in un raptus incontrollato d'innocenza, Marini abbia ammesso che è vero quello che pensiamo tutti, e cioè che la maggior parte dei politici non fa un cazzo da mane e sera e che per loro essere senatori o presidenti è normalmente una vacanza?

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